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Martedì, 23 Aprile 2024
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Piglio, con il bacio della reliquia è terminata la festa liturgica in onore del Beato Andrea Conti

La festa liturgica, iniziata nella chiesa di San Lorenzo con un triduo, è proseguita Domenica 1° Febbraio con una Santa Messa celebrata da Mons. Lorenzo Loppa alle ore 9,30 alla presenza  della Fraternità O.F.S. “Beato Andrea Conti” e dei devoti...

La festa liturgica, iniziata nella chiesa di San Lorenzo con un triduo, è proseguita Domenica 1° Febbraio con una Santa Messa celebrata da Mons. Lorenzo Loppa alle ore 9,30 alla presenza della Fraternità O.F.S. “Beato Andrea Conti” e dei devoti al Beato Andrea e del sindaco di Piglio avv. Mario Felli per terminare poi nel pomeriggio con la recita dei Vespri Solenni e con il bacio della reliquia.

Nell’omelia il Vescovo ha richiamato i numerosissimi fedeli a considerare le virtù del Beato: preghiera, penitenza, silenzio, cura delle persone che a lui si rivolgevano, affinché ognuno di noi possa conoscerle, apprezzarle ed imitarle. I Santi, sottolinea il Vescovo, sono esempi luminosi di adesione al Vangel, sono modelli da amare ed imitare, ciascuno secondo le proprie possibilità. Ha poi rilevato una corrispondenza tra il brano evangelico di Marco dove Gesù scaccia un demonio da un posseduto ed il carisma di esorcista del B. Andrea. Ha richiamato i fedeli al rispetto per la vita che è sacra dal suo concepimento alla sua naturale fine terrena.

A fare da cornice alla festa è stata Mostra storico-iconografico-agiografica sul Beato Andrea Conti, allestita nel convento di San Lorenzo che ha riscosso un gran successo con la fattiva collaborazione dei cultori e valorizzatori di storia locale e della comunità religiosa dei padri minori conventuali di San Lorenzo. La mostra ha voluto essere un evidenziamento dei documenti d’archivio a testimoniare la costante vivace devozione al Beato lungo i secoli, e ha dato un più sicuro fondamento storico-agiografico alla stessa pietà popolare verso il Beato Andrea. Gli organizzatori si sono riproposti di aprire la Mostra anche nel mese di Agosto 2015, quando si celebra a Piglio la festività estiva del Beato, per onorare degnamente i settecentotredici anni dalla morte e per effettuare e stimolare la raccolta di una più completa documentazione storica per la stesura, tra l’altro, di una nuova biografia del Beato secondo i canoni dell’agiografia moderna. Sotto questo punto di vista la mostra ha voluto essere anche un appello a quanti, studiosi e devoti vorranno collaborare segnalando tracce di ricordi del Beato nelle sue espressioni di vita e di devozione: letterarie, pittoriche, scultoree, devozionali, folcloristiche. La mostra si è articolata in gruppi di materiale vario, certamente selettivo, ma non esaustivo della vasta gamma di documentazione che riguarda il Beato Andrea Conti: due codici del XIII-XV sec. detti del Beato Andrea uno dei quali, si dice dalla tradizione, usato dal Beato stesso per le sue preghiere; documenti dei vari processi di canonizzazione per il riconoscimento del culto tributato al Beato Andrea e conclusisi con la dichiarazione ed attribuzione del titolo di “Beato”; documentazione di biografie, edite ed inedite, scritte sul Beato Andrea lungo i secoli fino ad oggi; alcuni documenti che illustrano alcuni miracoli del Beato Andrea; documenti relativi alle varie esumazioni e vicissitudini dei resti mortali del Beato Andrea, lungo i secoli fino a quelli dell’ultima guerra (12 Maggio 1944); notizie storiche autografiche del parroco Domenico Janardi riguardante la peste degli anni 1656-1657; una delle più antiche immagini del Beato Andrea rinvenuta nel 1984 nella chiesa di San Rocco-Madonna della Valle nell’affresco giottesco; architravatura in marmo del sepolcro del Beato Andrea (1636-1760) rinvenuta nel convento di San Lorenzo; documenti iconografici sul Beato, presenti nel convento ed in altri conventi della grande famiglia francescana in tutto il mondo; lo statuto della “Fraterna del Beato Andrea” del 1371 il più antico della Diocesi di Anagni. A differenza delle altre scienze umane in cui il progresso è sempre teso e proiettato al futuro, nel caso di Piglio e di chi sa quanti altri centri, la via dell’evoluzione verso una dignità storica ed intellettuale cammina al ritroso. Solo nel riscoprire e rivalutare il suo passato Piglio potrà offrire qualcosa di nuovo per l’avvenire.

Inoltre , la comunità pigliese ha ricordato il miracolo del Beato Andrea di otto anni fa.

Correva l’anno 2007, proprio alla vigilia dell’anniversario della festa liturgica del Beato Andrea Conti (1° Febbraio), un masso di grandi dimensioni, staccandosi di notte dalla montagna, aveva terminato la sua corsa, dopo un volo di dieci metri, nel piazzale di una abitazione sita in Piglio in località San Lorenzo, procurando solo danni materiali ad una tettoia in lamiera a copertura di una legnaia e a un autocarro.

Il Beato Andrea in quella occasione si era fatto sentire.

L’enorme masso, infatti, solo per miracolo, mancò di poco una abitazione e se poi avesse continuato la sua corsa, avrebbe messo a repentaglio la vita a molti pigliesi che abitano nella sottostante vallata.

Anche il Vescovo di Anagni Mons. Lorenzo Loppa, dopo aver officiato la Santa Messa il 1° Febbraio 2007 nella chiesa di San Lorenzo, rimase impressionato davanti al grosso masso. Anche lui aveva detto che c’è stato un intervento “dall’alto”.

Una domanda allora sorge spontanea:

Cosa aspettano le autorità ecclesiastiche ad istruire una causa di Santificazione per questo Beato che, morto il 1° Febbraio 1302 è stato proclamato Beato solo nel 1724, dopo aver fatto tanti miracoli sia in vita che in morte con la sua permanenza nel territorio pigliese?

Giorgio Alessandro Pacetti

PIGLIO, L’ASSEMBLEA DELLA CONFRATERNITA DELLA MADONNA DELLE ROSE HA APPROVATO IL BILANCIO CONSUNTIVO DEL SANTUARIO ANNO 2014 E PREVENTIVO 2015.CON LA PARTECIPAZIONE DEL PARROCO DON GIANNI

Quando le cose si fanno alla luce del sole, non c’è bisogno di revisori di conti, quelli che, se avessero lavorato bene, non avrebbero fatto sprofondare alcune società in una voragine di perdite.

Ma veniamo a noi: come ogni hanno viene presentato dal Priore e dall’Economo della Confraternita il bilancio consuntivo e quello preventivo che è stato approvato all’unanimità anche perché le entrate sono state superiori alle uscite per cui i conti sono risultati in attivo.

Unica nota dolente è stata quella dei 150 confratelli e consorelle aderenti alla Confraternita, che solo la metà in regola con il pagamento della quota associativa ha partecipato ai lavori assembleali.

Dispiace che in una confraternita senza fini di lucro una parte così cospicua non adempia ai suoi doveri, anche se ovviamente gli “evasori” sono stati esclusi dalle decisioni e dalle conseguenti votazioni. C’è da dire che la quota associativa serve oltre alle spese correnti ad iniziative di vita sociale come le gite, pranzi ed altro.

D’altra parte non si capisce come una Associazione possa mantenere fede ai suoi doveri statutari sanciti dalla Diocesi di Anagni-Alatri, se le vengono a mancare quelle entrate che servono semplicemente a sostenere le spese amministrative e gestionali.

Il mancato pagamento della quota associativa è un problema antico. Ne riportiamo il testo :

“Tutti i fratelli e le sorelle della Confraternita della Madonna delle Rose che oggi si lamentano del pagamento della quota annuale sappiano che la Confraternita, fin dalle origini, si è sostenuta con il pagamento delle quote dei confratelli. Già nel 1867 viene annotata nel registro delle entrate la riscossione delle decime che, a norma delle regole, i fratelli e le sorelle devono versare.

Negli anni successivi si parla semplicemente di quote. Nel libro delle entrate della Confraternita, nell’anno1900, il sindacatore Alcibiade Borgia “deplora la scarsa ed infelice riscossione delle quote annue dovute dai fratelli e sorelle, la quale dovrebbe essere curata con più premura ed attività, e affidata a persone che riscuotino fiducia”.

A questa lamentela si associa don Pio Appetecchia, il quale scrive che “tale deficienza di quote dipende parte dai fratelli e sorelle abbastanza morosi e di cattiva volontà, capaci unicamente di mormorare a carico del prossimo, parte da coloro incaricati per la riscossione, i quali, specialmente in quest’anno, non hanno avuto premura di soddisfare il loro impegno”.

Un secolo fa dopo la prima guerra mondiale la confraternita subisce un rilassamento causato dalla morte dei Priori e dalla guerra stessa.

Nel 1924 si pensa alla riorganizzazione della medesima. A quell’epoca la confraternita si sosteneva con le quote dei confratelli, stabilita in 5 lire, e delle consorelle, stabilita in 2,5 lire.

Nella relazione della visita pastorale del 6 Settembre 1925 troviamo menzionata la Confraternita della Madonna delle Rose e del Rosario. Di essa si dice che è iscritta alla Primaria del Rosario nella Chiesa della Minerva dei Padri Domenicani. Vi si legge ancora che, dopo la morte del Priore e le avvenute vicende politiche, si verificò un quasi totale abbandono da parte dei Confratelli, in maggioranza contadini. Veniamo a sapere inoltre che ricostituitasi la Confraternita “da circa due anni, si va verificando la quasi impossibilità di osservare tutte le regole dei vecchi statuti”.

Nella relazione della visita pastorale datata 24 Ottobre 1929 si trova scritto che i componenti della confraternita erano numerosi: 139 fratelli e 105 sorelle. “Il Cappellano o padre spirituale propriamente detto non c’è. Hanno possibilmente, un sacerdote francescano che celebra la messa nei giorni festivi dal 1 Novembre al 24 Giugno.

Il 6 Gennaio 1930, 34 fratelli accettano lo statuto del Vescovo Gaudenzio Manuelli, datato 1 Novembre 1929, nel quale , tra gli altri articoli, al n° 52 si legge: “ Entro il Gennaio di ogni anno, i fratelli verseranno al Camerlengo la quota fissata da ciascuna confraternita , e nello stesso tempo anche le sorelle, in proporzione della metà: chi mancasse a questo dovere, dopo un solo avviso del camerlengo decade da associato”.

A seguito di ciò il 6 Marzo 1930 il Vescovo Manuelli istituisce di nuovo la confraternita della Madonna delle Rose. In un dattiloscritto, redatto forse da Don Orazio Cerrocchi, si fa ancora menzione delle quote dei confratelli.

Nelle risposte al questionario per la visita pastorale del 1950 leggiamo che la Confraternita si sostiene unicamente con le quote dei Confratelli e Consorelle e così le oblazioni dei fedeli. I confratelli sono 263, le consorelle 124 mentre dalla relazione della visita pastorale del 1976 si apprende che gli iscritti alla Confraternita sono 230. Il cappellano è il parroco di Santa Maria”.

Giorgio Alessandro Pacetti

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