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Anagni, da settembre operativi 8 volontari dei Puc (Progetti Utilità Sociale)

Natalia: "I Sindaci che volessero impiegare personale per lavori di utilità sociale non possono farlo perché la legge che regola i PUC è particolarmente rigida in merito e quindi, a fronte di una massiccia spesa obbligatoria, si può utilizzare un numero molto limitato"

Sono operativi i primi otto volontari, percettori di reddito di cittadinanza, dei Progetti d’Utilità Sociale (PUC) del Comune di Anagni mentre altre otto unità inizieranno il loro servizio da settembre. Il Sindaco Daniele Natalia ed il Consigliere Tuffi dichiarano: "L’Amministrazione Comunale crede fermamente nell’inclusione sociale, ne ha fatto una propria bandiera programmatica, tant’è vero che Anagni fu uno dei primissimi comuni ad attivare i PUC già nel settembre 2020.

Tra l’altro voglio evidenziare come i percettori di reddito di cittadinanza anagnini abbiano sempre mostrato grande volontà di partecipare a questa iniziativa e di questo gli sono grato. Ma è bene che si faccia anche una riflessione sul concetto stesso di “reddito di cittadinanza” che è, purtroppo, una di quelle spese improduttive, o con altre parole uno spreco di fondi pubblici, perché non garantisce ai percettori di trovare una stabile occupazione. Anzi, il RdC ha annichilito i lavoratori ed i datori di lavoro arrivando persino a deformare il mercato del lavoro nazionale. Il reddito di cittadinanza non produce lavoro né genera guadagno, ed il fatto che sia un provvedimento se non direttamente da abolire quantomeno da riformare è diventato ormai chiaro persino agli stessi proponenti grillini. Le dichiarazioni del Sindaco di Roma Virginia Raggi in merito sono emblematiche.

I Sindaci che volessero impiegare personale per lavori di utilità sociale non possono farlo perché la legge che regola i PUC è particolarmente rigida in merito e quindi, a fronte di una massiccia spesa obbligatoria, si può utilizzare un numero molto limitato di volontari. Il Comune di Anagni ha circa 300 percettori di RdC tra i propri concittadini ed in forza della legge vigente può attuare progetti d’utilità sociale per poche unità come dimostrato dalle verifiche e selezioni attuate. Parlo da amministratore locale, da rappresentante delle istituzioni che “ha il polso” delle reali conseguenze generate dal RdC sui territori e posso assicurare che un progetto nato teoricamente come misura di politica sociale attiva, s’è rivelato strumento per molti “furbetti” ed ha creato non pochi problemi anche sul fronte dei controlli, cosicché chi del reddito ha veramente bisogno non viene tutelato".

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