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Carceri, in arrivo gli sportelli per i detenuti di Frosinone e Paliano dopo quello di Cassino

Il progetto è stato presentato ieri mattina presso la sede del Consiglio regionale del Lazio dal garante regionale Stefano Anastasia, insieme al vicepresidente del Consiglio regionale, Giuseppe Cangemi, e al provveditore all'amministrazione penitenziaria di Lazio, Abruzzo e Molise, Carmelo Cantone

Più sportelli per i diritti dei detenuti nelle carceri del Lazio. Non solo Regina Coeli, Rebibbia Femminile e Cassino ma anche Rieti, Rebibbia Penale, Civitavecchia e Frosinone. Il progetto è stato presentato ieri mattina presso la sede del Consiglio regionale del Lazio dal garante regionale Stefano Anastasia, insieme al vicepresidente del Consiglio regionale, Giuseppe Cangemi, e al provveditore all'amministrazione penitenziaria di Lazio, Abruzzo e Molise, Carmelo Cantone.

Un progetto "di integrazione tra Garante, Università e associazioni qualificate per il rafforzamento degli strumenti di tutela dei diritti dei detenuti". Da tempo -scrive romatoday.it - negli Istituti penitenziari del Lazio "sono presenti qualificate esperienze associative per la tutela dei diritti dei detenuti e più di recente si sono andate diffondendo le cosiddette 'Cliniche legali penitenziarie', che affiancano un'attività didattica sul campo, offerta agli studenti dei corsi universitari in materie giuridiche, al sostegno informativo ai detenuti" ha spiegato Anastasia.

Il progetto degli sportelli per i diritti promossi dal suo ufficio "vuole mettere in rete le esperienze esistenti e promuoverne dove ancora non ci sono, per estendere e qualificare il sostegno alle persone detenute nel riconoscimento dei diritti garantiti dell'ordinamento penitenziario, dalle leggi e dalle politiche regionali". 

Attualmente sono già attivi sportelli nelle carceri di Regina Coeli, Rebibbia Femminile e Cassino "ma non a Rieti, Rebibbia Penale, Civitavecchia e Frosinone" ha aggiunto Anastasia. L'idea è quella di mettere  "in rete esperienze vecchie e nuove e consentirà al Garante di avere una presenza continua a qualificata dentro tutti gli istituti penitenziari, valorizzando ciò che università e associazioni già fanno e poterle attivare in altre realtà dove non sono presenti".

Con il bando aperto lo scorso 14 gennaio sono stati affidati all'Università di Cassino, al dipartimento di Giurisprudenza dell'Università Roma Tre e all'Arci di Viterbo rispettivamente gli sportelli che saranno attivi presso gli istituti penitenziari di Cassino, Frosinone e Paliano, Regina Coeli, Rebibbia Femminile, Rebibbia Penale e Rebibbia III Casa circondariale, Civitavecchia, Rieti e Viterbo. Prossimamente saranno messi a bando gli sportelli per Latina e Velletri. I responsabili, al termine della presentazione, hanno firmato l'accettazione dell'affidamento che durerà un anno e sarà rinnovabile in seguito a una nuova gara pubblica.

Queste strutture svolgeranno un'attività di sostegno ai detenuti che ne faranno richiesta, per la risoluzione delle problematiche individuali, attraverso un'azione di informazione e ausilio nella redazione di istanze a firma propria. Gli sportelli comunicheranno al Garante i casi in cui sia necessario interloquire con i responsabili delle amministrazioni pubbliche o le Autorità competenti nella risoluzione della problematica emersa e dovranno sottoporre tempestivamente al Garante tutte le questioni di natura generale relative all'istituto emerse nel corso dello svolgimento dell'attività, relazionando almeno trimestralmente sullo stato di soddisfazione delle persone detenute in carcere.

"È un grande lavoro rispetto a una sinergia tra istituti, cooperative, volontariato e il mondo che da sempre lavora nelle carceri" ha commentato Cangemi. "Questo progetto diventerà un centro di ascolto oltre che di punto di informazione".

Per il provveditore Cantone "l'impegno siglato oggi è importante perché ruota attorno alla comunicazione. Nelle carceri del Lazio c'è un problema importante di valorizzazione della comunicazione. Quando le persone di sentono dire le cose che li riguardano di terza mano poi scoppiano i problemi, come è accaduto con i fatti dell'8 e il 9 marzo", quando i detenuti hanno appreso della sospensione dei colloqui a causa dell'emergenza Covid senza esserne stati avvisati. "In un paese civile non si fa così", ha aggiunto Cantone. "C'è bisogno di comunicazioni autorevoli e non di notizie di quarta o quinta mano".

Intanto, la presentazione del progetto è stata occasione per parlare di un altro problema nelle carceri del Lazio e, più in generale, in quelle italiane. In particolare nel Lazio al 30 giugno sui 4.579 posti disponibili nei 14 istituti penitenziari del territorio la popolazione detenuta è pari a 5.762 persone, delle quali 2.233 stranieri, e anche con il picco minimo di 5.689 registrato a maggio si era comunque sopra la soglia massima. Tranne le case circondariali di Paliano, Civitavecchia Passerini, Rebibbia, Rebibbia Terza Casa e Frosinone, in tutte le altre ci sono più carcerati che letti effettivamente disponibili.

Con alcuni picchi significativi resi noti dal Garante dei Detenuti del Lazio, Stefano Anastasia: "Sono stato nel carcere di Latina un mese fa e ha un sovraffollamento del doppio della sua capacità. E' pensato per 70 detenuti e ce ne sono 150. Due giorni fa sono stato a Regina Coeli ed è di nuovo ai livelli preCovid, ha più di 1000 detenuti quando ne può tenere 600. Immaginate quali condizioni di sicurezza sanitaria possano esserci e anche quelle di prevenzione, come il famoso distanziamento. E in questa situazione è difficile spiegare ai detenuti perché ci sono tutte quelle cautele, ad esempio nei colloqui con i familiari, e poi in cella stanno in 5 o 6. Dieci giorni fa sono stato a Cassino e in stanze di 16 metri quadrati c'erano 7 persone, quando sono state progettate per 3".

Le restrizioni previste per il Covid restano: "I detenuti possono fare i colloqui solo in presenza una volta al mese con il divisorio di plexiglass senza potere neanche tenere per mano la moglie e spesso senza potere vedere i figli, perchè il colloquio è consentito a una sola persona".

La notizia degli sportelli è stata commentata anche da Marta Bonafoni, capogruppo della Lista Civica Zingaretti: "Un risultato che riconosce la dignità, le possibilità e i diritti e che va a statuire quello che è il senso di uno Stato di diritto, attraverso misure a sostegno della giustizia e dell'equità, che mai dovrebbero essere messe in discussione".

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