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Regione, Bellucci (Uncem) su Comunità Montane: disponibilità immediata dell’assessore Refrigeri alla ripresa dei lavori

L’approssimazione con la quale certi organi d’informazione affrontano questioni serissime, come il funzionamento del sistema di governo intermedio dei territori montani, è degna delle peggiori campagne populiste e demagogiche che purtroppo il...

L’approssimazione con la quale certi organi d’informazione affrontano questioni serissime, come il funzionamento del sistema di governo intermedio dei territori montani, è degna delle peggiori campagne populiste e demagogiche che purtroppo il nostro Paese ha subito negli ultimi anni e che continua a subire con risultati disastrosi. I processi di riforma in atto nella nostra nazione, certamente necessari, compresi quelli degli Enti Montani, fortunatamente non parlano più il linguaggio pressappochistico di coloro che vedevano nelle abolizioni tout court, nei tagli drastici e alla cieca, una panacea di tutti i mali. Con ogni evidenza, oggi, tutti coloro che si occupano con cognizione di causa della riforma degli Enti di governo intermedio dei territori, convengono che quella era una strada sbagliata e che la razionalizzazione dei costi non si verifica semplicemente con i tagli trasversali o con le cancellazioni degli enti. Anzi, i costi aumentano di pari passo con la creazione di confuse diseconomie di scala. La riforma in atto delle Comunità Montane, il processo della loro trasformazione, non è “fermo alla Regione Lazio” come si cerca di far credere. Ferve infatti un lavoro certosino per ottenere un effettivo contenimento dei costi, un effettivo miglioramento dei servizi, senza privare le cittadinanze dei servizi necessari e, anzi, mirando con precisione ai reali bisogni.

Ecco, i bisogni: quelli dei centri montani, che costituiscono buona parte del territorio della nostra regione, sono enormi e sono “speciali”. Speciali come speciale è abitare in montagna. Si tratta, per coloro che non ne avessero conoscenza, di una miriade di piccoli comuni, in massima parte custodi di bellezze monumentali e architettoniche, di tradizioni antiche, di specialità enogastronomiche, di sapienze agropastorali, che costituiscono una parte cospicua della ricchezza specifica del Lazio. Piccoli centri che hanno bisogno immediato di politiche di rilancio e di salvaguardia, poiché soffrono l’inarrestabile declino dovuto allo spopolamento.

Comunità che hanno bisogno di una speciale cura della viabilità, di particolari attenzioni per la gestione dei patrimoni boschivi e di risorse per alimentare e promuovere le attrattive dei borghi e delle stazioni sciistiche, delle preziosissime risorse idriche. Sono comunità che scontano la mancanza di adeguati presidi sanitari e di servizi alla persona e alla vita sociale ed economica. Affermare che le Comunità Montane, o quel che diventeranno i governi dei territori montani per effetto della riforma in atto, siano dei carrozzoni inutili oltre che falso è incosciente. Questi territori hanno bisogno di tutto quel che ho enumerato ma anche di adeguate politiche di rilancio. Necessitano di un’inversione di rotta immediata e ragionate politiche di sviluppo, altro che tagli alla cieca! Il depauperamento delle risorse, in atto già da anni, ha incanalato i piccoli Comuni nel tunnel della distruzione: proseguire sulla demagogica strada abolizionista significherebbe favorire la scomparsa di gran parte della nostra cultura, delle nostre bellezze e delle nostre speranze di rilancio delle economie locali. Una follia! Ecco perché non tollereremo campagne diffamatorie dell’opera e del ruolo dei governi territoriali montani e perché non abbasseremo la guardia in difesa dei diritti dei Comuni montani e delle genti che li abitano. Soprattutto non smetteremo di cercare di far capire che la “Montagna” è un’enorme ricchezza, non solo economica, che necessita di una gestione del territorio competente e speciale. Questa mattina ho ottenuto dall’Assessore regionale competente, Fabio Refrigeri, la disponibilità immediata ad un incontro con la delegazione Uncem a stretto giro, non appena riprenderà l’attività della Regione Lazio, per discutere il problema delle risorse per gli Enti Montani”.

Lo afferma il Presidente dell’Uncem del Lazio, Achille Bellucci

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