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Regione, biodiversità: Consiglio Lazio approva piano risorse genetiche autoctone

La deliberazione tutela le specie di interesse agricolo tradizionalmente coltivate o allevate nella regione. A carico dell’Arsial 300 mila euro l’anno, altri fondi previsti dai contributi del PSR

La deliberazione tutela le specie di interesse agricolo tradizionalmente coltivate o allevate nella regione. A carico dell’Arsial 300 mila euro l’anno, altri fondi previsti dai contributi del PSR

È stato approvato oggi dal Consiglio regionale del Lazio il “Piano settoriale di intervento per la tutela delle risorse genetiche autoctone di interesse agrario”. Il voto a favore della deliberazione consiliare ha dato il via libera al programma di interventi a tutela della biodiversità delle “risorse genetiche” tradizionalmente coltivate o allevate da almeno 50 anni nel Lazio (finora ne sono state censite 186 vegetali e 27 animali). Il piano, valido per il periodo 2015-2017, dovrà essere attuato all’Arsial. A carico dell’agenzia sarà una spesa annuale di 300 mila euro. Altre risorse finanziarie sono previste dai contributi dei programmi di sviluppo rurale (PSR) del Lazio del 2007-2013 e 2014-2020.

Il piano è stato illustrato dall’assessore Sonia Ricci. “È la traduzione di un principio europeo”, ha specificato la responsabile per l’agricoltura della giunta Zingaretti. Un principio che affonda le radici nella convenzione sulla biodiversità di Rio de Janeiro del 1992. Sarà compito dell’Arsial definire i piani operativi annuali, come ha ricordato l’assessore. Il piano approvato oggi fissa alcuni obiettivi generali. È prevista la prosecuzione delle indagini sul patrimonio genetico autoctono, sull’economia, sulla cultura e sul “saper fare” delle comunità che conservano queste specie. Continuerà a essere alimentato il registro volontario regionale, un elenco che va dall’albicocco di Monteporzio allo zucchino di Cerveteri.

Tra gli altri obiettivi figurano il miglioramento della rete di conservazione e sicurezza (costituita da 496 agricoltori e 661 allevatori) anche per poter ottenere i contributi del nuovo PSR 2014-2020. E ancora: la promozione di investimenti innovativi sul territorio in grado di produrre risultati immediatamente applicabili nelle aziende agricole e, infine, le azioni locali individuate da Arsial. Iniziative per conservare e promuovere “elevati livelli di diversità negli ecosistemi agricoli e semi naturali regionali” avviare anche su suggerimento di aziende, comunità e amministrazioni locali. Un esempio di queste, portato dalla stessa Ricci, saranno le attività di conservazione partecipativa, nelle quali gli scambi di conoscenze tra operatori faranno da strumento di formazione.

Il Consiglio ha precisato, accogliendo le modifiche suggerite da Fabrizio Santori e Luca Malcotti del gruppo Misto, che i 300 mila di spesa annua a carico di Arsial potranno coprire esclusivamente le azioni e gli interventi previsti dal piano e dai programmi operativi annuali. Santori, durante la discussione generale, è stato critico sulle spese dell’Arsial e ha auspicato l’abolizione dell’agenzia. A suo dire sono necessari maggiori controlli sull’operato dell’Arsial. “Nel leggere il testo – ha poi osservato nel dibattito iniziale Malcotti – si ha l’impressione che esso consista in un elenco di propositi facilmente condivisibili, tutti ragionevoli, ovvi e, aggiungo, inutili”. “Tutti i contenuti reali – ha aggiunto – vengono rimandati ai cosiddetti piani annuali”. Ma qui, per il consigliere del gruppo Misto, mancherebbe una definizione del perimetro degli interventi che sono nelle intenzioni dell’amministrazione e della Giunta. Accolti dall’Aula nove emendamenti sui 15 presentati da Santori e Malcotti.

Il piano era stato oggetto durante l’iter preparatorio di parere favorevole da parte dell’VIII commissione del Consiglio regionale, competente per l’agricoltura, presieduta da Mario Ciarla (Pd). In quella sede il Movimento 5 Stelle, con le consigliere Silvana Denicolò e Silvia Blasi, aveva ottenuto il voto favorevole su 13 proposte di modifica del testo, mentre una portava la firma di Rosa Giancola e Riccardo Valentini, entrambi del Pd. Il testo, votato oggi, a fine luglio aveva ottenuto il via libera della commissione Bilancio, presieduta da Mauro Buschini.

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Sanità, Petrangolini: il servizio di Audiomedical deve riprendere a pieno ritmo

“Quello di Audiomedial è un servizio essenziale per i cittadini. Mi auguro che nei prossimi giorni l’attività possa riprendere a pieno ritmo”. A parlare è Teresa Petrangolini, consigliere regionale del Lazio (gruppo PD) e componente della commissione Politiche sociali e salute.

“Il Centro Audiomedical di via Pian di Scò, una struttura specializzata nella diagnosi e nel trattamento dei disturbi del linguaggio e dell'apprendimento accreditato con il Servizio Sanitario Nazionale, offre assistenza a 283 bambini con disturbi del linguaggio e affetti da autismo. A causa di una gestione approssimativa della precedente amministrazione – spiega Petrangolini - da circa un anno e mezzo, il servizio è stato prima chiuso e poi sottoposto a ridimensionamento. Così, la sospensione delle attività ha messo a repentaglio la continuità assistenziale di cui i piccoli pazienti hanno bisogno”.

“Grazie all’impegno della Regione, pare definitivamente chiuso l’iter per garantire la regolarità del servizio – annuncia Petrangolini – e si può evitare così il rischio che l’interruzione delle terapie e l’assenza di valide alternative assistenziali possa nuocere drammaticamente alla salute dei bambini utenti provocando enormi disagi per le loro famiglie. Mi auguro che la soluzione positiva delle vicenda arrivi molto presto”.

'METREBUS', RIGHINI (FDI) SOLLECITA LA REGIONE A VENIRE INCONTRO A PENDOLARI, TURISTI E PELLEGRINI

E' stata ancora una volta Fratelli d'Italia, tramite l'odierna interrogazione del capogruppo Giancarlo Righini, a chiedere lumi sui destini di 'Metrebus', il sistema integrato dei biglietti, che vige dal lontano 1994, e il cui futuro è stato messo a repentaglio dalla paventata rottura dell’accordo tra Atac, Co.tra.l. e Trenitalia.

Nel 'question time' Righini ha sollecitato la Giunta Zingaretti, nella persona dell'assessore Civita, a mettere in campo tutti gli strumenti necessari a salvaguardare i pendolari, evitando loro di dover acquistare titoli di viaggio diversi per ogni vettore, con un esborso economico maggiore ed inaccettabili disagi per trasporti che neppure brillano per efficienza". Un tentativo di far chiarezza, quello caldeggiato dal consigliere Righini, reso ancor più "necessario dall'ormai imminente avvio del Giubileo". Il capogruppo di Fdi non ha mancato di esternare perplessità su come sia stato possibile che Cotral, la cui proprietà è proprio regionale, "abbia agito senza indicazioni della Regione, manifestando l'intenzione di uscire dall'accordo". Contestualmente ha messo sul piatto della bilancia l'opportunità di evitare, in futuro, "di delegare direttamente alle aziende coinvolte la gestione del servizio di bigliettazione integrata”.

Righini ha quindi sollecitato l'estensione della rete di vendita dei titoli di viaggio, nonchè la potenziale integrabilità con nuovi bacini, anche di Trasporto Pubblico Locale (TPL). Dopo aver messo in guardia dai nuovi tagli del Governo Renzi, "che si abbatteranno anche sui trasporti", ha concluso, in proiezione di una gestione più virtuosa del servizio, auspicando "un corretto utilizzo degli incassi derivanti dalla vendita dei biglietti".

AUSILIARIATO, SIMEONE (FI): “ZINGARETTI ABBANDONA GLI OPERATORI DEGLI OSPEDALI DELLA PROVINCIA DI LATINA”

“Sull’interrogazione in merito al bando per l’ausiliariato nelle strutture ospedaliere della provincia di Latina, oggi al question time in consiglio regionale, il presidente Zingaretti ha deciso di sottrarsi al confronto e di lasciare all’assessore Ricci una risposta insoddisfacente e a dir poco vergognosa. Abbiamo messo nero su bianco quesiti chiari e precisi. Di questi nessuno ha ottenuto risposte. Avevamo posto, al primo punto, un quesito politico. Abbiamo chiesto perché questa Regione, e non è solo il caso degli ausiliari, con matematica precisione si ostini a non parlare con i sindacati e con i soggetti interessati. Perché Zingaretti evita il dialogo e non fa comprendere ai diretti interessati quanto in programmazione da parte della Regione Lazio, perché si sottrae e non dà certezze ai lavoratori sul loro futuro. La non risposta fornita non fa che mortificare i cittadini e il ruolo che svolgiamo in loro rappresentanza in consiglio regionale. Volevamo conoscere con certezza se nella gara d’appalto saranno inserite, chiare e non interpretabili, clausole sociali a tutela e salvaguardia dei lavoratori oggi impiegati nel servizio di ausiliariato presso le strutture della provincia di Latina, per garantire la continuità professionale e il futuro occupazionale degli operatori e quali azioni si intendano mettere in atto per vigilare sul loro inserimento nel capitolato che sarà predisposto dalla Asl di Latina. Volevamo sapere la ragione per cui si è deciso di procedere ad autorizzare l’indizione di una gara d’appalto solo per sei mesi più sei mesi anziché per una durata superiore privando gli operatori e i servizi erogati di adeguata continuità nonché della stabilità lavorativa necessaria anche nell’ottica del mantenimento dei livelli minimi assistenziali; se la gara di appalto per i servizi di ausiliariato, già in proroga da anni, prevede un’indizione con scorporo del servizio di pasti al malato con la conseguente, possibile, riduzione dell’orario di lavoro e delle già esigue risorse stipendiali pari a circa 700 euro al mese; se anche il servizio di ausiliariato, stando i tagli della spesa sanitaria previsti, risulta essere ricompreso tra i servizi soggetti a taglio della spesa e in che misura; e sapere la ragione per cui la Regione Lazio ha deciso di autorizzare la Asl di Latina a ricorrere ad agenzie interinali per le prestazioni di lavoro e se tale scelta comporterà, e in quale misura, un aumento del costo lavoro e se tale decisione riguarda anche il servizio di ausiliariato. La fuga a cui abbiamo assistito è la fuga da quelle responsabilità che devono essere proprie di chi amministra la Regione Lazio, ed in particolare come nel caso del presidente Zingaretti, un settore delicato come quello della sanità che tocca la vita dei cittadini e dei lavoratori. La mancanza di risposte è il segnale evidente della confusione che regna in questa Regione nonché dell’approssimazione e della leggerezza con cui si affrontano questioni fondamentali come il lavoro, l’occupazione ed i servizi. Oggi l’obiettivo primario dovrebbe essere, stando anche la gravissima crisi economica in atto e l’emergenza costante che contraddistingue la sanità nella provincia di Latina e nel Lazio, quello di dare certezze ai lavoratori che svolgono un ruolo fondamentale di supporto alle già esigue risorse professionali che operano nei nostri ospedali. Siamo costretti a prendere atto che di tutto questo nulla interessa al presidente Zingaretti e alla sua maggioranza e per questo ripresenterò l’interrogazione sull’ausiliariato finchè non otterremo una risposta concreta e precisa, finchè gli operatori e le loro famiglie non avranno garanzia del loro futuro. Zingaretti scappa, non lo rincorriamo, ma ne stia certo, lo aspettiamo al varco”.

Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone

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