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Martedì, 23 Aprile 2024
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Rally, il "Terra di Argil” prepara il debutto tra le manifestazioni nazionali

Dopo l’importante esperienza di due anni ad organizzare dal nulla una competizione sportiva, il “Terra di Argil” cambia volto e si presenta sul palcoscenico dei rally nazionali il prossimo 25 e 26 aprile.

Dopo l’importante esperienza di due anni ad organizzare dal nulla una competizione sportiva, il “Terra di Argil” cambia volto e si presenta sul palcoscenico dei rally nazionali il prossimo 25 e 26 aprile.

Lo staff organizzativo della Rally Game, dopo due edizioni della gara con tipologia Ronde, si appresta a fare il grande salto proponendo il Rally di Terra di Argil, gara sempre allocata a Pofi, articolata su due prove speciali (da ripetersi tre volte) che toccheranno i comuni di Pofi, Ripi e Torrice. Un percorso misto, interamente su fondo asfalto adatto a tutte le tipologie di vetture, grinta entusiasmo, portano gli organizzatori ad un unico obbiettivo valorizzare sempre più l’evento motoristico sportivo con l’intento di avere equipaggi da ogni parte d’Italia, oltre alla promozione dell’intero territorio ciociaro.

Il programma è in via di definizione, ma da radio box, giungono notizie che è in allestimento un grande evento sportivo, dove competenza e professionalità degli organizzatori sono la garanzia per quanti decideranno di sfidare il cronometro sulle strade del trittico dei comuni che danno vita al Rally Terra di Argil. Una gara che punta in alto, dopo due edizioni di ‘prova’ in casa Rally Game è arrivata la consapevolezza, che si poteva fare di più, da qui la decisione di entrare nel più complesso e qualificato mondo dei rally nazionali, così dopo il veterano Pico, lo storico Ceccano, Pofi con il suo Terra di Argil, si candida seriamente a terza forza della provincia di Frosinone in fatto di rally, con l’intento di fare sempre meglio.

La gara prende il nome dalla scoperta fatta dal professore Italo Biddittu, archeologo preistorico, specialista internazionalmente riconosciuto di Paleolitico inferiore, in una domenica mattina del marzo 1994, Biddittu mentre perlustrava il tracciato di una strada ancora in costruzione poco fuori Ceprano, dove aveva in precedenza messo in luce documenti di frequentazioni preistoriche antichissime. Osservando gli scavi sulla strada, Biddittu fu attratto da un frammento di osso piatto appoggiato sul terreno, messo in evidenza dalle recenti piogge. Raccolse il frammento, lo osservò, lo mise in una piccola busta e capì subito che la terra celasse qualcosa di più importante. Guardando bene nel terreno smosso dalle ruspe, notò la massiccia arcata orbitaria di un cranio umano fossile, e tanti altri frammenti, tutti appartenenti allo stesso cranio. Quella passeggiata, aveva finalmente dato la risposta tutte le sue intuizioni e studi.

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