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Regione, zingaretti firma decreto con tariffe per PMA

La Regione Lazio ha fissato le tariffe per la procreazione medicalmente assistita (Pma) portando nel settore trasparenza amministrativa e certezze per cittadini e medici. Il decreto con cui si definiscono i parametri porta il numero 29 è stato...

La Regione Lazio ha fissato le tariffe per la procreazione medicalmente assistita (Pma) portando nel settore trasparenza amministrativa e certezze per cittadini e medici. Il decreto con cui si definiscono i parametri porta il numero 29 è stato firmato dal Presidente Nicola Zingaretti. L’atto regionale per quanto riguarda le prestazioni di fecondazione eterologa fa sue le tariffe transitorie fissate nel Documento della Conferenza delle Regioni e delle Province Autonome del 25 settembre 2014 che vengono recepite integralmente. In particolare la prestazione di “fecondazione eterologa con seme da donatore con inseminazione intrauterina” prevede un costo per il paziente pr l’intero ciclo assistenziale di 1.500 euro (compresi i 500 per i farmaci); con “seme da donatore in vitro” 3.500 (compresi 500 per i farmaci) e infine per quella con “ovociti da donatrice” la tariffa è fissata a 4000 euro compresi i farmaci. Il documento sottolinea inoltre che le prestazioni effettuate in mobilità da residenti nella regione Lazio presso altre Regioni e PP.AA. saranno remunerate allo stesso modo. Per quanto riguarda la fecondazione omologa, tre sono le tipologie e corrispondono a tre diversi gradi di complessità e per ognuna è fissato il limite massimo di compartecipazione alla spesa. Per le prestazioni di livello I, monitoraggio ovulazione + IUI, il costo è di 378,85 euro; per il livello II che prevede monitoraggio ovulazione più trasferimento embrioni in ambulatoriale, la tariffa è di 955,91. Stessa cifra per le prestazioni più complesse, quelle di livello III e che prevedono il ricovero in day hospital. Le disposizioni contenute nel decreto sono valide per i centri PMA pubblici autorizzati all’esercizio. La Regione con il decreto 29 recepisce il “Documento sulle problematiche relative alla fecondazione eterologa a seguito della sentenza della Corte Costituzionale nr. 162/2014”, e per i cicli di fecondazione medicalmente assistita stabilisce precisi criteri d’accesso a carico del SSR: età della donna (fino al compimento del 43° anno); tre il numero massimo di tentativi che possono essere effettuati nelle strutture sanitarie pubbliche. Attualmente nel Lazio sono 13 i Centri Pma autorizzati e pienamente operativi. Tre sono quelli pubblici dove saranno applicate le nuove tariffe (Umberto I, Pertini e Clinica s. Anna). In via di autorizzazione altri 16 tra cui i centri del S. Camillo, S.Filippo Neri e dell’ospedale S. Maria Goretti di Latina”.

SANITA’, SIMEONE (FI): “ARES 118, ENNESIMO PASTICCIACCIO FIRMATO ZINGARETTI”

“Il caos in cui è piombato il servizio di emergenza urgenza dell’Ares 118 nella provincia di Latina è solo l’ennesima dimostrazione di come la politica sanitaria messa in atto da Zingaretti sia inappropriata, approssimativa ed incapace di dare soluzione alle criticità esistenti. Il presidente della regione Lazio, con l’ultimo appalto sull’Ares 118, ha compiuto un nuovo capolavoro. Ha aggiunto emergenza ad emergenza. Non ha dato risposta alle esigenze dei cittadini. Non ha commisurato i servizi alle caratteristiche dei territori. Oggi il personale risulta avere cinque unità in meno al previsto. Non si effettuano le sostituzioni. E da una settimana gli infermieri sono diventati due per turno anziché tre. E questo per far fronte alle decine di chiamate che la centrale riceve, e a tutto il lavoro connesso, per le quali il personale addetto è costretto a fare un vero e proprio miracolo. Tutto questo, aggiunto alla contestuale, e non risolta nonostante le tante denunce effettuate, emergenza sovraffollamento dei pronto soccorso sta rendendo un colabrodo un servizio fondamentale per salvare la vita dei cittadini. E al caos si aggiungono i costi che lievitano a causa del ricorso ad ambulanze esterne per le quali servono 500 euro a uscita. Nei giorni scorsi ne sono state attivate anche tre contemporaneamente, vale a dire 1.500 euro in un giorno. Aggiungiamo il fatto che gli addetti non vengono pagati con regolarità e il disastro è servito. I risultati di questo disinteresse da parte di Zingaretti e della Regione Lazio sono già venuti alla luce. Dal 2013, con l’aggiudicazione della nuova gara d’appalto per il servizio di emergenza, le ambulanze con medico a bordo nella provincia di Latina sono state ridotte da 12 a 5. Numeri in contrasto con i parametri previsti dal regolamento ministeriale per una scelta fallimentare che sta producendo la riduzione inaccettabile della qualità delle prestazioni in emergenza, l’impossibilità di effettuare, vista l’assenza di un medico a bordo, i percorsi previsti dall'organizzazione delle reti assistenziali per i pazienti critici in emergenza sul territorio, a fronte di sbandierati risparmi che di fatto non si verificano. Con il nuovo bando di gara europeo Zingaretti aveva l’opportunità di colmare queste lacune. Invece, come al solito, ha applicato criteri numerici quale unico parametro con cui misurare l’importanza della vita delle persone. Stiamo predisponendo una interrogazione su quanto sta accadendo e Zingaretti si prepari a rispondere. Perché l’efficacia, la rapidità ed l’efficienza quando parliamo di sanità non sono un’aspirazione ma un dovere verso i cittadini e, soprattutto , non hanno prezzo”. Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone

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