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Regione, sicurezza domestica, approvata legge regionale a tutela

Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato a maggioranza la proposta di legge numero 3, prima firmataria Olimpia Tarzia (Lista Storace), su "Iniziative a tutela della sicurezza domestica", finanziandola con uno stanziamento annuale pari a...

Il Consiglio regionale del Lazio ha approvato a maggioranza la proposta di legge numero 3, prima firmataria Olimpia Tarzia (Lista Storace), su "Iniziative a tutela della sicurezza domestica", finanziandola con uno stanziamento annuale pari a 200mila euro.

La Regione, al fine di mitigare i rischi di infortuni all'interno dell'ambiente casalingo, promuove, avvalendosi dei Dipartimenti per la prevenzione delle Asl, interventi quali: campagne informative; percorsi di formazione; azioni di monitoraggio, valutazione e prevenzione delle situazioni di rischio; sostegno allo studio e alla ricerca mirati al miglioramento della salute, della sicurezza e della qualità della vita in ambito domestico. Prevista la collaborazione con i servizi territoriali, materno-infantile e di medicina di base, nonché con enti pubblici e privati e associazioni senza fini di lucro.

In virtù di un emendamento del Movimento 5 stelle (primo firmatario Devid Porrello), la Giunta regionale, per il coordinamento degli interventi previsti dalla nuova legge, individuerà un'apposita struttura, senza maggiori oneri a carico del bilancio.

La Giunta sottoporrà poi al Consiglio una relazione annuale sull'attività condotta.

Il testo, rispetto alla proposizione originale, è stato riformulato anche con emendamenti e articoli aggiuntivi a firma del presidente della commissione Politiche sociali e Salute, Rodolfo Lena (Pd); dei consiglieri Teresa Petrangolini (Per il Lazio), Simone Lupi (Pd) e Gian Paolo Manzella (Per il Lazio); degli assessori Rita Visini e Alessandra Sartore. Soppressi inoltre gli articoli che facevano riferimento alla nozione di "rischio domestico accettabile" e alla conseguente introduzione di "polizze assicurative agevolate".

I consiglieri Fabio Bellini (Pd) e Giuseppe Cangemi (Ncd), in fase di dichiarazione di voto, pur condividendo l’importanza del tema trattato, hanno criticato il metodo di approvazione del provvedimento, che è approdato in Aula senza essere preventivamente esaminato e licenziato dalla Commissione consiliare competente. Il capogruppo del Partito Democratico, Marco Vincenzi, ha replicato evidenziando che “la conferenza dei presidenti dei gruppi si era pronunciata favorevolmente all’inserimento immediato all’ordine del giorno del testo sulla sicurezza domestica”.

La proponente Olimpia Tarzia ha illustrato così il senso della nuova legge: “Intendiamo intervenire operativamente sul territorio regionale per promuovere la cultura della sicurezza in ambito domestico con l’ausilio di figure opportunamente formate, provenienti anche dal mondo dell’associazionismo e del volontariato. Si tratta di una problematica troppo spesso sottovalutata, ma che in realtà rappresenta la prima causa di infortuni, talvolta anche mortali, superando di gran lunga gli incidenti sul lavoro e quelli stradali”.

Per la maggioranza, Teresa Petrangolini ha rivendicato il ruolo collaborativo di tutte le forze politiche e della Giunta per “migliorare il testo di partenza e renderlo immediatamente operativo, in un contesto in cui l’aumento dell’età media pone una seria riflessione sulla sicurezza e sulla qualità di vita tra le mura domestiche”.

L’8 APRILE CONVEGNO CONSULTA FEMMINILE DEL LAZIO “QUALE MODELLO DI REGIONE? IL VALORE SOCIALE E CULTURALE DELLE COMPETENZE FEMMINILI”

L’8 aprile 2014 ore 16 – 19 Camera dei Deputati Sala della Mercede Via della Mercede, 55 Roma “Quale modello di Regione? Il valore sociale e culturale delle competenze femminili” è il titolo del convegno organizzato dalla Consulta Femminile Regionale per le Pari Opportunità del Lazio alla Camera dei Deputati il prossimo martedì 8 aprile alle ore 16.

Un confronto aperto su lavoro, ambiente, criticità sociali e il ruolo delle donne nelle istituzioni e nell’associazionismo, dal punto di vista del valore sociale e culturale delle competenze femminili.

Dopo i saluti dell’on. Maria Coscia, capogruppo Pd in Commissione Cultura, interverranno: Lucia Valente e Rita Visini, rispettivamente assessore Lavoro e assessore Politiche Sociali e Sport della Regione Lazio, le consigliere regionali Daniela Bianchi, Marta Bonafoni, Silvana Denicolò, Rosa Giancola e la vice presidente della Consulta Femminile Regionale, Federica De Pasquale. Introduce e coordina la presidente della Consulta Femminile Regionale, Donatina Persichetti, mentre alla vice presidente Patrizia Germini sono affidate le conclusioni.

RIFORME. CONSIGLIO LAZIO CHIEDE MODIFICHE A TESTO GOVERNO

No alla nomina di 21 senatori da parte del presidente della Repubblica; ripartizione dei seggi parametrata alla popolazione residente e non uguale per tutte le regioni; riequilibrare la competenza nella legislazione “concorrente” a favore delle Regioni e precisare meglio le materie esclusive dello Stato e quelle residuali delle Regioni; maggioranza assoluta della Camera dei Deputati per tutti i disegni di legge su cui il Senato esprima dissenso.

Sono questi i principali punti contenuti nell’ordine del giorno che il Consiglio regionale del Lazio ha approvato oggi a maggioranza sul tema delle riforme costituzionali, con riferimento particolare all'istituzione del Senato delle autonomie e alla riforma del titolo V della Costituzione contenute nel disegno di legge costituzionale licenziato il 31 marzo dal Consiglio dei ministri.

La votazione di oggi chiude la seduta straordinaria iniziata ieri e sospesa per mancanza del numero legale al momento del voto finale. Seduta che era stata convocata su invito della Conferenza dei presidenti dei Consigli regionali, rivolto a tutte le Assemblee, per esaminare un documento sottoscritto il 27 marzo dal suo presidente, Eros Brega, e da quello della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Vasco Errani, inviato al presidente del Consiglio Matteo Renzi prima dell’approvazione del Ddl costituzionale.

Nel Lazio l’ordine del giorno è stato illustrato nel corso della seduta di ieri da Teresa Petrangolini (Per il Lazio), consigliere segretario dell’Ufficio di presidenza, la quale ha sottolineato l’importanza di questa riforma perché “migliora il funzionamento del sistema istituzionale, agevola la semplificazione amministrativa e risolve il problema dell’enorme contenzioso tra Stato e Regioni scaturito dalla riforma del Titolo V della Costituzione del 2001”. Dopo aver ricordato il proficuo lavoro del ‘Comitato dei saggi’ istituito dal governo Letta e, soprattutto, l’esito della consultazione dei cittadini sulle riforme istituzionali “che ha visto una larghissima partecipazione popolare”, Petrangolini ha elencato i punti di divergenza rispetto al disegno di legge del Governo.

Sulla composizione del nuovo Senato delle autonomie il Consiglio regionale del Lazio ha espresso una netta contrarietà alla ipotesi della nomina di 21 senatori da parte del presidente della Repubblica. Secondo il Consiglio, infatti, i membri del Senato devono essere espressione solo delle Regioni e dei Comuni. A tal proposito, inoltre, a differenza di quanto scritto nel disegno di legge costituzionale, l’ordine del giorno chiede che la ripartizione dei seggi sia parametrata alla popolazione residente e non uguale per tutte le regioni. Sulle funzioni della nuova camera, poi, l’ordine del giorno chiede che si precisino meglio le competenze legislative esclusive dello Stato e quelle residuali delle Regioni, dato che il disegno di legge elimina dall’articolo 117 della Costituzione quelle che si definiscono “concorrenti”. Inoltre, viene chiesto che venga prevista una maggioranza assoluta della Camera dei Deputati per tutti i disegni di legge su cui il Senato esprima dissenso e una ‘clausola di salvaguardia’ mediante un voto favorevole preventivo del Senato nel corso del processo legislativo.

Infine, con due emendamenti proposti dal vicepresidente del Consiglio, Francesco Storace (La Destra), e approvati a maggioranza, viene chiesto di togliere dalla riforma costituzionale – e demandare a legge ordinaria dello Stato – le questioni relative agli emolumenti spettanti agli eletti nelle Regioni e ai fondi dei gruppi consiliari. Approvati anche quattro emendamenti del consigliere Gian Paolo Manzella (Per il Lazio).

ZINGARETTI, '40MILA EURO RESTITUITI DAL GRUPPO PD'

"40mila euro restituiti dal gruppo Pd in un anno perché aboliti i rimborsi facili. Nel Lazio le cose cambiano". Lo scrive sul proprio blog il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti.

,Buschini: “La Regione Lazio guidata dal presidente Zingaretti sta dando un grande segnale di serietà rispetto alla gestione dei fondi pubblici. Accanto ad una sistematica opera di spending review sulla struttura amministrativa, sulla spese della giunta e del consiglio, affiancata ad una importante riduzione di incarichi nelle società partecipate, da un consistente risparmio nella gestione degli acquisti con l’adozione della centrale unica di committenza, ora un nuovo segnale arriva dal gruppo del Partito democratico del Consiglio regionale. Abbiamo restituito 40mila euro di fondi per le spese di funzionamento che ci erano state assegnate.

In un momento in cui si chiedono sacrifici ai cittadini, in cui le risorse da spendere sono limitate e ne va fatto un uso appropriato, il nostro partito indica la strada da seguire, non rincorrendo alcuna spinta populista, ma soltanto percorrendo la strada e il valore della buona politica”

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