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Paliano, la Selva sempre più nel degrado e la Regione perde tempo

Sono tre anni che la Regione Lazio detiene la proprietà della maggior parte della Selva Monumento Naturale ma ad oggi ancora non si è visto nessun tipo d'investimento proveniente dai soldi che prende dagli affitti dei privati.

Sono tre anni che la Regione Lazio detiene la proprietà della maggior parte della Selva Monumento Naturale ma ad oggi ancora non si è visto nessun tipo d'investimento proveniente dai soldi che prende dagli affitti dei privati.

La gestione è stata affidata all’ARP ( Agenzia Regionale Parchi) che ha piazzato al suo interno Bruno Renzi senza neanche fornirgli una roncola, una pala o un piccone per non parlare di un trattore che potrebbero essere molto utili con tutte le cose che ci sono da fare.

Inoltre, vi è pronto un master plan che prevede migliaia posti di lavoro, ma la Regione Lazio non emana i bandi per la gestioni di quanto previsto.

In questi piani sono previsti una pista per l’ippoterapia, un campo da golf, un ippodromo ed un’area concerti, insomma una serie di iniziative che si potrebbero mettere in cantiere senza che la Regione spenda neanche un euro in più oltre al milione Mln speso per la realizzaione di questo master plan.

Tutto sta cadendo a pezzi, dopo la chiusura del ristorante il Cardinale, che già basterebbe a far ripartire questo locale per dare lavoro ad una quindicina di persone e che potrebbe subito ripartire con un piccolo investimento di ristrutturazione, invece si sta aspettando che tutto cade come stanno cadendo a pezzi tutti i fabbricati del borgo Ruffo.

Insomma, in quello che una volta era il vanto non solo di Paliano ma di tutta la zona che l'amministrazione Sturvi aveva in qualche modo rilanciato oggi vi è una situazione davvero deprimente con alberi andati a fuoco che non possono essere abbattuti anche se creano pericolo.

E' normale quindi chiederci cosa sta facendo la nuova amministrazione per risollevare il Parco?

I privati stanno facendo quello che possono. La proprietà di Schina sono mesi che viene lavorata per il reimpianto di trenta ettari di uva Cesanese e di altra uva bianca. L’altro proprietario Paolo Nicoli, animato da santa pazienza e dalla voglia di fare, è pronto a far partire iniziative che crearanno nuovi posti di lavoro.

La Regione è ferma e sulla sua proprietà sta andando tutto in rovina. Sarebbe meglio a questo punto che la rivendesse a privati o la cedesse gratuitamente al comune per farla gestire ma da chi? Intanto, sin fanno sempre più insistenti le voci sull'interrssamento di altri imprenditori non della zona.

Quando venne Zingaretti in campagna elettorale affermò che erano stati presentati i progetti in Europa. Se aspettiamo i fondi europei la gente può morire anche di fame. E’ veramente il caso di darsi una mossa. La gente ha fame e le aziende del territorrio continuano a chiudere ma nessuno fa nulla.

Giancarlo Flavi

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