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Frosinone, Massimo Roscia presenta “ Di Grammatica non si Muore” un libro pieno di accenti e virgole che quasi non si usano più

In un teatro affollato di ascoltatori Massimo Roscia ha presentato il suo libro “ Di grammatica non si muore” in  uno show di accenti, apostrofi  per sopravvivere al virus della punteggiatura e allo sterminio dei verbi.

In un teatro affollato di ascoltatori Massimo Roscia ha presentato il suo libro “ Di grammatica non si muore” in uno show di accenti, apostrofi per sopravvivere al virus della punteggiatura e allo sterminio dei verbi.

Così, dopo due anni dalla “Strage dei congiuntivi”, Massimo Roscia evidenzia ancora una volta che la lingua italiana è la più bella in assoluto. Dei 150.000- 200.000 vocaboli se ne usano al massimo duemila ed ha invitato tutti ad approfondire meglio la lingua italiana perché “La grammatica è un gioco provare a raccontarlo per quello che è e gli errori vengono da tutte le parti”. Ecco perché secondo Roscia è bene conoscere la lingua Italiana che è bella. “Io amo l’italiano perché mi permette di costruire frasi di senso compiuto e oserei dire che la grammatica è divertente ed è anche sexi, perché la lingua è un importante valore e l’apostrofo è un segno maltrattato”. Hanno cercato di interloquire con l'autore Alessio Porcu (direttore di Teleuniverso) e Laura Collinoli (giornalista della Provincia fino a pochi giorni fa), due colleghi forbiti che hanno cercato di tenere testa ad un Massimo Roscia, che ha letteralmente incantato la vastissima platea, piena di persone semplici, insegnanti e personaggi politici a cominciare dal Sindaco di Frosinone Nicola Ottaviani. Inoltre, erano presenti il Consigliere Regionale Daniela Bianchi, il Consigliere Provinciale Danilo Magliocchetti e tantissimi altri colleghi giornalisti, il cui elenco sarebbe troppo lungo da proporre ai nostri lettori. In prima fila, anche la madre ed i parenti più stretti di Roscia, tutti ad applaudire le dissertazioni, o meglio a capire come l’Italia tutta dal nord al sud, non solo si sia inglesizzata, ma compie svarioni di ogni tipo e soprattutto l’accento e le virgole vengono poste dove capita. Anche in questo l’Italia è unita. "Si confonde troppo il dialetto con l’italiano, il dialetto va benissimo – ha evidenziato Roscia - ma l’italiano non può permettere certi errori". Cosi il volume “Di Grammatica Non Si Muore” edito dalla Sperling & Kupfer (Mondadori) è uscito ai primi di agosto ed ha visto terminata la prima stampa di 4.000 copie in soli 5 giorni, così ne sono state ristampate altre 10.000 copie. A Frosinone, alla prima nazionale, tutti i presenti ne hanno acquistata una copia per farla firmare all’uscita del teatro, perché la lunga dissertazione di Roscia aveva sforato i tempi massimi. “Un Libro di uso pratico e vivo, perché la lingua è fatta per essere parlata, adattata, modificata, arricchita, cambiata, aggiornata, corretta, sempre e comunque amata, ma non strafalcionata con la parola Apericena, che è un obbrobrio e che adesso invece viene purtroppo sempre più abusata deformandola. Un libro facile da leggere al costo solamente di 15 euro che Laura Collinoli, ha consigliato alle scuole, di affiancarlo a quello della lingua italiana di grammatica. Insomma, un libro che segue le regole ma esce dagli schemi. Descrive e circoscrive l’uso ma non prescrive. Mette in rima le norme ma non le mette in riga che si (e le) applica - si legge nell’ultima di copertina- Finalmente qualcuno si è accorto di me – il punto-e-virgola.

Massimo Roscia nato a Roma, nel 1970 circa, è un personaggio proteiforme e di difficile catalogazione. Critico Enogastronomico condirettore editoriale del periodico “ Il Turismo Culturale”, Pifferaio magico, mimo parlante, imbonitore, docente, docente ( insegna, tra l’altro, comunicazione, tecnica di scrittura, editing, marketing territoriale) esperto di http Error 404-File non found, incensurato, automonito, militeassolto, collezionista di periodici ipotetici di terzo tipo e, non ultimo scrittore. Autore di romanzi, racconti saggi, sceneggiature e biglietti per biscotti della fortuna, vincitore di diversi premi letterari e partite a tressette, ha esordito con “Uno strano morso ovvero sulla fangoterapia e altre ossessioni per il cibo ” (edizioni della Meridiana 2006. Dopo la strage dei Congiuntivi ( Exòrma 2014) romanzo che ha riscosso uno straordinario successo di pubblico e di critica, torna ad occuparsi di grammatica. E questa volta lo fa sorridendo e senza uccidere nessuno.

Giancarlo Flavi (servizio e foto)

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