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VIDEO | Funerali Guglielmo Mollicone, l'omelia del parroco di Arce: "La luce, prima o poi, vince"

Le vibranti parole pronunciate da don Arcangelo D'Anastasio prima che l'Italia intera rivolgesse l'estremo saluto al papà-coraggio di Serena

Nel corso della sua omelia, recitata il 2 giugno nel celebrare i funerali di Guglielmo Mollicone (video e foto) presso la Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo di Arce (Frosinone), don Arcangelo D'Anastasio ha ripercorso la vita travagliata di un uomo che ha combattuto per diciannove anni per avere verità e giustizia sull'omicidio di sua figlia Serena, appena diciottenne. Loro, la luce rinforzata da familiari e sostenitori, contro le tenebre del male che fu fatto quell'ormai lontano 1° giugno 2001. Ieri l'anniversario della tragica morte di Serena, oggi l'estremo saluto a Guglielmo dall'Italia intera. "Domani", si spera, la vittoria della "luce" sulle "tenebre".     

“Guglielmo è tornato tra noi, il nostro cuore lo ha pensato spesso - ha esordito il parroco di Arce - Abbiamo pregato per lui. Lui, con Serena, prega per noi. E noi tutti ci sentiamo questa mattina come se avessimo un cuore solo. Siamo entrati in presenza al Cuore di Gesù e tutti ci sentiamo più amati. Abbiamo ascoltato la pagina evangelica delle Beatitudini, che interpreta bene i sentimenti e le attese dei poveri della Terra, coloro che subiscono sopraffazioni e ingiustizie e ai quali, talvolta, la vita aggiunge dolore al dolore. Il Signore della natura, il quale le ha applicate, continua a guardarci e a parlarci dando una valenza e un significato altro a tutte le vicende di sventura”.

“È un incontro - è andato avanti - quello che stiamo celebrando nel comune di Arce, provato, che appena ha appreso la notizia della sua morte si è riunito intorno a una memoria condivisa. La sua causa è la giustizia. Non possiamo pensare a Guglielmo senza pensare alla sua cara Serena, che ora ha raggiunto e con la quale – vogliamo sperare, siamo qui per pregare – possa godere la pace del Paradiso, dove non ci sono più ingiustizie, torti e violenze. Siamo qui con il cuore appesantito dal dolore. Quest’uomo che portava nel cuore la pena di una figlia che, in giovanissima età, concludeva in modo tragico la sua esistenza, nel buio della violenza, della cattiveria umana, del nonsenso”.

“In questi anni ci siamo fatti scudo attorno a Guglielmo - ha raccontato poi - raccogliendo quasi quotidianamente la sua pena e la sua preoccupazione per una vicenda dai contorni ancora incerti e tristemente famosi. Mancherà. La sua presenza discreta e pensierosa all’angolo della nostra piazza, dove aveva aperto una libreria. Nel suo volto si cominciava a vedere una certa soddisfazione, orgoglioso dei risultati delle sue lotte. Non solo Arce, ma un’intera nazione ha supportato con telefonate, messaggi, trasmissioni televisive e preghiere la lotta di Guglielmo per la giustizia e per la verità. Era quasi arrivato al suo proposito, aveva avviato procedimenti di chiarezza, un po’ di luce cominciava a vedersi”.

“E, ora, torna la tenebra? - si è chiesto e ha domandato - Noi non pensiamo questo, crediamo altro. Crediamo, innanzitutto, che è Dio che guida le storie delle persone. Ci libera il Signore da una visione dell’uomo secondo cui il suo destino si chiude tutto nel tempo. Guglielmo ha raggiunto la sua Serena e vive insieme a lei nella luce di Dio - ha detto in conclusione - È il caso di dirlo, serenamente. Sì, nella luce di Dio. Lo vogliamo sperare e per questo siamo qui a pregare. Una luce quella di Dio che illumina la sua vita, quella di Serena e quella di tutti noi. Senza di essa, brancoliamo nel buio. Quelle tenebre che, purtroppo, gli uomini amano spesso più della luce. Il male, talvolta, non lascia spiragli di luce. Ma la luce, prima o poi, vince”.

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