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Sabato, 20 Aprile 2024
Politica

Regione, bilancio, Simeone (fi): “Zingaretti smentito dai suoi assessori, bagno di sangue nel 2017”

“I segnali di ripresa e i successi di Zingaretti vengono smontati ad uno ad uno nelle relazioni degli assessori regionali che, settore per settore, a fronte di una consistente riduzione delle somme in bilancio per il 2017 hanno illustrato quello...

“I segnali di ripresa e i successi di Zingaretti vengono smontati ad uno ad uno nelle relazioni degli assessori regionali che, settore per settore, a fronte di una consistente riduzione delle somme in bilancio per il 2017 hanno illustrato quello che si potrebbe definire un bagno di sangue.

Solo per citare due esempi, oggi l’assessore alla formazione, scuola, università e al turismo, Massimo Smeriglio, in commissione ha detto che “bisogna fare di necessità virtù”. Per il turismo le risorse sono passate, per la spesa corrente, dai circa 7 milioni e mezzo del 2016 ai 3 milioni circa del 2017, mentre per la spesa in conto capitale da oltre 1 milione e 300 mila euro ai poco più di 200 mila euro per il 2017. Per la formazione si passa dai poco più di 100 milioni di euro a poco più di 93 milioni per la spesa corrente, mentre registriamo un timido aumento per la spesa in conto capitale che passa dai poco più di 21 milioni euro ai poco più di 34 milioni di euro per il 2017. L’assessore Ravera, cultura e politiche giovanili, ha scritto nero su bianco che la Regione ha deciso di ridurre l’Irpef e quindi “tale scelta impone una limitazione dei sogni”. L’assessore all’agricoltura Hausmann si limita in una manciata di pagine ad elencare i pochi bandi ed interventi effettuati. Ancora una volta siamo costretti a constatare che la Regione Lazio guidata dal presidente Zingaretti si sta limitando a mettere in ordine sugli scaffali le risorse che arrivano dai fondi europei e nazionali. Nelle relazioni, nelle parole, né tanto meno nelle proposte di legge su bilancio e stabilità, o nella proposta di Documento di economia e finanza regionale 2017 – 2019 c’è una qualche idea, anche solo abbozzata, di programmazione organica, di interventi che passando dalle emergenze, tantissime, in corso, nel settore della salute, dell’occupazione, della dispersione scolastica. Zingaretti e la maggioranza di centrosinistra di fronte ai problemi esistenti si limitano ad alzare le mani. Una buona amministrazione dovrebbe prima comprendere la situazione in atto, poi definire le priorità e trovare le risorse per realizzarle. Zingaretti, invece, fa come quelli che pretendono di vincere alla lotteria senza neanche acquistare il biglietto. Con questa politica arrendista il Lazio non vincerà mai la sua sfida con il futuro e con lo sviluppo”. Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone

LAVORO; ABBRUZZESE (FI): ZINGARETTI E VALENTE FACCIANO CHIAREZZA SU PROROGA AMMORTIZZATORI SOCIALI AREA DI CRISI FROSINONE

"Il presidente della giunta regionale Nicola Zingaretti e l'assessore al Lavoro, Lucia Valente devono fare necessariamente chiarezza sulle dinamiche afferenti l’Accordo di programma “Frosinone/ Anagni” del 2013 e dei provvedimenti correlati in ordine al riconoscimento dell’area di crisi complessa del settembre 2016 e della conseguente opportunità della proroga della CIG fino al 31.12.2017". Lo ha dichiarato Mario Abbruzzese consigliere regionale di Forza Italia del Lazio e presidente della Commissione Speciale Riforme Istituzionali. "Pertanto auspico che venga comunicata, magari nell'incontro del 20 dicembre richiesto dai lavoratori della vertenza frusinate, l'estensione del provvedimento di proroga degli ammortizzatori sociali a tutti i lavoratori che hanno prestato servizio in aziende ubicate nell'area di crisi e non soltanto ai residenti. In pratica, secondo l'atto emanato dalla Regione un lavoratore della Provincia di Frosinone che intende beneficiare della indennità di mobilità in deroga, dovrà recarsi presso le sedi del Sindacato, per l’attivazione della relativa procedura, dichiarando di essere residente in uno dei Comuni rientranti nell’Area di Crisi Industriale Complessa di Frosinone, e di aver terminato nel 2016, ovvero entro il 31 gennaio 2017, i benefici della mobilità ordinaria, ASPI e Mini Aspi, Naspi e di essere disponibile ad accettare la politica attiva. In questo quadro di iniziative pur incentivanti, risulta tuttavia una circostanza paradossale. Alcuni lavoratori, infatti, pur avendo lavorato e quindi dipendenti nelle Aziende in crisi o addirittura chiuse, ma comunque con sede nei Comuni del SLL di Frosinone, poiché residenti fuori da questo conteso, cioè non in uno dei 37 Comuni dell’Area interessata, rimarrebbero esclusi dai provvedimenti di proroga della CIG e, comunque, di ogni eventuale ulteriore incentivazione. A mero titolo di esempio, se un lavoratore ha lavorato presso la Videocon ,quindi in territorio di Anagni nel SLL, ma residente a Terelle, sarebbe escluso dai benefici. Una circostanza penalizzante ma soprattutto inaccettabile. E’ necessario tenere presente quindi che tutti i lavoratori, che prestano o hanno prestato attività lavorativa in una delle aziende presenti nell’area di crisi, di cui al SLL, devono poter usufruire dei medesimi benefici, tenendoli però sganciati dalla loro singola territorialità di residenza. Tale contesto è stato oggetto di una mia interrogazione di qualche settimana fa, su cui non è pervenuta nessuna risposta da parte di Zingaretti e la Valente. Pertanto credo siano opportuni dei chiarimenti da parte non solo al sottoscritto, ma soprattutto a tutti gli ex lavoratori della provincia di Frosinone. Ho richiesto, infine, al governatore entro la data del 31.12.2016, con un provvedimento specificamente destinato a porre rimedio a quella che, oggettivamente, risulta essere una evidente ingiustizia, oltre che un inspiegabile discrimine e penalizzazione". Ha concluso Abbruzzese.

SANITÀ, PETRANGOLINI: COSTI PER I CITTADINI TROPPO ALTI, MA IL LAZIO ABOLISCE IL TICKET REGIONALE

“I dati che emergono dal Rapporto Pit Salute, presentato stamane, vanno valutati con grande attenzione. Molti cittadini, in effetti, faticano a curarsi perché i costi, in molti casi, sono divenuti insostenibili. Tra le prestazioni che incidono di più sul portafoglio dei pazienti ci sono i ticket per gli esami diagnostici e le visite specialistiche, l’acquisto dei farmaci, le prestazioni intramoenia, la degenza nelle residenze sanitarie assistite, la mancata esenzione per alcune patologie rare. Ci auguriamo che anche il governo nazionale si renda conto di quanto sia pesante il costo per le famiglie che in questi anni si sono impoverite. Proprio per questi motivi, il Lazio ha scelto di dare un segnale importante con l’abolizione del ticket regionale garantendo così un risparmio di 20 milioni di euro all’anno per i cittadini di questa regione.” A parlare è Teresa Petrangolini, consigliere regionale del Lazio (gruppo PD), componente della Commissione Politiche sociali e salute.

“La novità – spiega Petrangolini – è possibile grazie ai sostanziali miglioramenti dell’equilibrio finanziario del Servizio sanitario regionale, frutto del lavoro di questi anni da parte della Giunta Zingaretti. Il ticket regionale era stato introdotto nel lontano 2008 come contributo fisso aggiuntivo al ticket nazionale per i cittadini che chiedevano una serie di prestazioni. In sostanza – aggiunge - con l’abolizione del ticket, i cittadini potranno risparmiare, per esempio, 15 euro per risonanza magnetica e TAC, 5 euro per la fisiokinesiterapia, 4 euro per le visite specialistiche ambulatoriali e per gli accorpamenti di prestazioni ambulatoriali. Un passo in avanti importante – conclude Petrangolini - per rendere le cure più sostenibili”.

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