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Colleferro

Nunzia Pressamariti è stata ritrovata e sta bene

La donna scomparsa ieri a Colleferro è stata rintracciata a Fumone. Il suo messaggio lasciato prima della scomparsa aveva allarmato l'intera comunità che si era mobilitata nelle ricerche

Nunzia Pressamariti è stata ritrovata sana e salva. La notizia è giunta pochi minuti fa. La donna scomparsa ieri da Colleferro è stata rintracciata nel comune di Fumone individuata da un poliziotto occupato nella vasta operazione di ricerca. Si trovava all'interno della sua auto. L'agente ha riconosciuto la vettura ed il numero di targa. Nunzia è stata soccorsa dal personale del 118 e probabilmente verrà trasportata in ospedale per effettuare alcuni accertamenti. 

Le ore di apprensione

Sono riprese alla prime luci dell'alba le ricerche di Nunzia Pressamariti, la donna scomparsa nel pomeriggio di ieri da Colleferro. Prima di sparire la signora Nunzia titolare di una libreria situata nel centro cittadino di Colleferro, ha lasciato un messaggio sulla sua bacheca di Facebook. Un messaggio di disperazione, un grido d'aiuto che nel passato è stato ignorato. Parole forti quelle scritte da Nunzia in cui fa riferimento alla volontà di togliersi la vita, di farla finita con una vita che tanto le ha tolto e poco le ha donato. La morte del marito dopo la malattia, la scomparsa della sorella più piccola, le questioni economiche e la resa per un futuro ormai senza prospettive

Le ricerche

In serata la sorella si è rivolta alle forze dell'ordine per denunciarne la scomparsa, immediate le operazioni. La polizia di Colleferro, i carabinieri ed i vigili del fuoco, anche con il supporto di un elicottero, hanno avviato le ricerche. È stato geolocalizzato il suo telefono cellulare, le ultime tracce sono state rilevate ad Anagni, sulla Casilina verso le 20 e poi più nessun segnale. Nel frattempo sempre i familiari hanno diffuso le informazioni della vettura della donna chiedendo di avvertire i carabinieri se avvistata. Si tratta di una Renault Twingo grigio metallizzata targa EA656LS. 

Il messaggio di disperazione

"Andare via, ho pensato a questa eventualità da tempo. Andare via per me significa - non esserci più- non essere più nella vita, questa vita. Non riesco a scorgere qualcosa per cui valga la pena rimanere. Sono molto stanca, da quando mio marito si è ammalato (2015) e dopo 8 mesi di: operazione, cure, speranze, paure, dolore, avvilimento è morto; non mi sono mai piu' riposata e non mi più successo qualcosa di bello che mi facesse riamare la vita. Anzi dopo sette mesi è morta mia sorella più piccola. Da quel momento una presenza oscura si è impadronita del mio essere e non mi ha più abbandonata, si è accomodata sempre più in profondità, aggrappandosi maligna, con i suoi artigli, alla mia anima già ferita. Lavoro 10 ore al giorno e riesco a stento a mettere insieme i soldi per pagare, prima di tutto i Libri, non potrei lavorare senza merce; poi gli affitti-casa e libreria- equitalia- bollette (sempre più esose) riesco a comprare qualcosa per mangiare e basta. Lavoro e pago il necessario. Sono depressa, mi sento sola, stanca e infelice. Non posso riposarmi e non mi posso curare, non ho soldi per questo. Sono disperata, ma non ho nessuno a cui posso chiedere aiuto. Mi si può biasimare se ho deciso di farla finita? Grazie (ironico) a tutti coloro che ho accolto nella mia libreria, ogni volta che mi hanno chiesto ospitalità e che, in questo momento difficile della mia esistenza, non mi hanno più frequentato; grazie (ancora più ironico) all'Amministrazione Comunale che mi ha osteggiata e ignorata, da un punto di vista lavorativo.
Invece un abbraccio riconoscente, questo sì, con grande amore, ai pochi che sono rimasti, ma erano troppo pochi e io troppo abbattuta e stanca per poter resistere. Spero che non esista nulla di là, spero nell'oblio per l'eternità. Ho cercato di resistere perché, prima di andarmene, volevo estinguere il fido (20.000,00 €) con la banca, ma non ci riesco  perché c"è sempre qualcosa da pagare. Non si finisce mai e si incassa sempre di meno. Ho una sorella che vive con me e percepisce meno di 500 euro al mese, cercavo di resistere anche per lei, ma proprio non ci riesco. Lei vorrebbe lavorare, è una bravissima sarta, ha cercato di proporsi, ma noi non siamo di qui e preferiscono altri. Chiedo allo Stato Italiano se vuole estinguere il mio debito con la Banca e se può aumentare la pensione a mia sorella per permettergli di vivere dignitosamente. Lei vuole vivere, io no. Ho lasciato una lettera, all'avvocato Paradiso Gianfranco di Colleferro, dove ho scritto le mie volontà. Ho già la tomba, che sta a Cineto Romano, anche se preferirei essere cremata. Non c'è altro. Spero davvero che non ci sia niente  nella dimensione morte  e di potermi riposare. Ho scritto tutto questo nella disperazione, ma 
nel pieno delle mie facoltà mentali. Nunzia Pressamariti Latini.
P.S. Avevo cercato di farmi aiutare dalla banca con cui lavoro, ma non ci sono riuscita. Chi lavora in proprio se non ha soldi di suo viene lasciato al suo destino".

Nel frattempo tutta la comunità di Colleferro e delle zone limitrofe si è attivata sperando che Nunzia non dia seguito a queste parole. Forse la sua richiesta di aiuto doveva essere ascoltata prima.

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