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Regione, “Piani di emergenza in quasi 90% dei Comuni del Lazio” Il Presidente Zingaretti e l’Assessore Buschini hanno presentato le novità sui Pec

Lo scorso agosto meno del 5 per cento dei 378 Comuni del Lazio aveva un piano d'emergenza anti-calamità naturale adeguato alle più moderne normative.

Lo scorso agosto meno del 5 per cento dei 378 Comuni del Lazio aveva un piano d'emergenza anti-calamità naturale adeguato alle più moderne normative. A settembre 2016 la Regione Lazio ha richiesto a tutti i Comuni entro il 5 dicembre scorso l'invio dell'adeguamento dei Piani d'emergenza comunale (Pec). Ora i Comuni in regola sono 337, cioè circa il 90 per cento. I dati sono stati resi noti stamattina dal presidente della Regione Nicola Zingaretti insieme con gli assessori all'Ambiente Mauro Buschini e alle Infrastrutture Fabio Refrigeri, e con il nuovo capo della Protezione civile regionale Carmelo Tulumello. I Pec sono l'insieme delle procedure operative d'intervento per fronteggiare una qualsiasi calamità che colpisce un determinato territorio. L'amministrazione regionale, con la Protezione Civile, effettuerà una valutazione di conformità ed erogherà delle risorse in base alla popolazione: il contributo complessivo a carico della Regione è pari a poco più di 2,8 milioni e sarà erogato solo alla fine della valutazione di conformità. La Regione Lazio ha inoltre deciso di sostenere il progetto 'Casa Italia' per la messa in sicurezza degli edifici, investendo 50 milioni di euro dell'ultimo bilancio regionale per le strutture pubbliche ma anche agli immobili privati sempre tramite i Comuni. Gli interventi finanziati saranno concentrati in via prioritaria nelle aree a maggior rischio sismico.

"Oggi presentiamo un impegno e una svolta importante che abbiamo voluto dare nel Lazio sulla sicurezza antisismica, sia a livello di normativa che di investimenti". Così il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti, presentando il programma di adeguamento dei piani d'emergenza comunali. "Dopo il sisma - ha aggiunto - abbiamo investito 4 milioni di euro per rafforzare la struttura della Protezione civile, ma quell'occasione ha tirato fuori tutti i limiti dei piani di intervento. Solo il 4,7% dei Comuni del Lazio, ovvero 18 su 378, aveva dei Piani emergenza comunale conformi alle nuove e moderne direttive del 2014, mentre 245, il 64,8%, aveva dei piani con un'impostazione superata. Abbiamo preso di petto la situazione - ha proseguito - e messo a disposizione dei Comuni 3 milioni per adeguare la programmazione, ottenendo un risultato molto positivo: a dicembre circa il 90% dei Comuni del Lazio, ben 337, ha presentato un nuovo piano, passando dal 4,7% al 90% dei Comuni in regola. Tra le zone più a rischio coperte dal Piano ci sono Rieti e Frosinone - ha concluso - Per Frosinone nelle prossime settimane stiamo pensando a una delibera di sostegno e rafforzamento degli interventi di adeguamento sismico".

“La Regione Lazio – ha spiegato Buschini - ha intrapreso iniziative concrete affinché i comuni predispongano e aggiornino il piano di emergenza di protezione civile, prevedendo anche una contribuzione diretta alla spesa da sostenere per tale adempimento.

Appariva, infatti, assolutamente prioritario procedere ad iniziative necessarie affinché i Comuni si mettessero in regola con il piano di emergenza di protezione civile. L'esigenza è consistita nel rendere il piano non solo conforme alle norme, ma di renderlo maggiormente efficace per facilitare l'azione degli organismi di Protezione Civile in caso di calamità o evento sismico. Grazie al Piano, infatti, in caso di emergenza ogni comune saprà come fronteggiare nell'immediato la necessità di assicurare un adeguato soccorso grazie ai soggetti responsabili identificati nel Piano, con i mezzi e nei luoghi che nel piano stesso saranno indicati, in coordinamento con gli uffici regionali della protezione civile. Oggi, quasi il 90% dei comuni del Lazio sono in regola con le nuove normative sulla sicurezza anche grazie all’investimento regionale di oltre 2 milioni. Risorse che la Regione Lazio ha messo a disposizione degli enti locali. Si tratta di un risultato che, grazie all’azione di questi mesi, pone il Lazio al pari di Regioni meglio organizzate per la tutela della sicurezza dei cittadini”.

SANITA; ABBRUZZESE (FI): PROVINCE TERRITORI SERIE B

"Ancora una volta il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti decide che le province di Frosinone, Latina, Rieti e Viterbo sono territori di serie B rispetto a Roma. il governatore è la sua maggioranza hanno stanziato 8 milioni e mezzod i euro a favore delle ASL per attrezzature sanitarie e informatiche, ma non c'è un euro a favore delle Aziende Sanitarie dei territori periferici. Siamo favorevoli a questi tipi di intervento ma devono riguardare tutto il territorio laziale". Lo ha dichiarato Mario Abbruzzese consigliere regionale di Forza Italia del Lazio e presidente della Commissione Speciale Riforme Isituzionali.

"Pertanto quando il governatore annuncia che sta lavorando per riqualificare il sistema sanitario del Lazio, risulta opportuno apostrofarlo con un bel "ma ci faccia il piacere".

L'offerta al cittadino è del tutto inadeguata alla richiesta e ai reali bisogni delle migliaia di utenti che sono costretti quotidianamente a ricorrere alle cure nei nosocomi delle province. Una situazione di disagio che i cittadini non sono più disposti a sostenere. Non è piu tollerabile dover scegliere a chi offrire l'unica lettiga disponibile, spostando i malati a seconda di criteri insensati che mettono a rischio la salute ed espongono a problemi anche il personale sanitario. I familiari dei pazienti vogliono avere risposte serie e concrete, basta con promesse non mantenute e proclami sbandierati ai quattro venti che restano nell'aria. A pagarne le spese sono sempre i cittadini che si trovano a dover fare i conti con una sanità del territorio che non sostiene le esigenze reali del bacino di utenza.

Tutto ciò succede comunque in tutte le province del Lazio senza che il presidente Zingaretti muova un dito, anzi destina sempre più risorse, come nel caso degli 8 milioni e mezzo soltanto su Roma.

Cosi facendo, vengono messe in ginocchio soprattutto le realtà di provincia. Purtroppo, però, l’unico a non rendersi conto di tale situazione, è proprio il presidente della regione nonche commissario ad acta". Ha concluso Mario Abbruzzese.

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