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Anagni, il PAT è realtà. L’ospedale diventa un "consultorio" con i medici di base

La ASL è andata avanti sulla sua strada, nonostante la mobilitazione politica dei giorni scorsi, il Punto di Primo Intervento è stato chiuso. In atto una mobilitazione

Nonostante la presa di posizione dei giorni scorsi dei vari livelli politici locali e regionali con la commissione ad hoc in via della Pisana, la città di Anagni e tutta la zona al nord della Ciociaria ha perso il Punto di Primo Intervento  ospedaliero, ovvero da una struttura che poteva far fronte alle prime esidenge dei pazienti si è passati al Pat una sorta di ambulatorio con i soli medici di base che ovviamente oltre a prescrivere medicinali ed a fare una prima visita diagnostica non posso fare.

La protesta

Da ieri è partita un sorta di protesta-presidio organizzata dai vari partiti e sostenuta da tutte le forze politiche e questa mattina c’è stata stata anche la presenza del consigliere regionale del M5S Loreto Marcelli mentre il capogruppo del Pd in Regione Mauro Buschini ha annunciato che si rivolgerà al Ministro della sanità: “La chiusura dei Ppi è regolata dal decreto ministeriale 70/2015. Domani (oggi, ndr), in Commissione sanità alla Regione depositerò una risoluzione per chiedere ai ministri della sanità Grillo e dell'economia Tria di apportare le necessarie modifiche al decreto ministeriale per mantenere ad Anagni il punto di primo intervento. E chiederò a tutti i capigruppo di sottoscriverlo»

La riflessione dell’associazione Civis

L’associazione Civis prova a prenderla sul ridere: “Io so’ io e voi non siete un ……!” diceva il Marchese del Grillo, e mai frase fu più adatta a descrivere quanto accaduto per l’ex Ospedale di Anagni. All’indomani della riunione della Commissione Regionale che richiedeva la sospensione della delibera della ASL con la quale si disponeva la definitiva chiusura dell’ultimo residuo di presidio sanitario ad Anagni, avvertimmo che era in arrivo una scontata fregatura”.

“La Commissione Regionale – spiegano in una nota gli esponenti dell’associazione Civis - ha espresso una volontà politica, che non ha e non può avere alcun effetto sull’attività di gestione amministrativa dell’ente ASL. E’ l’abc dei rapporti fra organi politici e gestione amministrativa degli enti pubblici: la separazione della sfera politica da quella di gestione amministrativa; e la chiusura del PPI di Anagni è un mero atto di gestione”.

Perché non ci sono stati ricorsi al Tar?

“Il provvedimento della ASL non è stato contrastato da nessuno sul piano amministrativo o giudiziario (non abbiamo notizia di ricorsi al TAR o richieste di revoca del provvedimento), ed è stato reso in conseguenza di altri atti e provvedimenti amministrativi che pure non sono stati mai opposti o impugnati da alcuno. Così la dirigenza della ASL di Frosinone può tirare diritto: si chiude.  Fino ad ora cosa è stato fatto –concretamente- per difendere almeno la conservazione del Pronto Soccorso di Anagni? Nulla, un classico “fico secco”. Solo chiacchiere, promesse da campagna elettorale, manifestazioni, sit-in, lettere a Zingaretti, ininfluenti delibere di consiglio comunale, comunicati stampa di fuoco, tavoli, convegni, ecc.”

Le riflessione dei politici

“La chiusura del punto di primo intervento ospedaliero di Anagni è un grave colpo inferto alla comunità anagnina ed all’utenza dei comuni limitrofi. Il PAT che vede attivi medici di base non risolve affatto il problema delle emergenze urgenze e non risponde, quindi, alle criticità ed alle esigenze dei cittadini. L’area Nord ha bisogno di un vero pronto soccorso per evitare il sovraffollamento del pronto soccorso dell’Ospedale Spaziani di Frosinone. Presso il pronto soccorso di Alatri, ad esempio, soltanto alcune patologie possono essere trattate. Non si può proseguire con questo modus operandi, creando strutture ibride che non risolvono affatto il problema delle emergenze urgenze sui territori e che non risolvono il problema del sovraffollamento dei pronto soccorso nei presidi ospedalieri quali Frosinone, Cassino, Sora. Ritengo che si debba necessariamente parlare di diritto alla salute, e proprio in nome di tale diritto è indispensabile offrire un’assistenza sanitaria di qualità in loco, ponendo fine alla mobilità passiva che pesa sulle casse della Asl. La provincia di Frosinone, data la notevole estensione territoriale e la densità demografica, necessita di un potenziamento delle strutture ospedaliere presenti sul territorio, mi riferisco soprattutto allo Spaziani di Frosinone, al Santa Scolastica di Cassino, al Santissima Trinità di Sora, ma ha, altresì, bisogno di veri pronto soccorso ben  strutturati ed attrezzati in altri centri cittadini, come Anagni, che non si traducano in strutture ibride, in modo da offrire una copertura di primo intervento su tutto il territorio provinciale. “ E’ quanto dichiara il Presidente della V Commissione Cultura, Spettacolo, Sport e Turismo della Regione Lazio, il Consigliere Regionale Pasquale Ciacciarelli.  

La posizione del M5S

“E’ stato chiuso ieri il Punto di Primo Intervento (Ppi) dell’ospedale di Anagni, in provincia di Frosinone, nonostante nei giorni scorsi la Commissione Sanità aveva votato la nostra proposta per tenerlo aperto. A deciderlo, l’Asl di Frosinone, attualmente commissariata”. Così i consiglieri regionali M5S del Lazio. “Un atto incomprensibile che, oltre a non recepire il voto della Commissione, è in netta contraddizione con l’atto aziendale della stessa Asl di Frosinone del 3 agosto scorso, che riconosceva il Punto di Pronto Intervento di Anagni come parte del presidio ospedaliero territoriale e, in quanto tale, veniva escluso dal riordino del sistema ospedaliero disposto dall’allora ministro della Salute, Lorenzin. Rimane così scoperto un bacino di utenza di circa 80mila cittadini che ora andranno ad affollare le altre strutture della provincia di Frosinone depotenziando ulteriormente il servizio sanitario del territorio”. “Chiediamo che il presidente della Regione, Zingaretti e l’assessore alla Sanità, D’Amato, chiariscano al più questo atto incomprensibile che, oltre a ledere il diritto alla salute dei cittadini del Lazio, svuota il ruolo decisionale della Commissione Sanità e delle Istituzioni”.

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