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Labico, chiuso per 20 giorni l’Ice Caffè. Scatta la mobilitazione cittadina

Una decisione che ha provocato la reazione dei ragazzi che abitualmente frequentano questo posto che è diventato un punto di aggregazione

Nei giorni scorsi i carabinieri della Stazione di Labico, compagnia di Colleferro, hanno proposto alle Autorità di Pubblica Sicurezza preposte la sospensione della licenza di un noto bar del centro della cittadina. Un chiusura di 20 giorni che sta provocando molto trambusto nella cittadina casilina perché l’Ice Caffè, che si trova nella centralissima piazza Mazzini, è diventato con il tempo un punto di ritrovo molto importante. I ragazzi che lo frequentano hanno scritto una lettera di disappunto ed in difesa dello stesso sono scesi anche consiglieri comunali coma Marco Aurelio Marcelli.

Il perché della chiusura

Ma andiamo con ordine e cerchiamo di capire come si è arrivati alla chiusura. Il provvedimento del Questore di Roma è scaturito dalle varie segnalazioni pervenute al numero d’emergenza “112” e dai numerosi servizi di controllo del territorio che i militari hanno costantemente effettuato riscontrando, in quel locale, l’assidua presenza di avventori con precedenti penali in materia di droga, reati contro il patrimonio e reati contro la persona, facendolo diventare un luogo abituale di ritrovo.

Decisiva è stata, tra l’altro, la rissa avvenuta pochi giorni fa scoppiata nei pressi del bar tra 4 persone, anche queste avventori dell’esercizio, a seguito della quale sono rimasti feriti anche i due Carabinieri intervenuti per riportare la calma tra i contendenti. I militari hanno notificato alla titolare del bar - una 50enne di Labico - il provvedimento che impone la chiusura temporanea di 20 giorni.  

La lettera dei ragazzi

Siamo i “ragazzi” dell’ICE Cafè, con il virgolettato posto non a caso, data l’eterogeneità delle nostre fasce di età. Siamo nati in anni diversi infatti, abbiamo vite diverse, volti e voci diversi. Siamo artisti, giornalisti, architetti, musicisti, impiegati, precari, tatuatori, tatuati, commercianti, donne, uomini, rapper, trapper, ventenni, trentenni, teen millennials: collocarci ed etichettarci è difficile. C’è anche chi deve ancora trovare il suo posto nel mondo. Siamo un minestrone, uno di quelli buoni e sostanziosi che da bambino di fanno mangiare per crescere bene. E bene siamo cresciuti e stiamo crescendo perché abbiamo una cosa in comune, che da anni ha saputo unirci: il nostro covo, il nostro porto sicuro e movimentato. L’Ice Cafè. Molti di noi ancora studiano, altri hanno la terza media, c’è chi si è laureato, chi ha raggiunto risultati brillanti e chi ha sbagliato più volte strada… Tornando però a confrontarsi e confortarsi allo stesso bar da anni.

Tra concerti, karaoke, feste private che diventano pubbliche, l’Ice è stato sempre e da sempre per noi un reale punto di riferimento. Il molo d’attracco dove riposare e riprendersi tra i sorrisi degli amici e dei baristi di fiducia dopo giornate tempestose, il luogo dei nostri compleanni festeggiati a mezzanotte spaccata, la località di mille foto, selfie, litigate, riconciliazioni. Se passate alle 19 trovate addirittura chi ha ancora la forza di discutere animatamente sul governo e su un ipotetico futuro della nostra nazione, mentre di lato c’è chi felicemente se ne infischia e brinda con la nuova conquista, o chi legge il libro fedele compagno del momento. Siamo tanti e siamo diversi, siamo divisi in tanti gruppi ma uniti da un solo nome: Ice cafè. Uniti dalla pazienza e dai consigli di Mario, Sara, Severino e Giovanna prima; di Betta, Roberto, Mattia e Damiano adesso. Perché Ice Cafè è comunità. È anche, a volte, comunanza. Non sarà decisamente chi porta divisione a far finire la nostra storia, che è la stessa storia di chi entrerà a far parte di questa famiglia domani.

Non saranno certo accadimenti gravi ed estemporanei ad infangare o gettare ombre su ciò che di buono l’Ice ha sempre prodotto: noi. Un noi molto esteso. Siamo i ragazzi dell’ICE Cafè, lo è anche chi ha 70 anni e ogni mattina gentilmente commenta i fatti di attualità con chi è poco più che maggiorenne. Siamo i ragazzi dell’ICE Cafè e non lasceremo mai sola la nostra grande, bella e variopinta famiglia.

Le parole del consigliere Marcelli

“Labico è un piccolo paese che si trova nella provincia sud romana. E' una cittadina che non offre molto per un pubblico giovanile, in special modo per quelli della mia generazione, in questo clima di anonimato c'è un bar che reputo speciale. Non è un bar come gli altri – scrive il consigliere Marco Aurelio Marcelli su facebook - perchè oltre a svolgere il ruolo di commercio per il quale è nato, è diventato un vero e proprio spazio di aggregazione per tutti quei ragazzi che, non sapendo cosa fare, ma desiderosi di incontrarsi, si riuniscono puntualmente li. Questo bar è l'ICE CAFE'. E' un bar a conduzione familiare, dove si alternano giorno e sera una intera famiglia, sono lavoratori e sono cittadini onesti. Vi dico tutto ciò perchè quello che è accaduto a questo luogo, secondo il mio punto di vista ( ma credo secondo un po' tutti ) ha del paradossale. Accade che un po' di giorni fa, all'interno di questo esercizio avviene una rissa per futili motivi. Ecco: dopo aver subito un danno di immagine per via di questo evento;  dopo aver subito danni materiali ; Il bar viene chiuso per venti giorni. Non solo il danno, ma anche la beffa! Non sono un giudice, non sono un questore, ma trovo profondamente ingiusto colpire un lavoratore, un padre o una madre di famiglia, soprattutto perchè queste persone sono i primi ad aver subito gli effetti di questi eventi. Voglio esprimere la mia solidarietà all'Ice Cafè ed a tutto lo staff che lo compone, perchè trovo profondamente ingiusta una decisione del genere”.

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