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Pastena, continuano le ricerche etno-antropologiche nelle grotte

Per il terzo anno consecutivo un gruppo di studenti dell’università di Tor Vergata di Roma è alle prese con la ricerca di tracce e testimonianze di antiche civiltà che hanno utilizzato le Grotte per le loro esigenze abitative o di supporto...

Per il terzo anno consecutivo un gruppo di studenti dell’università di Tor Vergata di Roma è alle prese con la ricerca di tracce e testimonianze di antiche civiltà che hanno utilizzato le Grotte per le loro esigenze abitative o di supporto temporaneo alle attività lavorative.

Coordinati dal prof Mario Rolfo e dalla prof.ssa Micaela Angle stanno lavorando minuziosamente su una sorta di rifugio, laterale alla grotta che, al sicuro dalle inondazioni e dall’accesso di animali predatori o di tribù ostili, di sicuro ha conservato nelle stratificazioni del terreno e nelle angolature della roccia la memoria indelebile del passaggio umano.

Un lavoro certosino, meticoloso e paziente per riconoscere frammenti o resti di utensili che gli antenati della nostra popolazione hanno adoperato per le loro mansioni quotidiane o che potrebbero essere riconducibili a riti propiziatori o a usanze celebrative a noi del tutto sconosciute.

La ricerca di questi anni ha già prodotto risultati lusinghieri infatti sono venuti alla luce vari tipi di semi tostati, monili ornamentali sia in ceramica che in metallo, lavorazioni in argilla e finanche un piccolo focolare che è stato ricostruito fedelmente mediante un calco tridimensionale con materiale plastico.

Tutto questo costituisce una suggestiva premessa per consentire anche questa volta, di raggiungere significativi traguardi in modo tale da interpretare correttamente le abitudini e le consuetudini di una civiltà le cui origini sono riconducibili ad almeno il quarto secolo a.c.

La nostra amministrazione ha accolto con grande entusiasmo questa equipe di studenti che predilige, durante l’estate, il nostro paese e il fascino delle grotte e cerca di ricomporre il puzzle della storia nel silenzio ascetico delle grotte. Tre settimane di studio e di approfondimento durante le quali ci sarà, come consuetudine un incontro con il pubblico e con la stampa per spiegare le ragioni di questa sfida culturale e gli obiettivi raggiunti. Per la nostra comunità è già una piccola vittoria potersi confrontare con una realtà universitaria che successivamente porterà in Europa le relazioni scientifiche raccolte in questo giorni e soprattutto potrà coniugare la bellezza ambientale del sito naturalistico con l’etno-antropologia che prenderà forma dalle attuali ricerche che termineranno entro la prima decade di luglio.

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