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Regione, Buschini: “Nessun accorpamento tra le Asl di Frosinone e Latina, ma tagli agli sprechi”

“Ho avuto modo, nei giorni scorsi, di rassicurare la cittadinanza in merito alle voci di un possibile accorpamento delle Asl di Frosinone e Latina.

“Ho avuto modo, nei giorni scorsi, di rassicurare la cittadinanza in merito alle voci di un possibile accorpamento delle Asl di Frosinone e Latina. Ora è ufficiale: non ci sarà alcuna unificazione delle Aziende Ospedaliere locali che resteranno divise e autonome su tutti i settori, fatta eccezione per la centrale degli acquisti. Frosinone e Latina acquisteranno insieme, ma non diverranno una sola Asl. La razionalizzazione degli acquisti permetterà di uniformare i prezzi dei beni e dei servizi per renderli omogenei tra le aziende e così si potranno anche determinare il fabbisogno e gli effettivi consumi delle singole Asl. I risparmi che deriveranno da questa operazione, cioè dalla riduzione delle spese e delle duplicazioni, saranno reinvestiti per il potenziamento dei servizi sanitari. Si tratta di un’operazione di spending review che punta ad abbattere ed al miglioramento della qualità dei servizi per i cittadini: nei due anni di amministrazione, anche grazie alla centrale degli acquisti già sperimentata in altri settori, abbiamo prodotto risparmi che hanno contribuito all’uscita dal commissariamento dopo 8 anni. La strada tracciata, quindi, è quella giusta”. Lo dichiara in una nota il consigliere regionale e Presidente della Commissione Bilancio Mauro Buschini.

“Un diverso assetto – ha spiegato Buschini – è stato ridisegnato dal Presidente Zingaretti per le Asl della Città di Roma. Passano da cinque a tre le Asl di Roma Capitale: oltre che alla riduzione delle spese per gli organi aziendali (direzioni generali, amministrative e sanitarie), questa operazione risulta funzionale per dare piena operatività alle reti ospedaliere della capitale”.

SANITA’, SIMEONE (FI): “SULLA SITUAZIONE DEGLI OSPEDALI DI LATINA IL CENTROSINISTRA CONTINUA A NON VEDERE LA REALTA’”

“Saremmo felici, anzi felicissimi, quando si parla di sanità e quindi della salute e della vita dei cittadini di sbagliare. Tuttavia, ad oggi, nonostante le tante rassicurazioni abbiamo visto ben poco. La fuga di primari del Santa Maria Goretti di Latina è fatto reale. Basta fare un giro per i reparti di tutti gli ospedali della provincia di Latina per raccogliere il malcontento di medici e infermieri e la disperazione, quella dei cittadini, costretti a confrontarsi con una sanità a misura di compitino ben scritto ma non certo delle esigenze della nostra comunità. Il centrosinistra di fronte a questa situazione, e non fa eccezione il consigliere Forte che nella sua difesa d’ufficio non entra nel merito della questione, si limita, come si direbbe in gergo, a rigirare la frittata. I numeri del deficit sanitario regionale li conosciamo bene e altrettanto bene conosciamo i limiti imposti dal turn over. Ciò non toglie che il compito di una buona amministrazione, regionale e della Asl, dovrebbe essere quella di mantenere servizi efficienti e di qualità tagliando sprechi e non teste. Visto che il consigliere Forte è così attento e aggiornato, vorremmo sapere come mai, ad esempio, del Dea di II livello che stando alle sue parole procede spedito verso la realizzazione non si è ancora vista traccia. I progetti sono tali perché hanno una data di inizio e una di fine. E quello del Dea di II livello a Latina, stando la situazione attuale, viaggia sulle parole della canzone “arriverà” peccato che non si sa quando. E stando il tono degli interventi da parte del centrosinistra, potrebbe essere stato realizzato, ma noi colpevoli allarmisti non ce ne siamo semplicemente accorti”. Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone

SANITA’, SIMEONE (FI): “ZINGARETTI E CAPOROSSI SOSPESI TRA PALCO E REALTA’ METTONO IN FUGA I PRIMARI E DISTRUGGONO LE ECCELLENZE”

L’inefficienza gestionale della Asl di Latina si sta trasformando in un buco nero per le eccellenze che caratterizzano gli ospedali della provincia pontina. Sono mesi che al Santa Maria Goretti è iniziata una vera e propria emorragia di medici e primari. Una lenta agonia che non accenna ad arrestarsi e che non può che destare grande preoccupazione. Professionisti che di fronte alla situazione di stallo in cui versa la sanità pontina, a causa del costante disinteresse da parte dei vertici aziendali della Asl, alle dimenticanze della Regione Lazio che continua ad impoverire, sul piano della qualità e dell’efficienza, i reparti dei nostri ospedali, hanno deciso di accettare altri incarichi, di dimettersi per fare altre esperienze o di andare in pensione rinunciando al trattenimento in servizio. Stiamo parlando di figure professionali che hanno contribuito con dedizione e sacrificio a creare reparti specializzati, unici, tecnologicamente avanzati, attuando metodologie all’avanguardia per prestazioni ed interventi che hanno reso l’ospedale di Latina il punto di riferimento per i malati provenienti non solo dal territorio provinciale ma da tutto il Lazio. Reparti che hanno superato, in termini di interventi e vite salvate, un primato nella regione e in Italia. Il riferimento corre a quelle eccellenze come la rete per l’infarto miocardico e la cardiologia, la ginecologia, la neurochirurgia, la radiologia interventistica, solo per fare alcuni esempi, e che sono la base su cui gettare la nascita del fantomatico Dea di II livello che doveva essere realizzato entro la fine di giugno ma di cui non si vede ancora traccia, né sul piano dell’adeguamento strutturale che su quello della pianta organica. Si tratta di professionisti che, nonostante i successi ottenuti, nonostante il grande lavoro svolto, trovandosi di fronte ad un muro fatto di inerzia ed inefficienze preferiscono lasciare piuttosto che vedere il frutto dei propri sacrifici smontato come un puzzle. E questi sono tutti segnali che dovrebbero far riflettere perché sono il sintomo di un malessere generalizzato e diffuso rispetto al sistema sanità che vige nella Asl di Latina. Ci domandiamo come il direttore generale e sanitario della Asl di Latina possano continuare a dire che va tutto bene quando gli ospedali stanno perdendo professionalità e servizi. Perché non prendono atto della situazione e non cercano di comprendere le ragioni di tale e tanto malessere. Perché si continua ad intendere la gestione della sanità come un tetris, fatto di numeri e bilanci, e non si entra nel merito di realtà, umane e professionali, che hanno reso eccellenze i nostri ospedali. I cittadini sinora si sono accontentati delle promesse. Hanno sperato che gli annunci del presidente Zingaretti, spesi ad ogni piè sospinto, sulla rivoluzione della sanità nella provincia di Latina e nel Lazio non fossero solo chimere. Oggi, dopo quasi tre anni, siamo costretti a constatare che restano solo le parole. Che i professionisti sono esasperati ed hanno alzato le mani stanchi di non poter dare il meglio ai pazienti nonostante turni massacranti e spirito di dedizione, stufi di non essere ascoltati. Di questo chiederemo ragione, con tutti gli strumenti a nostra disposizione, non solo al presidente Zingaretti che vive sospeso nella sua bolla d’oro tra palco e realtà ma anche a Caporossi che di tanti buoni propositi non ne ha realizzato neanche uno”. Lo dichiara in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Giuseppe Simeone

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