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Nord Ciociaria

Pastena, sull’inquinamento della Valle dl Sacco le riflessioni del sindaco Gnesi

Nei giorni scorsi,  a Falvaterra si è tenuto un convegno di alto profilo scientifico che ha analizzato, almeno in parte,- scrive il Sindaco di Pastena dott. Arturo Gnesi-

Nei giorni scorsi, a Falvaterra si è tenuto un convegno di alto profilo scientifico che ha analizzato, almeno in parte,- scrive il Sindaco di Pastena dott. Arturo Gnesi- l’inquinamento del fiume Sacco avvalendosi delle relazioni di studenti, giornalisti e studiosi che hanno illustrato i dati delle loro ricerche.

Minacce che incombono sull’ecosistema di Pastena e costituiscono un pericolo per la salute dei cittadini delle zone limitrofe e per certi versi sono le premesse che hanno portato all’attuale indicazione dei siti per lo smaltimento dei rifiuti..

Invitato a dare un contributo al convegno ho proposto schematicamente alcune riflessioni :

1) L’inquinamento della valle del Sacco è stato possibile perché già nel ventennio fascista, negli stabilimenti di Colleferro furono confezionati i gas nervini usati contro le popolazioni del nord-africa durante la guerra coloniale. Vere armi chimiche adoperate solo dopo l’autorizzazione contenuta nei dispacci inviati da Roma. Notizie che sono rimaste segrete per anni che pertanto non hanno consentito di bonificare il territorio circostante le fabbriche dei veleni.

2) La necessità di modernizzare il sud a tappe forzate e il bisogno di portare occupazione e salari nelle terre del mezzogiorno hanno fatto in modo che le industrie installate nella ciociaria abbiano avuto soldi, favori e concessioni sui quali le autorità locali hanno esercitato un controllo sicuramente inefficace e insufficiente.

3) L’affermarsi di una classe politica che per diversi motivi ha alimentato un sistema clientelare basato sul voto di scambio e quindi facilmente ricattabile da un sistema di imprese che chiedeva soldi e sgravi fiscali e scarsi controlli sulle modalità di smaltimento dei rifiuti tossici e pericolosi derivanti dalle loro industrie

4) Il patto di Villaricca del 1989 che ha sancito un’alleanza scellerata tra imprenditori dediti allo smaltimento dei rifiuti, uomini politici presenti nei partiti e nelle istituzioni, camorra e personaggi della P2, quest’ultima presente ed operativa, in quei tempi, nel capoluogo ciociaro

5) La leggerezza della commissione parlamentare che nel 1997 dopo aver ascoltato le dichiarazioni di Carmine Schiavone non ha elaborato una valida strategia di controllo del territorio visto che oltretutto si stava costruendo la linea ferroviaria TAV Roma – Napoli

6) La latitanza delle istituzioni sanitarie che finora non hanno fatto monitoraggi significativi sulle zone circostanti le discariche pubbliche e le zone dove si presume ci siano discariche abusive

7) L’assoluta noncuranza della politica, che non fa nulla, per mettere in sicurezza un sito vicino le grotte di Pastena dove è accertata la presenza di concentrazioni pericolose di alcuni metalli pesanti

8) La superficialità di molte associazioni che a parole dichiarano di essere a favore della legalità, di difendere la salute dei cittadini e di tutelare l’ambiente mentre nei fatti non fanno nulla per combattere la mafia e per estromettere dalle istituzioni personaggi collusi e corrotti.

9) “Dominati dalle lobby, ostaggi degli affari e dimenticati dalla politica” è ancora questa la regola che condiziona lo sviluppo industriale della Ciociaria, lo stesso piano di smaltimento regionale dei rifiuti e rende praticamente improduttiva e perdente la protesta dei sindaci che pretendono l’aria pulita e l’ambiente sano.

Insomma mali antichi che hanno accompagnato lo sviluppo della Ciociaria e sui quali appare impossibile fare chiarezza per i legami ancora esistenti sul territorio e nelle istituzioni.

dott. Arturo Gnesi

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