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La riunione

Biodigestore Frosinone, dopo i comitati anche i sindaci del circondario sono contrari

Proprio nella giornata di oggi, la Asl di Frosinone, ente competente, sarà chiamata a partecipare alla conferenza regionale dei servizi per il procedimento relativo alla messa in esercizio dell'impianto

Si è tenuta, nella nuova sede del capoluogo di Palazzo Munari, la riunione della consulta di ambito dei sindaci del circondario di Frosinone, avente per oggetto la costruzione e la messa in esercizio di un biodigestore, da parte di un proponente privato, per la lavorazione di circa 90.000 tonnellate l'anno di frazione organica di rifiuti solidi urbani, in via Antonello da Messina, a ridosso del casello autostradale e, di fatto, all’interno della zona del Sin della Valle del Sacco. 

Erano presenti all'incontro i sindaci di Frosinone, Nicola Ottaviani; di Ceccano, Roberto Caligiore; di Patrica, Lucio Fiordalisio; di Alatri, Maurizio Cianfrocca; di Torrice, Alfonso Santangeli, oltre agli assessori Franco Martini (Ferentino) e Beniamino Iacobucci (Supino), oltre alla presidente della commissione ambiente del Comune capoluogo, Maria Rosaria Rotondi.

Sull'impianto le settimane scorse anche cittadini e comitati presenti nella zona avevano espresso la loro contrarietà

"La normativa di riferimento per quel che concerne la messa in funzione di un impianto di biodigestione - ha dichiarato il sindaco Ottaviani - attualmente non prevede il coinvolgimento del consiglio comunale o della giunta, ai quali non viene riconosciuta la facoltà di esprimersi in materia. Ciò nonostante, una decisione su una materia delicata come quella che ormai tutti conosciamo, non può essere emessa saltando completamente la volontà e il minimo consenso delle comunità territoriali. Siamo tutti d'accordo nell'affermare che la legge sul conferimento e trattamento dei rifiuti all'interno di ambiti ottimali costituiti dal territorio provinciale sia congrua, purché le strutture e gli enti nati per rispondere a tali esigenze non snaturino, nel corso del proprio esercizio, il necessario requisito di lavorare l'immondizia proveniente dal proprio territorio”.

A questo proposito, basterebbe ricordare che la frazione di rifiuto organico prodotto dal Comune di Frosinone e dai comuni del circondario, rappresenterebbe una percentuale minima (pari a 12.000 tonnellate) di quella dei rifiuti organici lavorati all'interno del nuovo impianto, ammontante a circa 90.000 tonnellate annue e, dunque, ben al di sopra della necessità del fabbisogno territoriale, anche rispetto alla cosiddetta area vasta, comprendente circa 150.000 abitanti.  

Alle preoccupazioni espresse dai presenti sotto il profilo dell’impatto ambientale nella zona, peraltro inclusa nella classificazione di “area boscata”, si aggiungano anche le perplessità riguardanti la viabilità (per il continuo passaggio di automezzi pesanti) e le emissioni odorigene in virtù della vicinanza delle abitazioni.

“La nota scientifica redatta dall’Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente – ha proseguito il sindaco Ottaviani – sottolinea le conseguenze ambientali e per la salute umana che la messa in esercizio dell’impianto comporterebbe, con gravi ricadute dal punto di vista pneumologico, cardiovascolare e neurovegetativo delle persone”.

Gli amministratori hanno deliberato di costituire una consulta ambientale permanente comprendente i comuni dell’area vasta, oltre ad esprimere parere negativo nei confronti della costruzione e messa in funzione dell’impianto.

Proprio nella giornata di giovedì, la Asl di Frosinone, ente competente, sarà chiamata a partecipare alla conferenza regionale dei servizi per il procedimento relativo alla messa in esercizio del biodigestore. Non può ritenersi satisfattiva, per i sindaci e i delegati, l'acquisizione del parere favorevole della Asl di Frosinone attraverso la procedura del silenzio assenso, poiché rimarrebbe nel vago qualsiasi tipo di effettivo screening rispetto a profili di rischio sanitario ed epidemiologico.
 

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