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Regione a Borgo Montello ( Lt): verifiche effettuate trasmesse alla procura

"In relazione alla condizione dell'invaso S8 di Borgo Montello, la Regione precisa che, a seguito di un sopralluogo effettuato insieme agli Enti competenti per verificare i volumi in eccesso abbancati, è stata redatta una relazione, trasmessa...

"In relazione alla condizione dell'invaso S8 di Borgo Montello, la Regione precisa che, a seguito di un sopralluogo effettuato insieme agli Enti competenti per verificare i volumi in eccesso abbancati, è stata redatta una relazione, trasmessa anche alla Procura della Repubblica.

L'esaurimento dell'invaso era già noto, per questo i conferimenti sono terminati nel luglio del 2015.

Quanto alle altezze degli invasi, la vigente normativa permette l'innalzamento, e molte Regioni lo hanno regolamentato, tenendo conto della diminuzione progressiva nel tempo del volume delle sostanze organiche abbancate.

Al momento è convocato un tavolo con Arpa Lazio, per normare in via definitiva le quote di abbancamento concesse ai singoli invasi." SANITA’, SIMEONE (FI): “PAZIENTI SULLE BARELLE, MEDICI ESASPERATI E PRONTO SOCCORSO KO. QUESTI I RISULTATI DELLA INUTILE POLITICA DI ZINGARETTI” “Rabbia e disperazione. Sono questi i sentimenti che accompagnano i cittadini della provincia di Latina che in questi giorni sono stati costretti a confrontarsi con la sanità nella provincia di Latina. Sono questi i disagi che ogni giorno gli operatori segnalano, inascoltati, alla direzione sanitaria della Asl di Latina. Ogni anno in questo periodo di feste, con gli ambulatori chiusi, i cittadini hanno quale unico riferimento per poter effettuare una visita ed essere curati il Pronto soccorso. E quello dell’ospedale Santa Maria Goretti di Latina è oltre la soglia del collasso. I locali dell’ospedale, quello che doveva diventare Dea di II livello entro la fine di giugno 2015, sono costellati da file interminabili di barelle e letti di fortuna su cui si mischiano senza continuità di sorta, né la dovuta attenzione alle singole patologie, con pazienti più gravi e meno gravi accatastati uno accanto all'altro. Una donna con una grave infezione ai reni, costretta a sottoporsi a dialisi e ad una trasfusione, è stata costretta ad attendere ore prima di una visita e ad aspettare due giorni prima di avere un posto letto assegnato in reparto. E questo è solo uno delle decine di casi che si sommano ogni giorno evidenziando che non solo la struttura dell’ospedale principale della provincia di Latina è inadeguata al flusso di pazienti ma soprattutto che medici ed infermieri, già sottodimensionati rispetto alle effettive esigenze della pianta organica e a dispetto delle promesse di Zingaretti, sono costretti a fare i salti mortali per dare le cure adeguate, e che la tanto citata assistenza territoriale è rimasta solo pura utopia. Il tutto senza considerare che, come denunciato dagli operatori di tutti gli ospedali della provincia di Latina, i ritardi accumulati da Zingaretti e Caporossi nell’adeguamento delle strutture e della pianta organica sta solo mettendo ulteriormente a rischio la vita dei cittadini. Una situazione che, come denunciato dal sindacato dei medici, mette a rischio la vita dei pazienti precludendo loro le cure e le attenzioni necessarie per effettuare una attenta diagnosi. Sono due anni che a gennaio Zingaretti si sveglia dal torpore e di fronte all’emergenza Pronto soccorso convoca una riunione dei direttori generali con il risultato di spostare il problema da un reparto all’altro e senza mai mettere in atto azioni incisive e risolutive per evitare che questo disastro si paghi in termini di vite umane. Il primo anno alla riunione aveva dimenticato di invitare i direttori generali delle Asl delle province, il secondo anno ha tentato di correre ai ripari promettendo che entro il 2015 personale e strutture sarebbero state adeguate. Siamo nel 2016 e il risultato è sotto gli occhi di tutti. Un disastro. Ora aspettiamo con ansia di conoscere dal presidente della Regione Lazio, che annuncia miracoli e uscite dal deficit sanitario entro pochi mesi, cosa inventerà per lasciare di fatto tutto come prima. Intanto i cittadini soffrono e il secondo pronto soccorso del Lazio per numero di accessi, dopo l’Umberto I di Roma, è ridotto alla stregua di un campo di battaglia dove le vittime sono i pazienti, i medici, gli infermieri e tutto il personale impiegato in ospedali che erano e restano una vergogna”. Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone SOCIALE: BONAFONI (SI-SEL), IN BILANCIO REGIONALE NESSUN FINANZIAMENTO DIRETTO A LEGGE SULLA FAMIGLIA In questi giorni abbiamo letto e compreso le note strumentali dettate alle agenzie da parte dell'opposizione di centrodestra rispetto agli 800 Mila euro stanziati in bilancio al capitolo "Interventi in favore delle famiglie", ma il titolo ripreso oggi da un quotidiano nazionale ci spinge a fare un po' di chiarezza. Quel finanziamento, come dice appunto la legge di bilancio, andrà ad alimentare una serie di politiche presenti nella legislazione del Lazio e dirette al sostegno delle famiglie della nostra Regione. Nessun finanziamento diretto è invece previsto per la legge 32 del 2001, la cosiddetta "legge Storace sulla famiglia", a suo tempo bollata come discriminatoria anche da parte di autorevoli esponenti dell'allora maggioranza di destra, come l'on. Alessandra Mussolini. Un emendamento in questo senso era stato in effetti presentato dalla consigliera Olimpia Tarzia, poi costretta al ritiro. È la stessa consigliera di opposizione d'altra parte a smentire indirettamente certi titoli trionfanti quando nelle sue note auspica che almeno parte di quei fondi vada a rifinanziare la legge 32. Un auspicio che dal nostro punto di vista dovrà essere subordinato a un unico principio, quello della non discriminazione. Non esistono nel Lazio, come in nessun altro luogo, famiglie di serie A e famiglie di serie B. Nessun dibattito strumentalmente ideologico ci distanzierà dal dettato costituzionale, che ci indica come strada maestra quella dei diritti e dell'uguaglianza. Lo dichiara in una nota Marta Bonafoni, consigliera regionale di Sinistra Italiana - Sinistra Ecologia e Libertà.

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