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Regione, Bellucci su terremoto e territori montani, appello al Consiglio Regionale

Leggiamo in questi giorni sui giornali e sentiamo nei commenti televisivi, nelle drammatiche cronache che narrano delle distruzioni del terremoto, quanto importanti siano i piccoli centri montani del nostro Appennino, quanta storia, economia e...

Leggiamo in questi giorni sui giornali e sentiamo nei commenti televisivi, nelle drammatiche cronache che narrano delle distruzioni del terremoto, quanto importanti siano i piccoli centri montani del nostro Appennino, quanta storia, economia e bellezze essi conservino e quanta umanità sia improvvisamente divenuta “visibile” al mondo. Noi lo sosteniamo da anni e ci battiamo da anni per far capire come questa nazione abbia intrapreso una folle deriva quando ha iniziato a liquidare tutte le politiche riguardanti i piccoli centri e, in particolare, quelli montani. L’Uncem, l’unione dei comuni montani e delle comunità montante, ha condensato nella legge sui piccoli comuni: che questi territori sono l'anima e l'identità dell'Italia, e che ripopolarli è una questione di interesse nazionale e non un esercizio retorico. La dico con il nostro presidente nazionale, l’on. Enrico Borghi: “È molto positivo che la classe dirigente italiana si accorga di tutto ciò. Ma doveva accadere un terremoto? Gli stessi giornali qualche anno fa si riempivano di articoloni ed editoriali che spingevano alla liquidazione dei piccoli comuni, e alla urbanizzazione in nome di una presunta efficienza. I fatti hanno la testa dura, ed ora finalmente si cambia lettura. Ma lasciatemi dire che se non avessimo tenuto botta, insieme a tantissimi sindaci e amministratori dei comuni montani, in quegli anni in cui ci prendevano anche in giro, forse non saremmo arrivati a vedere questo giro di boa. Ora andiamo avanti, perché non c'è' tempo da perdere!”. Andare avanti ora significa, per quel che riguarda la nostra regione, è rompere il silenzio che sta distruggendo un patrimonio istituzionale come le nostre Comunità Montane e procedere col rinnovamento conferendo legittimità ma anche pretendendo efficienza dalle Unioni di comuni montani che devono essere costituite, quali presidi insostituibili in zone preziose del nostro territorio che non possono essere lasciate all’abbandono. E’ al 2008 con la legge n°20, la cosiddetta legge Fichera” - ha

proseguito Bellucci - che risale l’ultimo organico tentativo di regolare le politiche per la montagna che l’art.44 della Costituzione prevede; la Regione Lazio è l’unica in Italia a non aver provveduto e quale sia lo stato di abbandono e degrado delle nostre zone montane lo

scopriamo purtroppo in occasioni tragiche come per i recenti terremoti.” Chiediamo” ha concluso il Presidente dell’UNCEM LAZIO” che si stralci almeno la parte dei commissariamenti dalla proposta di legge sulla Del Rio, o si attuino con un decreto, per consentire di avviare

la trasformazione in Unioni di Comuni Montani, anticipando le procedure che comunque dovranno essere svolte; attendiamo con fiducia una risposta positiva.” E' quanto afferma il Presidente dell'Uncem Lazio, Achille Bellucci

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