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Lunedì, 29 Aprile 2024
Calcio

Frosinone-Palermo resterà nella storia, ma è il momento di scriverne un'altra

Sale l'attesa per la partita di sabato prossimo. Le due squadre si ritrovano dopo la famosa finale playoff del 2018

Frosinone-Palermo, una partita durata quasi 4 anni e che finalmente può avere un nuovo calcio d’inizio. C'è la gara in quanto tale, quella tra due squadre ambiziose chiamate ad emergere in una B competitiva come non mai; c'è la sfida tra due tecnici, Grosso e Corini, un tempo compagni, oggi rivali, entrambi ex seppur in vesti diverse; c'è il faccia a faccia tra due attaccanti, Moro e Brunori, che l'anno scorso si sono contesi lo scettro di principi del gol in Serie C e che si ritrovano contro in una categoria superiore. In mezzo c'è una rivalità, nata in una serata di 4 anni fa. Una rivalità sportiva che ci sta ma che non deve assolutamente degenerare in un astio che farebbe solo del male.

Da Frosinone - Le due squadre si ritrovano per la prima volta dopo quattro anni da quella famosa finale playoff vinta dal Frosinone per 2-0. Una gara che si portò dietro numerose polemiche, specialmente per un lancio di un pallone dalla panchina giallazzurra. Un gesto sicuramente antisportivo ma che influì ben poco sul risultato finale. 

Gesto che però non passò in secondo piano per l'allora presidente rosanero Zamparini e soprattutto per i tifosi siciliani. Dà lì in avanti, tra un ricorso ed un altro, iniziò un vero e proprio sfottò social tra le due tifoserie, con molti tifosi palermitani che videro in quel gesto la causa principale della loro sconfitta sul campo e soprattutto l'inizio della fine. Cosa assolutamente non vera.

Il lancio del pallone in campo fu un gesto, ripetiamo, poco sportivo ma che non è stato assolutamente il fattore che ha determinato il fallimento del Palermo. Il presidente del Frosinone, Maurizio Stirpe, ha sempre affermato che i centimetri nel calcio, che in molti casi decidono un risultato, non possono certamente determinare il futuro di un club. Figuriamoci un pallone lanciato in campo che non ha impedito niente se non un'azione a centrocampo del Palermo, che dopo pochi secondi ha ricominciato a giocare da dove era stato -ingiustamente- fermato dal secondo pallone in campo.

Il calcio è il gioco più bello del mondo anche e soprattutto per le partite come quelle di sabato: sentite, belle, con squadre forti e che negli ultimi anni, chi in un modo chi in un altro, hanno fatto cose straordinarie. Ma oltre questo non può esserci. 

Quel Frosinone-Palermo e quello che ne è seguito resterà nella storia. Adesso è il momento di scriverne un'altra tutta nuova. Ma solamente sul campo e con quei sani sfottò che ci devono essere tra due tifoserie così appassionate. Che vinca il migliore, e che vinca il buonsenso.

Da Palermo - Quando Frosinone e Palermo si troveranno di fronte sabato pomeriggio allo Stirpe saranno passati esattamente quattro anni, tre mesi e un giorno da quella drammatica finale playoff che consegnò la gloria della massima serie ai gialloblù e uno smacco tremendo ai rosanero. Di tempo ne è passato tanto ma non abbastanza per eliminare dalla bocca l'amaro sapore di fiele delle cucchiaiate mandate giù dalla squadra allora ancora di proprietà di Zamparini. 

Il confuso valzer del "punizione-rigore-punizione" dell'arbitro La Penna dopo il capannello dei giocatori frusinati: i panchinari gialloblù che si improvvisano bocciofili facendo rotolare palloni in campo per perdere tempo e irretire gli avversari. Episodi sgradevoli e difficili da cancellare a prescindere dalle sfumature intermedie di quella partita e soprattutto di quella stagione, la cui storia fu decisamente più complessa e non riducibile a quell'ultimo, sportivamente drammatico per il Palermo, atto. Soprattutto circostanze che bastano per poter considerare il Frosinone una rivale, nonostante le due squadre in 106 anni di esistenza contestuale si siano affrontate solo otto volte. 

Ci sta dunque che questa sfida tra due squadre che si candidano a guastare la festa alle varie corazzate di questa Serie B, sia sentita e animata dal desiderio di restituire sul campo quell'indigesta portata servita quella sera. Un conto però è il sano desiderio di rivincita (o di bissare il successo, visto dalla prospettiva altrui) un altro è il clima elettrico che si respira in questo momento. Già il fatto che questa gara sia stata definita dall'Osservatorio nazionale sulle manifestazioni sportive "ad alto rischio a causa della rivalità tra le due tifoserie" è qualcosa di triste. 

Aggiungere tensione a questa sfida può solamente guastare tutto ciò che di bello e intrigante ha da offrire. Non avrebbe senso a prescindere, non lo ha a maggior ragione pensando che son passati quattro anni: gli unici "superstiti" di quella sfida sono due, Szyminski e Crivello, che oggi giocano a maglie invertite segno del fatto che non ci sia nemmeno continuità tecnica con quella storia .

Che non sia una partita come le altre è certamente chiaro: ci sta l'attesa, la trepidazione, anche lo sfottò purché rientri nei sani limiti della goliardia sportiva. Guai però ad andare oltre, e viverla come se fosse una resa dei conti: sarebbe un errore grave che non farebbe bene a nessuno e finirebbe col guastare tutta la magia che la sfida di sabato può regalare.

Articolo a cura di Antonio Visca (FrosinoneToday) e di Emiliano Scibona (PalermoToday)

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