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Certosa di Trisulti, Ministero e Regione se ne riappropriano per rilanciarla come bene comune

Ministero della Cultura e Regione Lazio, dopo lo sfratto del sovranista Dignitatis Humanae Institute, si sono accordate con la Direzione regionale musei per mettere in campo un piano strategico quinquennale che valorizzi appieno il monastero di Collepardo

La mossa della Regione Lazio è arrivata all’indomani dello sfratto del Dignitatis Humanae Institute dalla Certosa di Trisulti. In attesa del ricorso in Cassazione dell’associazione sovranista presieduta da Benjamin Harnwell e ispirata da Steve Bannon, la Giunta Zingaretti e il Ministero della Cultura – titolare del complesso – hanno sottoscritto un accordo quinquennale con la Direzione regionale musei Lazio ai fini della valorizzazione e del ripristino della fruizione pubblica del monastero di Collepardo. Ovvero quanto auspicato in primis dalle associazioni riunitesi nella rete “Trisulti bene comune”.

“La Certosa di Trisulti rappresenta un vero e proprio tesoro del Lazio poco noto che vogliano riscoprire e valorizzare – ha evidenziato il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti - Lo faremo grazie all'intervento della Regione e del Ministero della Cultura, perché rappresenta una risorsa preziosa per lo sviluppo del nostro territorio. In questo momento storico c’è bisogno di investire sulla cultura e sulle bellezze del patrimonio artistico del nostro Paese. Per questo come Regione Lazio faremo la nostra parte e lavoreremo per renderla fruibile al pubblico. È un luogo bellissimo. Un esempio importante di rinascita per il Lazio e per l’Italia che restituiremo al mondo”.

Il piano strategico della Regione Lazio

Dal ripristino della fruizione pubblica, mediante la riattivazione di percorsi di visita guidati, al potenziamento dello sviluppo di un percorso turistico-culturale, anche integrato, attraverso la promozione di programmi di sviluppo turistico.

A ruota una collaborazione nella programmazione delle iniziative, al fine di garantire la loro coerenza con le finalità istituzionali e l’altissimo prestigio storico-artistico e architettonico del bene e la loro più ampia divulgazione restauro e rifunzionalizzazione della Certosa di Trisulti.

Segue un coinvolgimento nel processo di valorizzazione concordato, secondo principi di sussidiarietà orizzontale, di soggetti, anche collettivi, istituzionali e non, espressione della società civile, capaci di apportare contributi di esperienza, di collaborazione, di sinergie operative, da integrarsi con provvedimenti attuativi autonomi. Inoltre saranno promosse attività condivise di studio e di ricerca.

Le due fasi del rilancio della Certosa

La prima fase, quella del ripristino della fruizione pubblica, prevede l’organizzazione e la programmazione di visite guidate e compartecipazione delle parti alle attività di custodia. Si parla, ovviamente, anche di iniziative come convegni, incontri, mostre e concerti, nonché di una sinergia con Lazio Crea. Quest’ultima al fine di collegare la Certosa al patrimonio naturalistico locale: il Pozzo di Antullo e le Grotte di Pastena e di Collepardo. Altra nota lieta, con separata intesa con la Diocesi di Anagni-Alatri, sarà la riapertura al culto della Chiesa di San Bartolomeo

Nella seconda fase, infine, sarà elaborato un progetto complessivo di rifunzionalizzazione dell’intero complesso della Certosa di Trisulti che possa ospitare progetti di alta formazione e di residenze per studenti universitari con il coinvolgimento delle Università della Regione Lazio e delle Università di livello internazionale.

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