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Regione, sanita; Abbruzzese (FI): i cittadini del lazio pagano 2443 a testa per una sanita' che non funziona. nelle province non ci si riesce a curare

"I residenti del Lazio versano ogni anno, tramite le imposte più alte d'Italia, 2443 euro per la salute. Insomma ogni cittadino della nostra regione paga una cifra per un servizio che non funziona. Il tutto è certificato dalla carenza dei servizi...

"I residenti del Lazio versano ogni anno, tramite le imposte più alte d'Italia, 2443 euro per la salute. Insomma ogni cittadino della nostra regione paga una cifra per un servizio che non funziona. Il tutto è certificato dalla carenza dei servizi ospedalieri, dalle lunghissime o meglio infinite liste di attesa". Lo ha dichiarato Mario Abbruzzese, consigliere regionale di Forza Italia del Lazio e presidente della Commissione Speciale Riforme Istituzionali.

"Tali disfunzioni sono palesi soprattutto nelle zone periferiche.Nelle province, come quella di Frosinone non ci si riesce a curare. I cittadini fanno sempre più fatica ad usufruire di servizi efficaci ed efficienti. Occorre potenziare le strutture ospedaliere, come ad esempio riuscire a dotare delle specialità opportune, l'ospedale Spaziani di Frosinone fino a farlo diventare Dea di II Livello. A Sora il Santissima Trinità arranca mentre doveva essere un Polo Oncologico di eccellenza e in questo senso dobbiamo lavorare. Il Santa Scolastica di Cassino è riconosciuto come Dea di I Livello, ma mancano elementi basilare per far si che lo sia realmente. Serve nuovo personale e la riattivazione di alcune unita operative semplici.

Se si riuscirà veramente, non solo a parole, a potenziare queste tre importanti strutture della provincia di Frosinone, avremo sicuramente una sanità diversa, più efficace che non costringerà i cittadini della Ciociaria, chi può permetterselo, ai soliti viaggi della speranza verso Roma o addirittura fuori regione.

In nome della spending review le province del Lazio, e particolarmente il nostro territorio hanno ricevuto tagli di servizi territoriali e prestazioni e chiusure di strutture. Ma non c'è stata nessuna riorganizzazione e pochi tagli agli sprechi, visto e considerato che otto aziende ospedaliere romane chiudono il bilancio in forte passimo: -161 milioni il San Camillo, -105 il San Filippo Neri, -98 il San Giovanni, - 92,5 l'Umberto I. Le chiacchiere ormai stanno a zero". Ha concluso Abbruzzese.

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