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Colleferro – Segni: in piazza contro la violenza sulle donne!

Sabato 28 novembre, dalle ore 10.00 alle 18.00 presso largo san Francesco a Colleferro, il gruppo Consulta le Donne, l’Associazione culturale Segni (Onlus), Neo Kronos e Amnesty International presentano "Per Amore, si", iniziativa atta...

Sabato 28 novembre, dalle ore 10.00 alle 18.00 presso largo san Francesco a Colleferro, il gruppo Consulta le Donne, l’Associazione culturale Segni (Onlus), Neo Kronos e Amnesty International presentano "Per Amore, si", iniziativa atta a promuovere la Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Riportiamo sulle nostre pagine il comunicato stampa delle associazioni organizzatrici:

"Un giorno non può bastare e non può cambiare le cose, ma saremo insieme per riflettere sull’importanza di prevenire la violenza di genere, che colpisce le donne di ogni paese del mondo, e per sensibilizzare soprattutto gli uomini e i giovani sul rispetto dei diritti inviolabili della persona.

A chi partecipa chiediamo di indossare qualcosa di bianco, colore scelto per richiamare il tema delle spose bambine.

La mattina sarà dedicata a far conoscere l’attività del gruppo Consulta le donne e a raccogliere le adesioni. Nel frattempo le insegnanti e gli alunni inizieranno l’allestimento della mostra “Scarpette Bianche”, che presenteranno al pubblico alle ore 16,00, mentre Laura Pugliese ed Hera canteranno il dramma delle donne amate, tradite e uccise per mano di un uomo.

La mostra vuole richiamare l’attenzione del pubblico sulla condizione in cui vivono le bambine di altri Paesi del mondo, dove le donne non possono scegliere il loro destino.

Per realizzarla le insegnanti e gli alunni delle Scuole materna, elementare e medie (Istituto comprensivo "Colleferro 1", plessi F. Barchiesi, C. Urbani, GPD, L. da Vinci) e Segni hanno raccolto e colorato di bianco tante scarpe di bambina.

Il tema della mostra rientra nella campagna di Amnesty International che condanna i matrimoni forzati cui sono costrette le bambine, vittime di violenze sessuali e famigliari.

Questa realtà solo apparentemente è lontana, commenta Rebecca Silvagni di Amnesty International; una realtà che priva le giovani del diritto alla vita e poi all’istruzione. Le bambine sono infatti costrette ad abbandonare gli studi e a sposare uomini spesso molto più grande di lei, da cui sono maltrattate e a cui la famiglia il più delle volte ha pure pagato un compenso.

La Giornata internazionale è stata istituita nel 1999 dall'Assemblea generale delle Nazioni Unite, che dedica il 25 novembre alle tre sorelle Mirabel assassinate, nel 1960, a Santo Domingo, dal dittatore Trujillio. Dopo di allora la violenza sulle donne è stata riconosciuta come una grave violazione dei diritti umani e l’uccisione della donna, proprio in quanto donna, si chiama “femminicidio”.

Nel 2014 l’Italia ha approvato la Convenzione di Istanbul sulla prevenzione e la lotta contro la violenza sulle donne, in particolare domestica, per proteggere le vittime e punire i responsabili. La Convenzione è il primo strumento giuridico con valore vincolante per gli Stati aderenti.

La partecipazione dell’Associazione Culturale Segni (Onlus) a questa giornata di riflessione – aggiunge il Presidente Mauro Navarra - è di assoluta importanza per contribuire ad una profonda modifica del nostro contesto socio-culturale, ancora connotato da arretratezza e carenze di tutela giuridica.

Fatti di violenza nei confronti di donne sono più che mai attuali e sempre di più sono le donne vittime di diverse forme di abuso: quante siano effettivamente coinvolte non è dimostrabile. Sappiamo che sono 6 milioni 788 mila le donne che hanno subito, nel corso della propria vita, una qualche forma di violenza fisica o sessuale. Di queste solo l’11,8% denuncia gli abusi e sono 652 mila quelle che hanno subìto stupri e 746 mila le vittime di tentati stupri (2 rapporto WeWord e dati ISTAT 2015).

Per vergogna o per paura, molte vittime non hanno il coraggio di denunciare il loro aggressore o addirittura di raccontare pubblicamente la loro storia personale.

Sebbene ci siano stati notevoli progressi nelle politiche nazionali, molto rimane ancora da fare e queste iniziative servono soprattutto a favorire una cultura del rispetto per contrastare la violenza perpetrata nei confronti delle donne.

Tutte abbiamo diritto di vivere libere dalla paura della violenza, ma è evidente che le condizioni di vita delle donne e i contesti culturali e sociali sono molto diversi nei vari Paesi del mondo. Penso alle donne che soffrono la fame, a quelle impegnate nei fronti di guerra o vendute come schiave del sesso, commenta Ina Camilli del gruppo Consulta le Donne. Oggi siamo qui anche per loro.

A luglio 2015 il Governo ha adottato il Piano d'azione straordinario contro la violenza sessuale e di genere, previsto dalla legge del 2013 contro il femminicidio, ed ha stanziato 30 milioni di euro per i progetti territoriali, la formazione degli operatori, il sostegno alle donne maltrattate e per le iniziative di prevenzione culturale, soprattutto sul fronte dell'educazione, ma non sappiamo altro.

E’ importante investire nella prevenzione, a cominciare dalle Scuole, ma è importante anche avere riscontri concreti per esempio sull’effettiva attivazione della rete antiviolenza regionale e sull’applicazione degli strumenti di tutela previsti dalla legge.

Ricordo che tutte le organizzazione internazionali sollecitano le Istituzioni ad adottare iniziative di sensibilizzazione e ci saremmo aspettati dalle nostre Amministrazioni locali la convocazione straordinaria dell’intero Consiglio comunale, come reale premessa di un nuovo costruttivo rapporto. Ringraziamo Tutti della collaborazione!"

Alessandro Verrelli

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