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Marta Di Palma, la maestra ciociara già malata oncologica e non ancora vaccinata: “Troppo sana per Pfizer”

L’insegnante 38enne è anche "troppo vulnerabile per AstraZeneca". L'appello dalla provincia di Frosinone: “Sono costretta a rientrare il 7 aprile in una scuola dell’infanzia”. A Veroli, tra le più colpite dal Coronavirus. E coi bambini senza mascherina

La storia di Marta Di Palma, maestra ciociara 38enne, l’avevamo già raccontata poco più di un anno fa. Originaria di Veroli e residente ad Arnara (Frosinone), durante lo scoppio della pandemia da Coronavirus era in cura all’ospedale Gemelli di Roma per via del carcinoma al seno scoperto agli inizi del 2019. Per fortuna Marta quel mostro lo sta fronteggiando alla grande. Però, al contrario di tanti colleghi, non è stata ancora vaccinata contro il Coronavirus.

Covid permettendo, oltretutto, mercoledì 7 aprile 2021 dovrà tornare a insegnare in una scuola dell’infanzia di Veroli: una delle cittadine più colpite dal virus in provincia di Frosinone. Perché? “Perché sono troppo vulnerabile per AstraZeneca - racconta, in preda alla disperazione, la giovane insegnante - ma troppo sana per Pfizer”. Il siero anglo-svedese, sbloccato dopo la nota sospensione a livello nazionale, non è indicato per lei. Ma, visto che non risulta più come paziente oncologica, non rientra tra i soggetti estremamente vulnerabili. D’altronde, come denunciato dal cassinate Carmine Di Mambro, neanche chi lo è ancora. L'unica via, per ora, sarebbe quella che conduce a Moderna se non ci fossero scorte limitatissime.  

L’appello di Marta Di Palma: “Ho cercato in tutti modi di fare il vaccino”

“Io non ho potuto ricevere a febbraio il vaccino perché sono una paziente oncologica - riepiloga la maestra ciociara - Ho terminato le chemio poco più di sei mesi fa. Sono ancora in terapia salvavita. Ho avuto un cancro al seno. Purtroppo non ho potuto vaccinarmi come i miei colleghi e, quindi, sono costretta a rientrare il 7 aprile a scuola in un paese della provincia di Frosinone, uno dei più colpiti dal Coronavirus. In una scuola per l’infanzia dove i bambini, come sappiamo benissimo, sono senza mascherina”.

“Ho cercato in tutti i modi di poter accedere al vaccino, ma senza avere alcuna risposta – attesta in conclusione prima di appellarsi alle autorità sanitarie - Io mi domando che cosa dovremmo fare, a chi dobbiamo rivolgerci e qual è la soluzione per noi. Rivolgo un appello a chi di competenza: ‘Quale dovrebbe essere la mia sorte? Quale dovrebbe essere la sorte di ogni paziente oncologico che, però, non può accedere a Pfizer e, perché troppo vulnerabile, non può fare AstraZeneca?”.  

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