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Colleferro

Lazio Ambiente, troppi dubbi sulla ripartizione delle ore del fondo di integrazione salariale

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: Dopo tentativi di accordo con le OO.SS. il 13 luglio l’azienda annuncia il ricorso al fondo di integrazione salariale che interesserà, dice in una nota il dott. Narda, tutti i dipendenti secondo i relativi calendari di...

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO: Dopo tentativi di accordo con le OO.SS. il 13 luglio l’azienda annuncia il ricorso al fondo di integrazione salariale che interesserà, dice in una nota il dott. Narda, tutti i dipendenti secondo i relativi calendari di area e servizio/cantiere, con riduzioni e/o sospensioni temporanee dell’orario di lavoro. La domanda presentata all’Inps da parte dell’Azienda il 10 luglio fa riferimento a un monte ore medio mensile di 6.600 ore che rappresenta l’ammontare delle ore da ridurre e da ripartire tra il personale: due ore cadauno settimanali per gli operai e un ammontare diversificato di ore per gli impiegati. E qui cominciano i dubbi.

Chi ha stabilito la ripartizione delle eccedenze tra le aree aziendali? Chi ha stabilito l’ammontare di ore spettanti a ciascun impiegato? Come si contabilizza la riduzione, in ore o in giornate lavorative? Sulla base di quale organizzazione-tipo si sono desunte le unità in esubero? Sono stati attivamente interessati i dirigenti di ciascuna area o ha fatto tutto il Direttore del Personale? Ogni dipendente ha avuto la corretta informazione di quante ore dovrà essere sospeso da lavoro (in FIS)?

Inoltre chiediamo di sapere se analoghe funzioni hanno un analogo trattamento di FIS? Vedasi i due Capo Area. Oppure uno dei due Capo Area ha richiesto il passaggio ad “operaio” per evitare la FIS da impiegato, sicuramente più gravosa?

E’ stata poi data la possibilità, in maniera del tutto poco chiara, al personale impiegatizio di richiedere il passaggio al settore “servizi”, evitando così la sospensione dal lavoro se non per due ore/settimana. Orbene se anche nei “servizi” si registrano i presunti esuberi perché caricarli ancora di più senza peraltro scontare le ore di FIS all’area di provenienza dell’impiegato volontario? Quale è la ratio di tutto questo?

Tali passaggi peraltro, prima incoraggiati e accordati dall’azienda, poi sospesi a causa di una nota della CGIL, lasciano dubbi circa la mancata sospensione dal lavoro di chi, impiegato, doveva transitare sui servizi. Dove sono finite le ore spettantiai richiedenti di tali passaggi, relative al mese di luglio?

Risulta inoltre che personale impiegatizio che ha precedentemente richiesto il part-time, a ridosso della data del 13 luglio sia rientratoanticipatamente in servizio “full-time” beneficiando quindi di maggior salario rispetto alla retribuzione da servizio “part-time”, retribuzione che in parte sarà corrisposta da Lazio Ambiente e in parte dall’INPS. E questa ci sembra proprio una frode a spese dell’INPS!

E per i Dirigenti che, sempre gli stessi, hanno contribuito al tracollo prima di GAIA e poi di Lazio Ambiente, quale riduzione retributiva è applicata?

E per segnalare altri misfatti di questa gestione, riceviamo da alcuni dipendenti, lamentele circa la mancata erogazione della c.d. “cessione del quinto” agli Enti che hanno erogato loro il prestito, creando non poche difficoltà ai lavoratori interessati.

Analogamente sembra che alcuni dipendenti che hanno richiesto rimborso attraverso il Fondo Fasda per spese mediche (polizza Unisalute) si sono sentiti rispondere che Lazio Ambiente non ha versato il dovuto al relativo Fondo. Però il contributo dovuto è trattenuto dagli stipendi…..

E tutto questo viene gestito da un ufficio del personale che vede ancora la presenza, sotto forma di consulenza, della neo pensionata responsabile dell’ufficio. Di tale consulenza però nessuna traccia nell’Area Trasparenza del sito aziendale! Chi ha sottoscritto il contratto di consulenza? Quanto vale questo contratto?

Un ulteriore accenno al FIS che riguarda i dipendenti dell’impianto di termovalorizzazione che, per 6 mesi, a causa della manutenzione straordinaria dell’impianto, sarebbero stati “a casa”. Ma i 6 mesi diventeranno 12 o forse più a causa della cattiva programmazione di tali lavori di manutenzione da parte del Direttore dell’impianto che, dapprima ha “spento” gli impianti 3 mesi prima del necessario e poi non ne indovina una, tra errori di valutazione nei capitolati che generano “gare deserte”, e quindi da replicare con inutile dispendio di tempo e risorse, e gestione incompetente dei lavori che sono già costati una sanzione pecuniaria da parte della ASL, che ha sospeso anche i lavori per alcuni giorni.

Pertanto nell’evidenziare la gestione nebulosa del ricorso al FIS chiediamo di avere l’elenco del personale con l’attribuzione delle ore mensili di sospensione dal lavoro e chiare risposte a quanto sopra evidenziato.

Colleferro, 31 luglio 2017

I delegati sindacali della funzione pubblica

CGIL – CISL-UIL
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