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VIDEO | Valle del Sacco e altri Sin, Ruspandini: 'Sburocratizzazione'. Costa: 'Sarà nel DL Semplificazioni'

Il Ministro dell'Ambiente ha accolto favorevolmente un'interrogazione del Senatore ciociaro sul contrasto alla deindustrializzazione nei Siti di interesse nazionale da bonificare. "Mi fa piacere se il Parlamento possa suggerire altro"

Nel corso dell’ultimo Question Time a Palazzo Madama, il Senatore ciociaro FdI Massimo Ruspandini ha rivolto un’interrogazione al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa in materia di procedure per le bonifiche dei Siti di interesse nazionale. Da parte del parlamentare originario di Ceccano, nel cuore della provincia di Frosinone e della perimetrata Valle del Sacco, una richiesta di sburocratizzazione finalizzata al contrasto della deindustrializzazione nelle aree ricadenti nei Sin.

A ruota, prima della replica finale dello stesso Ruspandini, le rassicurazioni del Ministro e la sua volontà di recepire ulteriori contributi costruttivi da inserire tra quelli già previsti nel prossimo Decreto Semplificazioni, ossia il “Piano anti-burocrazia” preannunciato dal Premier Conte in tempi di Coronavirus. Tra i propositi ministeriali, in tal senso, anche lo sblocco delle già disinquinate porzioni dei siti industriali ricadenti nei Sin. "Anche il Ministro Costa mi dà ragione - ha commentato Ruspandini dopo il suo intervento - Vigileremo affinché non rimangano solo parole". 

++ Articolo aggiornato alle 15:30 ++

Tra il plauso rivolto al Senatore dall'intero universo territoriale di Fratelli d'Italia, a cominciare dal vicecoordinatore provinciale Gabriele Picano ("Grazie - ha postato - per le battaglie che sta conducendo sull’ambiente ed in particolare sulla bonifica dei siti inquinati. La Ciociaria è orgogliosa del proprio rappresentante"), anche quello del Sindaco di Patrica Lucio Fiordalisio: "Si parla davvero poco della questione Sin - ha scritto l'ex democrat dal dente avvelenato - Apprezzo l'intervento del Senatore Ruspandini perché la discussione è reale ed urgente. Il Ministro Costa ha recepito la necessità di prevedere una legge che semplifica l'ammasso di folli normative che in questo momento sta condannando la nostra economia. I Comuni sono nel mezzo, impossibilitati a decidere nei propri territori".

"Parliamo tanto di lavoro, sviluppo economico e rilancio - ha aggiunto - Nel frattempo la complessità del Sin allontana le aziende che vorrebbero investire in maniera sana e produttiva. Nell'ultimo anno tre importanti Società avevano scelto il territorio di Patrica e poi hanno preferito collocarsi altrove, per assenza di risposte da parte degli Enti di competenza e per lungaggini burocratiche impensabili. Se non risolve il Parlamento, ci penseranno i Sindaci ad autorizzare - ha detto in conclusione - Non si può continuare a restare inermi e vedere opportunità di lavoro svanire nel nulla".

L’interrogazione del Senatore Ruspandini  

“Sono circa 300 i Comuni italiani che rientrano nella perimetrazione del Sin, i Siti di interesse nazionale. Si parla poco, troppo poco, in Italia dei Sin. Soltanto quando qualche giornalista coraggioso riporta a livello nazionale quello che avviene a livello locale, cioè le decine di manifestazioni spontanee e non, il fiorire di associazioni che chiedono, implorano alle Istituzioni, ai Governi, alle Regioni di fare qualcosa, di provvedere a quella bonifica della quale si sente parlare da anni. Accade a Venezia, come a Taranto e in Campania, nella sua terra, in Sicilia, nella Valle del Sacco, il Sin che conosco meglio perché vivo in quelle zone”.

L’impatto dei Siti di interesse nazionale

“Io credo, invece, che sui Sin bisognerà fare una riflessione seria perché incidono fortemente nella vita delle nostre comunità. Da una parte, quindi, tutti coloro che si aspettano che qualcosa accada rispetto a questo processo di deindustrializzazione selvaggio che massacra le nostre zone anche dal punto di vista dell’emergenza sanitaria. Dall’altra, vediamo i Comuni che si trovano impossibilitati a gestire il proprio territorio. Non c’è possibilità di pianificazione perché ci sono delle normative che rimandano agli enti superiori. Tutto questo avviene, ovviamente, mettendo a dura prova i nostri Comuni, che non riescono a pianificare e a favorire l’occupazione e lo sviluppo”.

Sul processo di deindustrializzazione

Dal punto di vista delle imprese, peggio ancora, perché gli imprenditori che ricadono nel Sin non hanno sicuramente la possibilità di poter intraprendere e fare impresa come si può fare in altre parti. Quindi o chiudono o delocalizzano. Mi chiedo se, anche e soprattutto alla luce di questa tragedia che ha impattato sulla nostra economia, e mi riferisco al Coronavirus, se non sia il caso di procedere verso una sburocratizzazione vera e concreta, verso uno snellimento vero di norme, di leggi che davvero rischiano di uccidere la nostra economia, per i Comuni che ricadono nel Sin”.

La risposta del Ministro Costa

“Senatore, lei ha colto un elemento molto significativo. Effettivamente i Siti di interesse nazionale sono ancora un problema non risolto, lo dico con molta franchezza. Molti non lo sono proprio per motivi cosiddetti burocratici, in realtà per inciampi di natura burocratica. Lo dico in questi termini perché, intanto, attraversano tutta l’Italia, come lei ha giustamente detto, quindi non appartengono a una regione piuttosto che a un’altra. Allora colgo dalla sua interrogazione qual è, secondo me, l’elemento politico di riferimento. Noi abbiamo il prossimo DL Semplificazioni sul quale possiamo fare un lavoro interessante. Io ho già abbozzato, ovviamente, come Ministero e come ufficio legislativo tutta una serie di possibili semplificazioni che sottoporrò al Parlamento”.

L’apertura al contributo delle opposizioni

“Mi fa piacere se il Parlamento possa suggerire ulteriori semplificazioni. Faccio qualche esempio concreto: contingentare i tempi e consentire che – cosa che adesso non è possibile – ove nel Sin, per esempio, c’è una parte di bonifica già fatta e altre parti ancora da farsi per motivi tecnici, di poter già liberare quella quota parte. Sono forse – scusi il termine improprio – banalità tecniche. Però, invece, risolvono dei problemi concreti. Questo per me è semplificazione, fermo restando ovviamente che si lavori in sicurezza. Questo è fuori discussione. Penso a tutte le sistemazioni idrauliche, al rischio idraulico, alle forniture di servizio, al fotovoltaico piuttosto che all’energetico, che si potrebbe fare con parcellizzazioni”.

Una questione del Parlamento, non del Governo

“Oppure alle valutazioni delle Csr (Concentrazioni soglie di rischio, ndr), che vengono fatte anche dove non ce n’è bisogno. Caratterizzazioni preventive solo per “timore di”. Tutto questo, secondo me, nel DL Semplificazioni noi lo possiamo affrontare. Io credo che appartenga al Parlamento, non a una compagine di Governo. È un problema trasversale di tutta Italia, perché penso che possiamo ottenere il risultato di una norma di sistema, non una norma soltanto contingente. Apprezzo quello che dice in relazione al Covid-19, ma addirittura la vedo come norma di sistema che vada ben oltre e che coglie l’occasione della semplificazione. La ringrazio per aver posto l’attenzione su un tema delicato che tocca, come ha detto lei, la vita di tante persone”.

La replica finale del Senatore Ruspandini

“Anch’io sono contento che questa valutazione possa trovare sponda in lei che è il Ministro e sovrintende al governo di questi processi così impattanti sulla vita delle nostre collettività. Io dico che siamo disponibili a collaborare a patto che queste nuove norme debbano contenere elementi di grande novità rispetto a questo problema. Altrimenti richiamo di parlarci addosso e di leggere i soliti proclami che vediamo anche nel sito del Ministero. Me ne dispiaccio, ma di fatto sui territori non arriva nulla. Io, intanto, comunque la ringrazio e speriamo che si possa avviare una nuova fase”.     

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