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Veleni nelle acque: Fontana (M5S) chiede al Ministro Costa di 'pressare' gli organi di controllo

La deputata frusinate vuole "una 'moral suasion' finalizzata alla prevenzione degli illeciti contro il nostro 'Oro blu'"

La deputata pentastellata Ilaria Fontana, in materia di “Oro blu”, ha chiesto al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa di dare il via a un’attività di “moral suasion” nei confronti degli enti preposti alla prevenzione degli illeciti contro i corsi d’acqua, in primis quelli della provincia di Frosinone. In altre parole, attuare un pressing “al fine di innalzare - vorrebbe la portavoce M5S ciociara alla Camera - gli standard di salvaguardia ambientale con controlli in tempi minori e sull’intero territorio nazionale”.  

Sulle ultime "schiumate" nel Frusinate

“Numerose sono state in queste ultime settimane - ricorda la vicepresidente del gruppo parlamentare dei Cinque Stelle - le segnalazioni provenienti da cittadini preoccupati da copiose schiume e sostanze disciolte nei corsi d’acqua del Frusinate – Isola del Liri, Fiume Sacco, Garigliano, Rio Pioppeto, Arce, lago di Canterno, lago di Posta Fibreno – L'ultima mi è arrivata ieri (giovedì 28 maggio, ndr), zona Pontecorvo. Altrettante sono state le segnalazioni che ho inviato ad Arpa Lazio che, malgrado le difficoltà operative dovute alla pandemia da Covid-19, si è comunque messa a disposizione dei corpi di Polizia Locale ogni volta in cui ne è stato richiesto l’intervento in urgenza”.

"Il monitoraggio periodo non è sufficiente"

“In questi anni - sottolinea la parlamentare - l'oro blu e la sua tutela è stata al centro del mio operato: richieste documentali, richieste di intervento, interventi legislativi, esposti e sequestri. Persino l’attivazione della Guardia Costiera da parte del Ministero per risalire i fiumi dalle foci sino alle fonti dell’inquinamento. La Direttiva Quadro sulle Acque prevede un monitoraggio periodico delle acque, sia dal punto di vista biologico che dal punto di vista chimico”.

“Tale monitoraggio, però, non è sufficiente a salvaguardare i fiumi dai fenomeni legati agli sversamenti  e agli scarichi illeciti - lamenta poi - Tali fenomeni sono spesso di breve durata ed è quasi impossibile intervenire per gli enti di controllo, se non a posteriori dell’evento inquinante, ma come troppe volte è accaduto, i danni causati alla biodiversità dei corsi d’acqua vengono accertati solo al momento del controllo periodico, o al momento dell’intervento richiesto in loco quando già sono gravissimi ed ormai irreparabili”.

A proposito di competenze: "Il Ministero come faro"

“Se anche è vero che le competenze di materia sono ripartite tra più enti (comunali, provinciali, regionali e nazionali) - dice a riguardo - sono convinta che il Ministero dell'Ambiente possa rappresentare un faro per dare un segnale di riferimento agli enti competenti e subordinati su quali attività rappresentino le giuste precauzioni e tutele ambientali, ad esempio, favorire la condivisione di buone pratiche già adottate da alcune Arpa che nei loro rispettivi territori regionali hanno attivato un monitoraggio continuo in tempo reale, armonizzare l'attività di controllo tra tutte le arpa, al fine di garantire una vigilanza sempre più adeguata contro il fenomeno delle attività inquinanti che avvelenano i nostri fiumi”.

“La buona pratica nelle azioni di contrasto all'illecito - aggiunge prima di avanzare la suddetta richiesta al Ministro Costa - rappresenta un buon punto di partenza che tutti gli enti di controllo potranno seguire, così come il coinvolgimento dell’Istituto di Ricerca sulle Acque rappresenta un ulteriore mezzo utilissimo in quei casi che richiedono approfondimenti maggiori per stabilire con certezza le cause dell’inquinamento”.

“Vigilanza tramite nuove tecnologie”

“In futuro - conclude la deputata pentastellata di Frosinone - sono convinta che occorrerà interagire tra Istituzioni preposte per lo sviluppo di Protocolli d'Intesa tra gli enti competenti finalizzati all’attuazione di un monitoraggio dello stato di salute delle acque superficiali sempre più accurato facendo quindi un'attività di prevenzione. Per questo dovremo rendere operativa nel minor tempo possibile la vigilanza in tempi reali sui fiumi anche attraverso l'uso di nuove tecnologie, molto spesso i sistemi di controllo innovativi non comportano spese troppo esose.  Credo quindi che adeguare ed unificare i controlli per scongiurare ulteriori danni al nostro patrimonio ed all'ecosistema non dipenderà tanto dalle risorse finanziarie a disposizione quanto dalla volontà degli enti coinvolti di remare nella stessa direzione per tutelare un bene di tutti”.

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