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Sabato, 27 Aprile 2024

VIDEO | Operazione dejavú: "la famiglia usava un modello simile a quello di Scampia"

I dettagli dell'operazione dalla voce del Questore di Frosinone

Questa mattina, 11 luglio, la Squadra Mobile della Questura e il Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Frosinone hanno eseguito dieci misure cautelari disposte dal Gip del Tribunale di Roma nei confronti dei membri dell'organizzazione criminale individuata e smantellata. Tre soggetti sono stati sottoposti alla misura cautelare della custodia in carcere, mentre sette soggetti sono stati sottoposti agli arresti domiciliari con l'applicazione del dispositivo elettronico di controllo.

Durante la conferenza stampa tenutasi a ridosso degli arresti, è emerso chiaramente il lavoro di squadra che ha contraddistinto l'operazione iniziata nel dicembre 2020. "Se oggi si è arrivati a questo risultato - afferma il dott. Flavio Genovesi, dirigente della Squadra Mobile di Frosinone - è soprattutto grazie alla sinergia tra Squadra Mobile e il Comando Provinciale dei Carabinieri". Parole condivise dal Questore Domenico Condello e dal Colonnello Alfonso Pannone. Quello che è emerso dalle loro dichiarazioni è che il quartiere "Cavoni" di Frosinone, in particolare i caseggiati popolari in viale Parigi - punto di spaccio di droga - era gestito da due fratelli, pregiudicati e di origini siciliane, che operavano già da anni nel crimine nel territorio di Frosinone.

"L'organizzazione criminale era gestita da una famiglia  - per l'appunto composta da tre capi, i due fratelli e un cognato -  che seguiva un modello simile a quello di Scampia: figure apicali che controllavano la piazza, spacciatori che si alternavano e vedette che segnalavano o meno la nostra presenza", afferma Genovesi. Una scoperta che ha rivelato una realtà diversa da quella inizialmente pensata e ha portato all'azione repressiva delle autorità competenti nei confronti dell'organizzazione criminale.

"Molte erano le chiamate dei cittadini che arrivavano sia al 112 che al 113 per avvisare di illeciti nella zona Cavoni. Al tempo, con l'operazione Dejavù ancora in corso, non potevamo dare sufficienti rassicurazioni o prendere immediati provvedimenti. Oggi, dopo quasi tre anni, siamo stati in grado di rispondere", ha concluso il dirigente della Squadra Mobile di Frosinone. 

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