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"Biodigestore di Frosinone. La Asl non si nasconda dietro il Tavolo tecnico"

Questo l'appello dei comitati dei cittadini dal Capoluogo ciociaro fino a Colleferro

"Dal sito istituzionale della Regione Lazio apprendiamo che il 14 ottobre prossimo è convocato il Tavolo tecnico* che coinvolge unicamente i settori amministrativi e tecnici della Regione e che precede l'ultima Conferenza di servizi per la chiusura del “Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale (P.A.U.R.)” sul progetto del biodigestore, un impianto di produzione di biometano ottenuto dalla digestione anaerobica della frazione organica da raccolta differenziata di rifiuti solidi urbani, in via Antonello da Messina, Frosinone, presentato dalla Società MAESTRALE srl". Si legge in una nota a firma del Comitato No Biodigestori Frosinone e Valle del Sacco Comitato Residenti Colleferro Comitato Genitori No Inquinamento Valle del Sacco Cittadini della Valle del Sacco (Sgurgola-Anagni) che poi prosegue

Un impianto per trattare 50 mila tonnellate di rifiuti

"Impianto destinato al trattamento di 50.000 tonnellate di rifiuti umidi e che si aggiungerebbe a quello da 84.000 mila tonnellate l’anno di Anagni, a pochi km da Frosinone. I cittadini organizzati in varia forma hanno rappresentato in ogni sede la loro totale contrarietà al progetto. L'Associazione Medici di Famiglia per l'Ambiente di Frosinone e Provincia, unica voce medica a denunciare il dramma dello stato di salute del territorio, ha documentato il pericolo dell'innegabile aggravio del degrado sanitario atteso con l'insediamento del biodigestore.

Per la messa in esercizio di tale impianto la società deve ottenere dagli Enti e Autorità preposte la valutazione di impatto ambientale (VIA), che viene rilasciata nell’ambito del P.A.U.R. a cui è preordinata la Regione Lazio, quale autorità procedente. Con riferimento a tale iter ed alla Conferenza di servizi, dove si valuta il progetto della società, la Regione ha convocato un Tavolo tecnico per riavviare i lavori, fermi alla seconda Conferenza di servizi del 19/02/2021, e per recuperare il ritardo accumulato, anche a seguito delle inchieste giudiziarie che hanno interessato proprio la Direzione generale Ciclo dei rifiuti della Regione.

Confermando la nostra partecipazione alla riunione del prossimo 14 ottobre, cogliamo l’occasione per auspicare che tutti i soggetti convocati, nessuno escluso, siano presenti ed esprimano chiaramente, in maniera motivata ed univoca, il loro parere e valutazioni tecniche, sebbene la sede istituzionale dove si forma e si perfeziona la “posizione prevalente” - che determina l’esito finale della VIA - sia la Conferenza di Servizi. La convocazione del Tavolo tecnico ha aperto la strada ad alcune domande e riflessioni che auspichiamo vengano soddisfatte e superate nel corso del procedimento.

Il Tavolo tecnico va inteso quale attività istruttoria di confronto informale fra amministrazioni dello stesso ente oppure è finalizzato a definire quali siano le “posizioni prevalenti” da far valere nella successiva Conferenza di servizi conclusiva? Peraltro la valutazione che deve compiere l’autorità procedente - la Regione - nell’ambito del procedimento di VIA non può concludersi con la definizione della “posizione prevalente” qualora vi siano pareri difformi. Alla VIA è attribuito un peso superiore rispetto agli altri titoli amministrativi e in presenza in tale sede di pareri contrari il P.A.U.R. non può essere adottato.

L’Asl è tra gli enti potenzialmente interessati e comunque competenti ad esprimere il parere in quanto preposta a tutelare la salute dei cittadini e a garantire la difesa di interessi sensibili. Nell’iter di autorizzazione sul biodigestore l’Asl di Frosinone è dunque parte integrante del procedimento amministrativo P.A.U.R. e di conseguenza della Conferenza di Servizi. Quindi non può sentirsi esentata dall’esprimere il suo parere, che auspichiamo sia di dissenso motivato alla realizzazione del biodigestore. Anzi, il silenzio-assenso corrisponde ad un’ipotesi patologica che non dovrebbe verificarsi.

È doveroso da parte della Asl di Frosinone far conoscere quali dettagliate attività istruttorie abbia compiuto sino ad oggi in merito al progetto del biodigestore e quali siano stati finora i motivi della sua assenza alle Conferenze di servizi. Sia i mancati riscontri di attività istruttorie, che abbiamo più volte sollecitato, sia la defezione alle suddette riunioni evidenziano una non conformità dell’iter procedimentale alle norme vigenti e non soddisfano tutte le responsabilità in capo alla Asl, anche alla luce dei motivi che hanno indotto la Regione a finanziare - nell’ambito dell’Accordo di programma** con il Ministero dell’Ambiente la messa in sicurezza e bonifica del Sito di Interesse Nazionale (SIN) Bacino del Fiume Sacco - il “Programma di valutazione epidemiologica della popolazione residente” in tale area (Determinazione 10/2/2021, n. G01293).

Inoltre siamo sempre in attesa, a fronte delle dichiarazioni pubbliche espresse il 13 agosto scorso dal Direttore del Dipartimento di Prevenzione, dott. Giancarlo Pizzutelli, e dal Responsabile dell’UOC SISP della ASL di Frosinone, dott. Giuseppe Di Luzio, di risposta alla nostra istanza volta a richiedere alla Regione Lazio l’avvio della VIIAS (Valutazione integrata di impatto ambientale e sanitario). Invitiamo infine tutte quelle forze politiche che ancora non hanno preso una posizione chiara e univoca sul biodigestore, come Frosinone Indipendente, ad esprimersi, auspicabilmente anche tramite una delibera di Consiglio comunale, come fatto recentemente dal Comune di Sgurgola contro il biodigestore di Anagni e dal Comune di Patrica in passato contro altro impianto di trattamento rifiuti speciali nel proprio territorio. Sollecitiamo anche i Comuni limitrofi a Frosinone della prima e seconda corona a fare altrettanto e a prendere posizione a tutela e salvaguardia della salute della popolazione residente e del territorio. Il presente comunicato è stato inviato, oltre che alla stampa, a tutti gli organi amministrativi interessati".

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