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Giovedì, 28 Marzo 2024
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Arce, parla Papà Mollicone; Serena è stato l'agnello sacrificale per far tornare la legalità in paese

Serena Mollicone scomparve ad Arce (Frosinone) l’1 giugno del 2001. Aveva solo 18 anni quando il 3 giunge l’amara notizia del ritrovamento del corpo nel bosco di Anitrella. Il cadavere si presenta con i polsi legati e con le braccia dietro la...

Serena Mollicone scomparve ad Arce (Frosinone) l’1 giugno del 2001. Aveva solo 18 anni quando il 3 giunge l’amara notizia del ritrovamento del corpo nel bosco di Anitrella. Il cadavere si presenta con i polsi legati e con le braccia dietro la schiena; la testa di Serena Mollicone è invece avvolta da una busta di plastica. Il nastro adesivo era stato usato per legare i polsi e il sacchetto sulla testa.

Un colpo per tramortirla e poi l’asfissia meccanica hanno reso straziante la fine della 18enne. L’ipotesi paventata è che Serena Mollicone sia stata uccisa in un luogo diverso rispetto al boschetto dove sarebbe stata poi ritrovata. Lo scorso gennaio una decisione importante del Gip cambia un finale che sembrava già scritto: contrariamente a quanto richiesto dal Pm, niente archiviazione per il caso Serena Mollicone. Solo pochi giorni fa la riesumazione del corpo della ragazza e oggi si attende l’esito di quest’ultimi accertamenti.

Guglielmo Mollicone, padre di Serena, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “La storia oscura”, condotta da Fabio Camillacci su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano. “I tempi saranno abbastanza lunghi –ha spiegato Mollicone-. Mi auguro che da queste nuove indagini emergano elementi che porteranno ad accertare chi è l’assassino di Serena. In questi 15 anni la lotta è stata dura, sembrava quasi la lotta di Don Chisciotte contro i mulini a vento, perché io già nel 2001 dicevo le stesse cose che dico oggi e solo adesso gli inquirenti si sono accorti che stavo dicendo la verità. In quegli anni ad Arce tutte le forze che dovevano controllare la legalità erano coinvolte in tutt’altri affari. Serena è stata quasi l’agnello sacrificale per fare in modo che Arce tornasse ad essere vivibile, con una caserma che funziona e un maresciallo dei carabinieri che sa gestire la cosa pubblica. Non mi sono mai arrivate minacce palesi, ma quando ai tempi arrestarono Belli sparì la gatta di Serena. La ritrovai 4 giorni dopo a 4 kilometri da casa, uccisa con un colpo alla testa proprio come Serena. Io lo dissi agli inquirenti, ma non ritennero la cosa importante. Sono convinto che Serena è stata colpita con uno schiaffo, una spinta ed è andata a sbattere con la tempia sulla porta della caserma che ora gli inquirenti stanno analizzando. Credo che la botta non fosse mortale, ci sarebbe stata la possibilità di salvarla portandola all’ospedale. Invece hanno deciso a tavolino, in famiglia, di farla morire”.

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