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Biodigestori, i ‘Medici di famiglia’ replicano a Diurni: “Non contrari all’economia circolare ma alla speculazione”

L’associazione “Medici di famiglia per l’ambiente”, sentitasi inclusa tra “gli oppositori a tutti i costi” dalla presidente di Unindustria Frosinone, ritiene che quest’ultima prescinda dai principi della bioeconomia a favore della logica del profitto

Alla presidente di Unindustria Frosinone Miriam Diurni, scagliatasi contro "gli oppositori a tutti i costi" dei biodigestori in Ciociaria, replica i Medici di famiglia per l'ambiente. L'associazione, in una lunga nota firmata dalla presidente Marzia Armida e dalla responsabile scientifica Teresa Petricca, premette di essersi sentita tirata in ballo e spiega di non essere contraria all'economia circolare bensì alla speculazione. 

Nel Capoluogo ciociaro, come ad Anagni, ci sono privati che hanno presentato progetti volti alla realizzazione di impianti che trasformino i rifiuti in biogas. Varie associazioni ambientaliste, tra cui gli stessi Medici di famiglia ma non Legambiente, ritengono che la salute dei cittadini sia messa a repentaglio. Di contro la principale obiezione, ovvero che non esistono alternative se non quella di continuare a puntare sulle discariche e sul trasferimento dell'immondizia fuori provincia.  

Diurni, in rappresentanza degli industriali e delle imprese della provincia di Frosinone, ha lamentato che "i continui ricorsi e le proteste bloccano lo sviluppo del territorio". Secondo i Medici, in tutta risposta, sono "dichiarazioni pressapochiste, tendenti palesemente a ripulire l'immagine dell’attuale sistema di gestione dei rifiuti a mezzo dei biodigestori". 

Biodigestori, cosa ne pensano i Medici

"Si intendono convalidare, compatibili con mancanza di informazione anche verso le  revisioni che l’Europa stessa sta valutando, prive di rispetto verso  la salvaguardia della salute collettiva e denotanti non conoscenza  riguardo la condizione di degrado ambientale propria della Valle del Sacco, dove i biodigestori sono previsti nonostante trattasi di Sin".  

"La visione di bioeconomia che noi 'oppositori a tutti i costi' perseguiamo è in linea con la Carta dell’Osservatorio Interdisciplinare sulla Bioeconomia che saremmo lieti di mostrare alla dr.ssa Diurni qualora non ne fosse a conoscenza, o di dibatterla laddove la stessa dimostri di averne avuta almeno menzione. L’Osservatorio interdisciplinare sulla bioeconomia si è costituito su iniziativa di docenti e ricercatori di più università e centri di ricerca italiani, con i quali l’Associazione Medici è adusa confrontarsi, avendo fatto propria quella visione della bioeconomia".

I cinque principi della bioeconomia

I Medici di famiglia per l'ambiente, contriando la presidente di Unindustria Frosinone, tengono a precisare che la bioeconomia "ha un concetto della natura sistemica e non meccanicistica", che "adatta il metabolismo industriale ai cicli naturali e non, al contrario, la natura ai cicli industriali", che "è sostenibile perché economia della prudenza", che "pianifica secondo un’impronta ecologica e non secondo il mercato, la competizione e il profitto di pochi" e che "partecipa al vivere sociale e non solo alle imprese ed alla politica".                                   

"In economia, a partire da quella familiare, bisogna conoscere il capitale, controllare le uscite, valutare le rendite, in definitiva avere contezza della consistenza economica e del suo trend - aggiungono - Agire al contrario significa rischiare di fare prelievi eccessivi, di staccare assegni a vuoto con le relative conseguenze. Lo stesso accade con l’economia ambientale, soprattutto nella bioeconomia, che ha l’obbligo di confrontarsi con il “capitale naturale”. In una bioeconomia pulita va posto al centro il prelievo dal mondo biologico e posta l’attenzione a quest’ultimo. Gli “oppositori a tutti i costi” non bloccano il percorso di economia circolare se questa è reale. Purtroppo per noi tutti, nel caso in discussione trattasi di un dire strumentale ad altro: il profitto".  

L'avversione contro i biodigestori

"Un biodigestore, che trasforma in alta percentuale rifiuti urbani in rifiuti speciali da portare a discarica con consumo di energia ed impatto inquinante inaccettabile e senza recupero alcuno, non configura economia circolare - affermano i Medici di famiglia per l'ambiente - La vita sul nostro pianeta insegna che i processi naturali sono ciclici, circolari, a significare che i materiali vengono continuamente riciclati, ma senza produzione di rifiuti, come nel caso della fotosintesi, dei cicli dell’acqua o di quelli geochimici".

"L’attuale sistema economico umano rappresentato dalla Diurni, a differenza dei processi naturali, certamente non è circolare ma lineare ed in funzione della linearità e non della circolarità, destinato inevitabilmente alla produzione di rifiuti ed all’inquinamento. Per onestà chi si occupa di bioeconomia, dovrebbe dire che per attuare la vera sostenibilità ambientale e dare il via ad una altrettanto vera transizione ecologica, è necessario passare da un’economia lineare ad una circolare “vera” e non confondente e strumentale. In tal caso nessuna opposizione".

I Medici: "Bio per modo di dire"

"Traspare poi che la presidente, sicuramente per ruolo e speriamo non per intima convinzione, appartenga alla schiera di chi pensa di risolvere i problemi non individuando il cambio di un’economia senza futuro alcuno, ma semplicemente modificandone il nome, con prefissi accattivanti come “bio”, un’operazione di formale pulizia. Ed ecco nascere il termine “Biodigestore”, aihnoi, che di bio non ha proprio nulla. Con franca ilarità unita ad un minimo di commiserazione abbiamo, infine, preso atto della bacchettatura nei confronti dei famigerati “oppositori a tutti i costi”.

"Oppositori sì, ma al commercio e all’inondazione di immondizia nella nostra Valle. Gli oppositori ai biodigestori, a differenza dei proponenti i biodigestori, non otterranno nessun beneficio economico, né incentivi europei dalla loro opposizione. Gli stessi “oppositori a tutti i costi” chiedono alla Diurni la citazione bibliografica della letteratura medico scientifica consultata, con la quale confuta apertamente che le motivazioni del deciso e ribadito 'no' da parte dei Medici e delle associazioni ambientaliste, siano solo “motivazioni che facilmente impressionano e mettono in allarme la popolazione”.

"Lo spieghi bene e compiutamente soprattutto ai familiari dei morti e dei malati da patologie inquinamento correlate. Purtroppo le dichiarazioni, senza substrato culturale e senza riferimenti scientifici, ci sembrano troppo spesso confondenti ed artatamente usate a mascherare la realtà. Non vorremmo che qualcuno traduca, inavvertitamente, speculazione senza scrupoli con sviluppo del territorio".  

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