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Nord Ciociaria Piglio

Piglio, visita culturale religiosa della comunità non più giovane di Sgurgola

Ad attirare la maggiore attenzione della comunità più giovane di Sgurgola guidata al parroco don Agostino è stato, oltre il  “cammino contemplativo di Karol Wojtyla” in località Santo Biagio, luogo caro a Papa Karol Wojtyla, che vi ha trascorso...

Ad attirare la maggiore attenzione della comunità più giovane di Sgurgola guidata al parroco don Agostino è stato, oltre il “cammino contemplativo di Karol Wojtyla” in località Santo Biagio, luogo caro a Papa Karol Wojtyla, che vi ha trascorso vari momenti di ritiro personale in totale contemplazione, il santuario della Madonna delle Rose e la caratteristica e storica chiesa di San Rocco Madonna della Valle sita proprio lungo la via Francigena.

Piglio Sgurgolani

I visitatori, accolti da Giorgio Alessandro Pacetti cultore di storia locale, hanno potuto ammirare in tutto lo splendore l’affresco del 1300 di scuola giottesca scoperto da Pacetti 33 anni fa (26 Dicembre 1984), raffigurante le immagini el Beato Andrea Conti, di San Giovanni Battista, della Madonna delle Rose in trono, di San Leonardo (patrono anche di Sgurgola) e S. Antonio Abate e l’altro affresco ritrovato sempre da Pacetti nel 2002 del 1500 riguardante la Madonna della Valle in trono con Bambino e S. Giovannino della Croce facendo diventarela Chiesetta di San Rocco di enorme valore storico-culturale-artistico per tutto il nord Ciociaria.

Grande stupore ed enorme meraviglia ha suscitato ai visitatori la constatazione che opere di tale valore possano essere minate dall’umidità imperante nella storica chiesetta e hanno auspicato che queste opere del passato, pietre miliari di un percorso storico-culturale di enorme importanza, vengano preservate nella maniera migliore come testimonianza, agli amanti dell’arte, di un periodo glorioso della pittura dei secoli passati.

Subito dopo aver lasciato la chiesa di San Rocco i visitatori hanno raggiunto il convento e la chiesa di San Lorenzo dove, il Rettore P. Angelo Di Giorgio ha relazionato la vita del venerabile P. Quirico Pignalberi e le virtù del Beato Andrea Conti vissuto in una “Grotta” che costituisce il luogo meglio conservato tra le memorie del Beato Andrea Conti (1240-3002), dove il frate esorcista, ideatore del primo Giubileo, indetto da Bonifacio VIII, trascorse quaranta anni; la chiesa di San Lorenzo del 1700 dove sono custodite le spoglie del Beato Andrea; un residuato bellico del bombardamento del 12 maggio del 1944; il sepolcro dell’Umanista del ‘400 Benedetto da Piglio che è stato il Segretario del Concilio di Costanza del 1415; la “Cappellina dei pesci”, situata sempre nel complesso francescano, dove un domestico, inviato da Bonifacio VIII, nascose il terzo pesce, trasformato successivamente in serpente e subito dopo in pesce per opera del Beato Andrea. I biografi riferiscono che il luogo dove fu nascosto il pesce conservò l’impronta del pesce medesimo. L’impronta sparì per la devozione indiscreta dei fedeli che, per averne un ricordo, scalfivano la pietra su cui essa era impressa. Su luogo del miracolo del pesce venne costruita una cappellina.

Hanno riscosso un gran successo anche la mostra sul Beato Andrea Conti e sul Venerabile P. Quirico Pignalberi allestite nei locali del convento.

PIGLIO,LA COMUNITÀ FRANCESCANA FESTEGGIA IL B. ANDREA CONTI.

la comunità francescana di San Lorenzo in Piglio ha programmato grandi manifestazioni religiose dal 16 al 20 Agosto 2017, con un triduo nella Collegiata Santa Maria, con una fiaccolata, con un concerto, con una processione e con una mostra per festeggiare il Beato Andrea Conti.

Il frate esorcista, compatrono di Piglio, era spesso ricercato da coloro che soffrivano nell’anima e nel corpo a causa del demonio. Molti ossessi furono “liberati” sulla tomba del Beato, altri presso la Grotta che divenne l’abitazione ordinaria del frate per oltre 40 anni. Andrea, l’eterno beato della Chiesa, ma un grande Santo per i pigliesi, pregava insistentemente Dio perchè liberasse dalle ossessioni diaboliche non solo le singole persone schiave di Satana che gli venivano presentate, ma anche tutto il Paese. Il potere sui demoni concesso da Dio al beato Andrea in vita non cessò di essere sperimentato dai devoti anche dopo la morte di Andrea (1302) come riferito da testimoni oculari dei meriti straordinari di esorcista ottenuti da Dio.

Infatti Andrea veniva chiamato il “flagellum demoni” per le sue doti di rigorosissima austerità e di umiltà. La formula deprecatoria ripresa dagli esorcisti è stata: “Per l’umiltà del Beato Andrea ti comando di allontanarti da codesto corpo”. Come pure si è rilevata di grande e particolare efficacia l’invocazione: “Ora pro nobis beate Andrea” unita all’imposizione della reliquia del suo cilizio.

Così il Comitato dei festeggiamenti, presieduto da padre Angelo Di Giorgio, Rettore della chiesa di San Lorenzo in Piglio, ha programmato 3 giorni di festa con un triduo, con una fiaccolata notturna Sabato 19 Agosto ore 21 e con una Santa Messa officiata da Mons. Gianfranco Girotti Domenica 20 Agosto ore 17,00, preceduta da un concerto del Maestro Raimondo Bottini al violino e del Maestro Fabio Sisti al piano.

A seguire alle ore 18 la processione diurna in cui i pigliesi rinnovano il “patto d’amore” che li lega al loro Beato. La fiaccolata notturna vuole collegarsi idealmente a quella eseguita da Domenico Gianardi, Arciprete della Collegiata Santa Maria Assunta in Piglio, il 24 Novembre 1656 insieme al popolo per implorare la liberazione dalla peste pregando sulla tomba del Beato. Tutto questo affinché il nostro Beato, che è stato anche l’ispiratore del 1°Giubileo, riacquisti l’importanza dovuta e che le sue opere in terra, non restino per i posteri solo un vago ricordo. Ancora oggi i fedeli si soffermano a vedere la croce, a sbarre di uguali dimensioni di circa 15 centimetri, contornata da fori di fissaggio di una grata (ora scomparsa) a difesa della croce stessa praticata dal Beato per fugare il demonio. Un’altra croce latina si può vedere su un macigno isolato lungo la Via San Lorenzo nella zona tuttora chiamata “la Cona del Beato Andrea”. Con questo segno di croce in “marmo insculpto” strumento di vittoria del Beato, il frate esorcista eluse tutti gli astuti tentativi dei nemici infernali.

La guerra con i demoni fu per Andrea ininterrotta tanto che ancora oggi la gente sale l’erta via per raggiungere la chiesa di San Lorenzo e per pregare il frate esorcista.

Giorgio Alessandro Pacetti

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