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Malumori nella Lega, Giuseppe Patrizi saluta e scende dal Carroccio

L'ex commissario della Provincia all'onorevole Zicchieri: "Se pensa di aver trovato a Frosinone la sua colonia pontina di pecoroni si sbaglia di grosso"

È un sali e scendi dal Carroccio. In molti in questi ultimi mesi hanno aderito alla Lega e in molti altri, dopo un periodo più o meno lungo, hanno preferito uscirne. L'ultimo in ordine di tempo è Giuseppe Patrizi, ex commissario della provincia di Frosinone, che poche ore fa ha comunicato la sua decisione di lasciare la Lega togliendosi qualche sassolino dalla scarpa in merito all'esodo di big della poltica locale. "Possibile che non vada mai bene nessuno?" chiede Patrizi dopo aver elencato i nomi di coloro che sono stati allontanati dal partito. Poi punta il dito contro il coordinatore regionale, l'onorevole Francesco Zicchieri, sarebbe lui a non essere in grado di fare squadra ed aggregare.

Le parole di Giuseppe Patrizi

“Alla luce dei recenti episodi verificatisi all’interno della Lega provinciale e evidenziati a mezzo stampa, con grande delusione devo constatare che ogni volta che in questo partito si cerca di aprire un confronto, che è il sale della democrazia, perché senza dibattito e critica costruttiva non si cresce e non si migliora, la prima reazione dei vertici è quella di prendere carta e penna e allontanare i cosiddetti “sobillatori”. Così, dopo i casi di Fabio Forte, Alessia Savo, Carmelo Palombo…oggi a noi…domani chissà chi….la domanda nasce spontanea. Possibile che non vada mai bene nessuno?

Le responsabilità di Zicchieri

Nelle scuole di formazione manageriale, quelle che sfornano i veri leader, direbbero che “nulla viene per caso”. Un episodio può essere un caso, due possono essere ancora un caso, tre cominciano a destare sospetto, dal quarto si può cominciare ad affermare che il problema non è alla base ma al vertice, perché chi è chiamato a fare squadra, ad aggregare, a coinvolgere e motivare non è capace e pertanto non è adeguato a ricoprire quel ruolo. Se l’On. Zicchieri pensa di aver trovato a Frosinone la sua colonia pontina di pecoroni si sbaglia di grosso, almeno per quanto mi riguarda. Per me che faccio politica da una vita, lo spirito e l’attività di un partito sono ben altra cosa. Allo slogan “La Lega si serve, non ci si serve!”, ripetuto a pappagallo da lui e dagli altri parlamentari “per grazia ricevuta”, preferisco di gran lunga “Il nostro territorio si serve, non ci si serve per i propri fini personali altrove”. Per chiudere, suggerisco loro di non fare troppo rumore per allontanare persone scomode perché potrebbe ledere ancor di più l’immagine di questo partito nella nostra provincia. Il sottoscritto li facilita uscendone fuori da solo, contento e in silenzio, perché da dire ce ne sarebbe ancora per molto”.

Ora c'è da chiedersi quale sarà la prossima mossa del presidente emerito. Non è da escludere che possa tornare in Forza Italia soprattutto dopo che il coordinatore provinciale degli azzurri, Tommaso Ciccone, gli ha strizzato l'occhio. Il suo rientro sarebbe gradito anche al vicecoordinatore regionale Gianluca Quadrini. Chissà.

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