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Indagine epidemiologica nella Valle del Sacco, la Regione stanzia 960 mila euro. L'intervento di Magliocchetti

Già nel 2017 c'era la necessità di avviare l'indagine ma non c'erano i soldi. Ora la Regione ha stanziato i fondi "certificando il menefreghismo dei vari ministri dell'Ambiente"

"La Regione Lazio certifica con documenti ufficiali la perdurante pericolosità ambientale del territorio della Valle del Sacco e finalmente stanzia 960 mila euro per il Piano di attività per la Valutazione epidemiologica della popolazione residente nel Sito di Interesse Nazionale SIN Valle del Sacco". A darne notizia è il consigliere comunale di Frosinone, Danilo Magliocchetti che cita alcuni passaggi della detemina G17408 del 12/12/2019 della Direzione Politiche Ambientali e Ciclo Dei Rifiuti, in cui in sostanza si riconosce che la necessità di fare l'indagine epidemiologica c’era dal 2017, ma non c’erano i soldi per farla e che avrebbe dovuti metterli il Ministero dell’Ambiente. "E intanto sono ormai passati quasi 3 anni" commenta Magliocchetti.

Riconosciuta la pericolosità ambientale

Nello stesso documento è scritto: “CONSIDERATO che nel corso di decenni la produzione di sostanze chimiche nei complessi industriali della Valle del Sacco è stata accompagnata dalla produzione di ingenti quantità di residui di lavorazione, il cui smaltimento ha rappresentato e rappresenta tutt’oggi un elemento di forte rischio ambientale, specie per la contaminazione diffusa di beta - esaclorocicloesano e che il fiume Sacco è stato potenziale veicolo per la contaminazione delle aree riparali attraverso esondazione o a seguito di irrigazione dei terreni con acque captate dall’alveo fluviale o per una combinazione dei due fenomeni, facendo si che l’area di cui trattasi presenta diverse criticità ambientali con rilevanti implicazioni per la salute della popolazione residente”.

Le sostanze contaminanti

"La pericolosità ambientale della zona è tutt’ora concreta e reale, con riflessi per la salute della popolazione" sintetizza Magliocchetti che aggiunge "Ma vi è ancora di più da riflettere, se si continua con la lettura, dove si apprende che: “CONSIDERATO, altresì, che la contaminazione delle acque afferenti al bacino idrografico del fiume Sacco è stata oggetto di attività di monitoraggio da parte della ASL ROMA5 in collaborazione con ARPA Lazio e che i dati relativi a specifiche campagne di misura hanno messo in evidenza livelli di contaminazione delle acque per diversi inquinanti, oltre all’ esaclorocicloesano, quali arsenico, fitofarmaci e metalli;

PRESO ATTO che l’intera area del SIN è caratterizzata da una rilevante attività agricola e di allevamento, le acque del fiume Sacco utilizzate per scopo irriguo rappresentano un importante potenziale veicolo di contaminazione dell’intera catena alimentare e che tali aspetti sottolineano l’importanza della pianificazione di specifici studi epidemiologici ad hoc finalizzati a valutare lo stato di salute della popolazione residente in relazione al consumo di acqua e di prodotti agricoli”.

Magliocchetti tuona: "Dove sono stati i ministri in questi anni?"

"Le acque del fiume Sacco con tutta la loro acclarata pericolosità vengono, evidentemente, utilizzate ancora a scopo irriguo dei terreni, con un potenziale rischio di contaminazione della catena alimentare. Di fronte a queste certificazioni messe nero su bianco dalla Regione Lazio, c’è da rimanere interdetti sul fatto che il territorio della Valle del Sacco sia ancora in queste condizioni di mancata bonifica e rischio ambientale, pur essendo l’area stata dichiarata SIN dal TAR del Lazio, addirittura dal 2014. Dove sono stati vari Ministri dell’Ambiente in tutti questi anni?

Di contro c’è di positivo che la Regione Lazio, finalmente, oltre a mettere a disposizione le risorse finanziarie necessarie, frutto dell’accordo di programma con il MATTM, stipula anche la convenzione con la - ASL ROMA 1- DIPARTIMENTO DI EPIDEMIOLOGIA per la indispensabile Sorveglianza epidemiologica e sanitaria della popolazione residente.

È chiaro che provvederò ad inviare questo importante documento della Regione Lazio al Ministro dell’Ambiente Costa, affinchè anche lui prenda atto di quanto scritto nella Determina di oggi e fare le sue valutazioni su coloro che l'hanno preceduto. al vertice del Dicastero".

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