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VIDEO | Coronavirus, io sopravvissuto al cancro potrei morire di polmonite

L'appello choc di Carmine Di Mambro che, dopo lunghi cicli di chemioterapia, ha le difese immunitarie estremamente basse

"Sono stato chiuso 184 giorni in una camera di ospedale di cui 22 in coma e 40 in camera intensiva, senza poter vedere mio figlio, ritengo che 15 giorni di piccole rinunce non sono poi così difficili da sopportare se servono a salvare in concreto delle vite. Seguite le direttive ministeriali e le ordinanze regionali, e lasciatevi guidare dai medici. Riflettiamoci". A parlare è l'ex consigliere comunale di Cassino, noto come il 'consigliere coraggio', Carmine Di Mambro, sopravvissuto ad un cancro devastante che lo ha portato da un passo dalla morte, lancia un appello attraverso Frosinonetoday. L'uomo, che vive 'segregato' in casa, ha le difese immunitarie estremamente basse, in conseguenza dei tanti cicli di chemioterapia, e teme di poter contrarre la polmonite da Coronavirus proprio a causa dell'incoscienza di tante persone che non stanno rispettando le direttive imposte dal Governo e finalizzate proprio ad arginare il propagarsi della malattia.

Il contagio

"Una delle conseguenze per un chemioterapico e mutilato organico come me, è essere permanentemente immunodepresso. La mia vita è quindi diversa da quella degli altri, anche se apparentemente sto bene, perché devo sempre cercare di non espormi ad infezioni che per le persone sane sono banali (pensiamo alla comune influenza) ma che per me possono avere conseguenze molto gravi - spiega Di Mambro -. Queste cautele sono ancora più importanti da quando è in atto l'infezione da “Coronavirus”. Gli immunodepressi, i trapiantati e chi sta seguendo una chemio sono forzati a chiudersi in casa o cercando di uscire l’indispensabile, cercando di non stare a contatto con altre persone e limitando i rapporti anche con i familiari. Siamo noi, i più fragili, a pagare il prezzo più alto ma le nostre prudenze da sole non bastano mai, c’è sempre una componente esterna da valutare, l’incoscienza. Per questo mi infastidiscono i molti commenti o messaggi che girano sul web e non sono il solo a sentire gli altri nelle stesse mie condizioni. Il COVID-19 non è letale e può potenzialmente uccidere solo le persone che sono già malate o anziane con patologie regresse. E se quelle persone deboli fossero vostri familiari o amici? Se quelle persone fossero come noi reduci da una battaglia per la vita e rischiassero di non farcela per l’irresponsabilità di qualcuno?".

La prevenzione

"Per il Coronavirus al momento non esiste un vaccino, solo prevenzione e contenzione del contagio. La prevenzione è un atto di responsabilità. La responsabilità è del singolo soggetto ma non può essere certo dei bambini - conclude l'uomo -. Dovremmo affrontare tutti dei disagi e delle limitazioni alla nostra libertà, alla nostra quotidianità, in fondo si tratta di cambiare le nostre abitudini per qualche settimana, sia in pubblico che in privato. Di rendere sempre più difficile al virus di trovare un nuovo ”ospite” al quale passare. Perché pensate sempre che il problema è di qualcun altro, che voi siete sterili da tutto e da ogni male, ma non è così. E allora mi chiedo: quando toccherà a voi, perché se andiamo avanti così toccherà a tutti, che cosa avrete da dire a vostra discolpa?".

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