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Anagni Biodigestore: “un altro devastante passo verso l’invasione di immondizia”

La preoccupazione dell’Ass. Medici per l’Ambiente che sin dal 2017 parla dei rischi della biodigestione anaerobica

“L’approvazione della VIA del biodigestore di Anagni,  che prevede lo smaltimento di 84000 tonnellate annue di rifiuti, ben 40 volte superiore la necessità della città e circa tre volte quella dell’intera provincia ciociara, costituisce un segnale funesto e carico di insidie per la salute dei cittadini”. Questo l’incipit della nota inviata alla stampa da parte del Dott. Giovambattista Martino coordinatore Associazione Medici per l'Ambiente e del dott. Antonio Necci (referente per Anagni Associazione Medici per l'Ambiente) che poi proseguono:

“in uno dei territori comunemente riconosciuto come tra i più inquinati d’Europa per tutte le matrici, dove andrebbe accuratamente evitato ogni ulteriore sovraccarico inquinante, si è rilasciato parere positivo alla Valutazione d’Impatto Ambientale (VIA) per un impianto  con emissioni tossiche incomprimibili e patogene, senza verifica sanitaria alcuna. In  sede di Conferenza dei Servizi, propedeutica all’approvazione della VIA, le dichiarazioni dell’ Associazione Medici per l’Ambiente di Frosinone e Provincia che evidenziavano e documentavano il possibile aumento di malati e morti conseguenti all’ulteriore pressione inquinante ambientale indotta dal biodigestore in Anagni, sono state  considerate sì vere e  drammatiche, ma al tempo stesso rifiutate perché non pertinenti al tema e non in linea con gli argomenti  per dire NO al biodigestore.

Mentre la gente ammala e muore di inquinamento, nelle conferenze dei servizi si considerano gli aspetti più svariati: tecnici, amministrativi, territoriali, economici, eccetto quello sanitario, accuratamente evitato. Se si procedesse ad una regolare valutazione sanitaria istituzionale, in nessun caso verrebbe autorizzato un biodigestore di tal portata, poiché  aggiungerebbe ulteriori  insopportabili emissioni tossiche ad un fondo già  fortemente compromesso. In altri territori italiani, di gran lunga meno inquinati, a seguito di valutazione sanitaria, è stata negata l’autorizzazione ad impianti con capacità emissiva notevolmente inferiore rispetto al biodigestore di Anagni. 

Noi Medici per l’Ambiente, unica voce sanitaria, dal 2017 continuativamente attraverso articoli di stampa, convegni, assemblee, diffusione su social e trasmissioni televisive abbiamo informato cittadini ed amministratori circa i danni alla salute da impianti di biodigestione anaerobica. Dati incontrovertibili che discendono da studi, regionali, nazionali ed internazionali, di incontestabile autorevolezza di cui puntualmente si riportano  le fonti scientifiche bibliografiche. Nessuna contestazione dal mondo scientifico a tutt’oggi, nessuna risposta o obiezione a quanto da noi pubblicato, nessuna richiesta di confronto su argomenti sanitari. Magari fosse arrivata una smentita alle nostre urla di richiamo in difesa della salute della collettività!!!

Assistiamo invece a gruppi di imprenditori, fiancheggiatori  ed associazioni ambientalistiche nazionali,  che per interessi legati al biogas ed al trattamento dei rifiuti, in assenza assoluta di qualsivoglia citazione di innocuità biologica e sanitaria, propagandano i biodigestori e l’invasione di immondizia, secondo noi attratti irresistibilmente dai cospicui e proficui ritorni economici assicurati da una progettualità senza rischi e da una speculazione senza scrupoli della salute altrui. Come Medici dell’Ambiente, ancora una volta, rivendichiamo la nostra e l’altrui salute. Riteniamo non scambiabile  a nessun prezzo la salute con tecnologie che non riconoscono assolutamente, riconosciutamente  ed inconfutabilmente  il rischio zero.  Siamo dalla parte di tutti coloro che recentemente  dal rappresentante locale di legambiente sono stati definiti,con connotazione ironica e dispreggiativa propria della peggiore cultura di massa, i Savonarola antibiodigestori ed a proposito cogliamo l’occasione per dare  insegnamento al detrattore circa  il riconoscimento  che la Chiesa ha tributato al predicatore nei secoli seguenti, fino a considerarlo Servo di Dio. Siamo dalla parte delle madri che per il biodigestore chiedono all’istituzione “un atto di coscienza e verità verso i propri figli… colpevoli solo di  essere nati e cresciuti qui”.

Con amara ironia  riportiamo quanto indica il proponente del biodigestore di Anagni  nel documento di valutazione dei rischi allegato agli atti depositati in regione e da tutti consultabili  :  “…Rischio infettivo : in particolare, microrganismi pericolosi potrebbero annidarsi in seno alla forsu….inalazione di polveri contaminate…formazione di biogas…idrogeno solforato,sostanze maleodoranti e diossina…” ed ecco tornare di nuovo  l’incubo diossina per Anagni. Quella stessa sostanza per la quale, anche grazie alla perizia medica stilata dai Medici per l’Ambiente, sono stati rinviati a giudizio i dirigenti della Marangoni. Corsi e ricorsi, sempre in nome esclusivo del profitto di pochi, accompagnato da morte e malattia.

Aggiungiamo che al di fuori delle nostre competenze, ma  con il senso di responsabilità che ci è proprio, ci siamo fatti carico della proposizione di soluzione  meno impattante  per la gestione dei rifiuti organici nei nostri comuni. Da diversi mesi interloquiamo, insieme a tecnici specializzati, con i Sindaci delle città martiri da biodigestori: Anagni, Frosinone e Patrica ed abbiamo individuato e presentato progetti che descrivono piccoli impianti di biodigestione a riciclo completo, modulabili in funzione delle reali necessità di smaltimento  di rifiuti organici prodotti da ciascun comune, che traspongono peraltro i vantaggi economici ed energetici agli stessi comuni e di conseguenza a tutti i cittadini e non di certo alla speculazione privata. Metodologie già attualizzate positivamente in altre nazioni, con risultati estremamente soddisfacenti in termini di inquinamento. Siamo fieri di aver da tempo  preconizzato e attivato tale processo, auspicato successivamente anche dal Vescovo di Anagni Mons G.Loppa  nell’omelia tenutasi in questi giorni nella Cattedrale di San Magno in Anagni, che rispetta il territorio e la dignità della gente”.          

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