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Ex Banca d'Italia, Ottaviani: "Un Palazzo atteso da settant'anni"

In vista del decisivo voto del Consiglio, il Sindaco evidenzia l'importanza dell'operazione "rent to buy" che farà di un immobile di gran pregio la nuova Casa comunale di Frosinone

In vista del voto decisivo del Consiglio comunale sul primo “rent to buy” a livello italiano, fissato per lunedì 24 febbraio alle 18.30 dopo l'odierna seduta deserta, il Sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani evidenzia che “l'acquisto del palazzo della Banca d'Italia, nella parte alta della città (presso Piazzale Vittorio Veneto, ndr) restituisce al capoluogo una parte importante della propria identità storica e culturale dopo che, settant'anni fa, la sede municipale era stata bombardata e distrutta nel corso dell'ultimo conflitto bellico”.

“La nuova Casa comunale, anche grazie al pregio istituzionale e architettonico dell'immobile ex Banca d'Italia contribuirà a rafforzare il senso di appartenenza ad una comunità coesa che, spesso, ha dato prova di grande generosità e solidarietà verso l'intero territorio provinciale", conclude il Primo Cittadino del Capoluogo.

Lo stesso che ha curato personalmente l’operazione condotta tramite il citato strumento finanziario, in sinergia con gli Assessori Pasquale Cirillo (Governance) e Riccardo Mastrangeli (bilancio) e con la condivisione di tutti i gruppi consiliari di maggioranza.

Quella che, previo avallo di un Consiglio competente sull’acquisto, porterà alla cessione definitiva di un immobile da 3.468,46 metri quadri, destinati a locali (1.631), abitazioni (429) e archivi (268), in cui verrà insediata anche la Pinacoteca cittadina.

Un immobile di gran pregio

Costruito a partire dal 1854, il Palazzo ha ospitato gli uffici della Banca d'Italia fino alla chiusura avvenuta nel 2008. Già sede dei Gendarmi Pontifici, fino alla seconda guerra mondiale – nel corso delle quale ha riportato, come tutto il territorio comunale, ingenti danni – ospitava la Caserma dei Reali Carabinieri.

Le oculate scelte di Bankitalia

La collocazione dell’edificio voluta dall’Istituto di Via Nazionale non sorprende: dalla prima sede in Firenze alle successive acquisizioni di edifici, le filiali della Banca d'Italia sono state sempre collocate nei punti più rappresentativi delle città, in palazzi storici che annoverano elementi architettonici e artistici di pregio.

Un Palazzo storico di Frosinone

Nelle costruzioni edificate all'inizio del secolo scorso, la Banca – basandosi sul linguaggio costruttivo e decorativo del periodo – ha inteso trasmettere un'immagine di sobrietà e solidità, di bellezza austera, che poco o nulla concedeva allo sfarzo, ma era sempre intimamente legata alla storia economica, sociale e culturale delle città e al prestigio dell'Istituzione.

L’operazione “rent to buy”

“L’Amministrazione Ottaviani - ricorda la stessa - ha, dunque, negoziato con l’Istituto condizioni ritenute favorevoli anche per un ente, quale è il Comune di Frosinone, in riequilibrio finanziario, procedura che non permette di effettuare mutui, oltre a comportare ulteriori limitazioni previste dalla normativa vigente”.

“Il ‘rent to buy’ risulta, dunque, dalla combinazione di un contratto di locazione con un preliminare di vendita di un immobile entro un termine stabilito di 10 anni - concludono dal Comune di Frosinone -  fermo restando l’indicazione delle risorse finanziarie in tale lasso di tempo necessarie per tale acquisizione, che prevede anche la vendita o la messa a rendita dei beni di proprietà comunale liberati dal trasferimento nella nuova sede”. 

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