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Carpineto, dal comune un No alla chiusura del Commissariato di polizia

In riferimento alla nota del Ministero dell’Interno, in cui si stabilisce che, vista l'attuale congiuntura economica, è allo studio una riduzione degli organici dei ruoli operativi e tecnici delle forze dell’ordine. Ed in particolare, a seguito

In riferimento alla nota del Ministero dell’Interno, in cui si stabilisce che, vista l'attuale congiuntura economica, è allo studio una riduzione degli organici dei ruoli operativi e tecnici delle forze dell’ordine. Ed in particolare, a seguito di tale indirizzo, il Viminale dovrebbe sopprimere 11 Commissariati distaccati di P.S., tra i quali ci sarebbe quello di Colleferro.

L’eventuale soppressione di una sede così strategica per la sicurezza dell’area sta suscitando nella popolazione, nelle categorie sociali e nelle istituzioni motivi di forte apprensione.

La nostra preoccupazione risulta particolarmente fondata anche dal fatto che a Colleferro c’è un’area industriale di grande valore strategico che per le loro produzioni specifiche, realizzazione di sistemi con caratteristiche produttive a forte innovazione tecnologica e fabbricazioni particolarmente sensibili, che necessitano di una presenza qualificata come quella del Commissariato di P.S..

Le stesse recenti ipotesi di permeabilità del territorio del basso Lazio da parte della criminalità organizzata richiede, da parte dello Stato, una presenza ed un impegno maggiore nel fronteggiare e prevenire derive delinquenziali e momenti di degenerazione sociale.

La stessa vicenda dell’emergenza ambientale di quel territorio, soprattutto in una fase in cui nella Regione Lazio si è sfiorata una vera e propria emergenza rifiuti, crediamo che sia un’altra ragione sufficiente, anche per problematiche legate alla garanzia dell’ordine pubblico, ad innescare una valutazione più ponderata intorno al tema della razionalizzazione delle sedi di Commissari di P.S..

Il Comune di Carpineto Romano fa istanza al Ministero dell’Interno, sensibilizzando contestualmente, anche, il Presidente della Regione Lazio, affinché delinei una nuova programmazione dei presidi di sicurezza del territorio nazionale ragionando non solo su parametri numerici ma anche su criteri di giudizio che includano le particolari criticità che emergono da un’analisi socio-antropologica dell’Area della Valle del Sacco.

Auspichiamo, infine, che il tema della sicurezza in questo territorio non venga derubricato ma si considerino tutte le possibili soluzioni atte a scongiurare l’annunciata chiusura del Commissariato.

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