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Moschea, silenzio dopo la richiesta di accesso agli atti, Ferrara in Consiglio: "Voglio risposte"

Ieri seduta del Question Time in un'aula semideserta: pochi assessori, tanti assenti anche tra i consiglieri

Dai botta e risposta a suon di comunicati stampa si è passati ad affrontare la questione dell'accesso agli atti, per i documenti riguardanti il progetto per la realizzazione della moschea a Frosinone, in Consiglio comunale.

Aula semideserta e ritardo sull'inizio

L'intervento che ha aperto la seduta dedicata al Question Time è stato proprio quello di Marco Ferrara quando ancora il sindaco Nicola Ottaviani non era giunto nell'aula semi deserta. Anche questa volta si è registrata una scarsa presenza da parte degli assessori, deputati a rispondere alle interrogazioni. Vuote a metà le poltrone dell'opposizione, quasi del tutto assenti i consiglieri di maggioranza, per non parlare del ritardo sugli inizio dei lavori previsto per le ore 19 e slittato quasi alle 20.

Nessuna risposta dopo quasi 2 mesi

A prenotarsi per primo è stato il capogruppo della Lista per Frosinone che ha utilizzato i minuti a lui a disposizione per chiedere delucidazioni sul silenzio rispetto alla richiesta di accesso agli presentata addirittura il 16 ottobre. "Chiedo al sindaco perché ad oggi non ho ricevuto nessun tipo di documentazione dagli uffici del Comune, chiedo perché non ho ricevuto un diniego scritto qualora dovesse esisere qualche motivazione che possa impedire al comune di Frosinone di rilasciarmi una copia. Si tratta di un diritto dei consiglieri comunali previsto dal regolamento degli enti unici. Una risposta che dovrebbe avvenire con compiutezza e tempestività compatibilmente con le esigenze degli uffici entro 3 giorni, di giorni invece ne sono passati 48 senza che io abbia ottenuto nessuna risposta". "Se poi ci sono degli atti secretati per qualche motivo a me ignoto, - ha concluso - allora questa circostanza mi venga comunicata per iscritto".

Verifica sul segreto d'ufficio

Immediata la replica del sindaco, anzi più che una risposta al consigliere è stato un modo per "cogliere la palla al balzo" e sferrare un contrattacco: "Mi aggiungo alla richiesta del consigliere così che gli uffici comunali, la segreteria generali facciano una verifica integrativa rispetto alla richiesta per verificare se c’è stata la divulgazione del segreto d’ufficio. Il Consiglio di Stato si è già espresso in merito nel gennaio del 2019 ribadendo che il consigliere comunale ha diritto all'accesso agli atti che siano o definitivi o atti che debbano essere rimessi all'apprezzamento del Consiglio comunale. Noi dobbiamo dare il buon esempio e  rispettare le regole del regolamento soprattutto in materia trattamento e tutela dati personali che di accesso agli atti della pubblica amministrazione".

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