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Regione, Lazio, Umbria e Marche: rafforzate prime misure per zone colpite dal Terremoto

Ringraziamo il ministro Martina per aver prontamente convocato ieri una riunione operativa durante la quale abbiamo ricominciato il lavoro che incessantemente dal 24 agosto ci vede impegnati in un tavolo congiunto presso il Mipaaf, insieme alla...

Ringraziamo il ministro Martina per aver prontamente convocato ieri una riunione operativa durante la quale abbiamo ricominciato il lavoro che incessantemente dal 24 agosto ci vede impegnati in un tavolo congiunto presso il Mipaaf, insieme alla Protezione Civile nazionale.

Sono state decise immediate azioni a sostegno del sistema agricolo e allevatoriale per le zone colpite dal terremoto, a seguito delle ultime tragiche scosse dello scorso 30 ottobre: una misura urgente messa a disposizione dal Ministero per la copertura del mancato reddito delle imprese allevatoriali, con un aiuto a capo bovino di circa 400 euro e aiuti in fase di valutazione per ovini e suini; l'accoglimento della nostra proposta di raddoppiare il plafond disponibile per le gare in corso presso la Regione Lazio per le stalle tunnel temporanee e presso la Regione Umbria per le casette; la disponibilità del numero 1515 del Corpo Forestale dello Stato per raccogliere tutte le segnalazioni e le richieste di aiuto da parte degli agricoltori e degli allevatori delle zone colpite dal sisma.

Comprendiamo lo stato psicologico di preoccupazione e di paura dei cittadini dei Comuni colpiti dal sisma, ma vogliamo assicurare che il lavoro prosegue da parte delle Istituzioni, della Protezione Civile, del Ministero della Salute e di tutti i soggetti competenti senza sosta per fronteggiare al meglio, nella complessità dell'analisi caso per caso, la situazione".

REGIONE LAZIO: 1,4 MLN DI EURO PER VALORIZZAZIONE DIMORE STORICHE APERTE LE ADESIONI A RETE REGIONALE

Dopo l’approvazione della legge regionale la Direzione alla Cultura della Regione Lazio ha dato il via all’accreditamento alla Rete regionale delle dimore, ville, complessi architettonici, parchi e giardini di valore storico-artistico, un importante strumento per la valorizzazione del territorio e di tutela di tutto il patrimonio culturale. Alla rete delle dimore potranno aderire gli enti pubblici e i soggetti privati proprietari dei beni. La scadenza per la presentazione delle domande è gennaio 2017. L’accreditamento alla Rete costituisce il presupposto ai fini dell’eventuale concessione delle forme di sostegno previste dalla legge regionale 8/2016 che promuove e sostiene interventi di valorizzazione, fruizione, conoscenza, informazione e formazione relativamente ai beni indicati. Con la nuova legge la Regione stanzia infatti 1,4 milioni di euro fino al 2018 per interventi e progetti di restauro, risanamento conservativo, recupero e manutenzione straordinaria.

La legge promuove anche la tutela specifica del patrimonio turistico della costa laziale e la collaborazione con le università del Lazio per finanziare attività di formazione nel settore dei servizi turistico-culturali e in quello della conservazione e del restauro dei beni culturali. Con la stessa legge la Regione promuove inoltre la nascita di start up giovanili che coniughino la promozione culturale, il restauro e il recupero architettonico con l'utilizzo delle nuove tecnologie.

“Si tratta di una legge importante che riguarda cinquecento luoghi tra giardini e dimore storiche del Lazio. Dopo i fondi per la valorizzazione dei quattro siti Unesco del Lazio (Cerveteri, Tivoli, Tarquinia e Montalto di castro), e i finanziamenti per le città di Fondazione, questo è un altro tassello con cui la Regione intende valorizzare oltre duemila anni di storia: i siti romani ed etruschi, i borghi medievali, le ville e i giardini, fino all’architettura razionalista nelle città di fondazione. Cerchiamo anche così – ha spiegato Lidia Ravera assessore regionale alla Cultura - di proteggere e consolidare il nostro patrimonio e intervenire con restauri appropriati ponendo l’attenzione sui piccoli centri del nostro territorio. Ringrazio personalmente la commissione cultura del consiglio regionale che si è trovata unanimemente d’accordo nel varare una legge fondamentale come questa e il consigliere regionale Riccardo Valentini primo firmatario”.

BUSCHINI: “STANZIATI 4,5 MILIONI IN FAVORE DELLE PERSONE AFFETTE DA INSUFFICIENZA RENALE CRONICA”

“E’ stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale la Deliberazione di Giunta con cui la Regione ha proceduto a destinare l’importo di 4,5 milioni di euro per contribuiti, tramite le ASL regionali, all’acquisto di prodotti ipoproteici in favore delle persone affette da insufficienza renale cronica (IRC) e forniti dalle farmacie del Lazio nell’annualità 2016. Si tratta di un passo molto importante da parte della Regione, poiché purtroppo i dati Censis confermano che le patologie legate ad insufficienza renale cronica sono in aumento ed una dieta ipoproteica è fondamentale strumento nella terapia conservativa: questo trattamento consente, infatti, di rallentarne la progressione, di prevenire la comparsa di malnutrizione, di ridurre l’incidenza di ospedalizzazione e di procrastinare quanto più possibile l’avvio delle terapie di dialisi, ma soprattutto comporta per i pazienti, che usufruiscano della dieta, una migliore qualità della vita rispetto all’invasività delle terapie. Con questa misura, quindi, la Regione ha confermato le modalità di pagamenti direttamente in favore delle farmacie del Lazio da parte della Direzione Regionale dei Servizi Sociali”. Lo dichiara in una nota l’Assessore Regionale Mauro Buschini. “Un contribuito diretto all’acquisto di questi speciali prodotti – ha spiegato Buschini – costituisce un motivo di grande attenzione da parte della Regione sia alle tematiche della salute che a quelle economiche di chi sia costretto a far fronte alla ingente spesa che la patologia comporta ed a fronte della quale non sempre i cittadini, specie nei difficili momenti che viviamo, possono disporre di adeguate risorse economiche”.

CONSORZIO AURUNCI, SIMEONE (FI): “ZINGARETTI SI CONFRONTI CON I COMUNI E SI ASSUMA LA RESPONSABILITA' DELLE PROPRIE INADEMPIENZE”

“Consorzio degli Aurunci, la nostra battaglia per evitare che l’inerzia della Regione Lazio si abbatta sui Comuni e danneggi i cittadini continua. Ho presentato, dopo quella a risposta immediata, anche una interrogazione a risposta scritta nella quale chiedo al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti e all’assessore competente, Buschini, se intendono revocare la determinazione con cui la Regione ha autorizzato il recupero dei crediti nei confronti dei singoli Comuni consorziati e se abbia intenzione di cercare con i Comuni una soluzione alternativa. Quello che contestiamo è che la Regione, di fatto, sta facendo pagare ai Comuni una lunga serie di inadempienze di cui essa stessa è coprotagonista. La Regione Lazio, infatti, dal 1992 ad oggi, ha avuto diverse occasioni, normative e non, per intervenire ed impedire il dissesto del Consorzio Acquedotti Riuniti degli Aurunci. La Regione pur avendone potere e titolarità non è mai intervenuta a regolamentare la materia, lasciando un vuoto normativo che ha avuto conseguenze negative anche sulle sorti del Consorzio. A nulla sono valsi i ripetuti interventi della prefettura di Frosinone e del ministero competente. A nulla è servito l’ultimo sollecito della Presidenza del Consiglio dei ministri del maggio 2015 che pone a carico delle Regioni l’obbligo di individuare le nuove autorità di governo del Servizio Idrico Integrato. Solleciti rimasti carta straccia. Per queste ragioni oggi, far ricadere sui Comuni le mancanze del Consorzio che ha fatto la sua tragica fine anche per l’inerzia della Regione Lazio, è oltremodo ingiusto ed inopportuno. Pur nella “dubbia” legittimità della determinazione, resta infatti l’evidenza di una Regione che ha quale compito primario quello di tutelare gli Enti locali. Cosa che la Regione non ha fatto limitandosi a scegliere la strada più semplice, ma più penalizzante, per recupere i crediti maturati. Ragioni di opportunità e di correttezza nell’operato della pubblica amministrazione imporrebbero, ed impongono, di revocare la determinazione e di cercare con i Comuni consorziati una alternativa al recupero coatto salvaguardando, così, gli esigui bilanci di Enti già gravati dal taglio ai trasferimenti pubblici ed incapaci di far fronte anche all’amministrazione ordinaria ed ai servizi sociali primari. Era e resta inaccettabile che la Regione eserciti la sua forza senza alcun confronto o contraddittorio con i Comuni limitandosi a suddividere il credito vantato nei confronti del Consorzio, pari ad oltre 6milioni di euro, tra i Comuni consorziati. Nella provincia di Latina i Comuni consorziati sono in totale 20. E per ciascuno, i costi per ripianare il debito vanno dai circa 800mila euro di Terracina e Minturno, passando per gli oltre 700mila euro di Gaeta, gli oltre 500mila di Formia, i circa 125mila di Sperlonga, fino ai circa 55mila di Monte San Biagio e agli oltre 70mila di Sonnino. L’obiettivo che vogliamo raggiungere è creare un dialogo costruttivo tra Regione e Comuni nell’interesse dei cittadini, in un’ottica di solidarietà istituzionale che dovrebbe essere la bussola di Zingaretti alla guida di quella che è ancora e purtroppo un’amministrazione troppo lontana dalla realtà”. Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone

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