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Coronavirus in Ciociaria, bollettino 15 maggio: 70 sanitari negativi ai test sierologici

Al nuovo caso di Sora, riportato da Salute Lazio, bisogna aggiungerne un altro trasferito dall'ospedale di Cassino allo Spaziani di Frosinone. 'Il virus non è finito, è una battaglia lunga', ha già evidenziato l'Assessore D'Amato in Consiglio regionale

La task force regionale per il Covid-19 ha pubblicato il bollettino del 15 maggio relativo alla provincia di Frosinone, parlando di un nuovo caso positivo (un 38enne di Sora) e, fortutanatamente, di nessun decesso. La triste notizia, però, arriva dall'ospedale Santa Scolastica di Cassino, da dove un altro paziente – dopo un'anziana originaria della Valle di Comino – è stato trasferito al Covid Hospital Spaziani del Capoluogo in quanto risultato contagiato. 

++ Articolo aggiornato alle 17:30 ++

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Test sierologici: 70 sanitari negativi in provincia di Frosinone

In quanto all'indagine epidemiologica regionale, che da oggi e per le prossime due settimane interesserà anche il personale sanitario provinciale, arriva invece una buona nuova: zero positività rispetto ai primi 70 prelievi venosi effettuati tra medici, pediatri, operatori e farmacisti. Pertanto, nessuno di loro ha gli anticorpi e, di conseguenza, è mai entrato in contatto con il Coronavirus. "Il modello Lazio - ha dichiarato a tal riguardo l'Assessore regionale alla Sanità Alessio D'Amato - che stiamo mettendo in campo attraverso l’integrazione dei test sierologici e i tamponi ci consente di andare a scovare uno per uno gli eventuali asintomatici presenti sul territorio". 

Questi i risultati negli altri ambiti territoriali: Asl Roma 2 - su 125 farmacisti testati 5 sono risultati positivi al test di sieroprevalenza e sono in attesa dell’esito del tampone; Viterbo - 1.200 i test di sieroprevalenza eseguiti e di questi 15 sono risultati positivi e uno è risultato positivo al tampone; San Camillo di Roma - 2.200 i test di sieroprevalenza eseguiti e di questi 35 sono risultati positivi e 1 positivo al tampone; San Giovanni di Roma – 500 i test di sieroprevalenza eseguiti sul personale sanitario e di questi 5 sono risultati positivi e zero positivi al tampone; Campus bio-medico di Roma - 2.000 unità di personale sottoposte a test di sieroprevalenza con lo 0,8% di positivi e di questi zero positivi al tampone.

Dall'INMI Spallanzani – ossia dal Centro di coordinamento della campagna di sieroprevalenza – e dai vertici della Polizia di Stato comunicano che "i risultati sui primi 200 test dell'indagine effettuata sugli agenti in servizio su strada non hanno evidenziato alcuna positività al nuovo coronavirus. Trattandosi di personale che non è stato interessato dal lockdown, questo risultato evidenzia l'efficacia delle misure di protezione adottate". "È un primo risultato incoraggiante che ci induce a continuare a lavorare con il massimo impegno", ha affermato il Direttore Centrale Sanità della Polizia Fabrizio Cipriani.

D'Amato (Regione Lazio): "Oggi 18 casi: dato più basso dal 10 marzo". Con i recuperi, però, fanno 73

"Oggi - ha commentato lo stesso D'Amato alla fine della videoconferenza con i Direttori Generali delle Aziende sanitarie e ospedaliere laziali - registriamo un dato di 18 casi positivi nelle ultime 24h è il dato più basso dal 10 marzo e un trend al 0,2%. A questi si aggiungono 55 recuperi di vecchie notifiche. Il numero dei guariti nelle ultime 24h è cresciuto di 72 unità. I decessi sono stati 5 nelle ultime 24h ai quali si aggiungono 4 decessi dovuti ad un recupero di notifiche, mentre continuano a crescere i guariti che sono arrivati a 2.672 totali e i tamponi totali eseguiti sono stati circa 198 mila". 

I casi totali di Coronavirus nel Lazio sono 7.364 (73 in più rispetto a ieri), di cui 4.088 attualmente positivi (2.836 in isolamento domiciliare, 1.173 ricoverati con sintomi e 79 in Terapia Intensiva), 2672 (+72) dichiarati clinicamente guariti e 604 (+9) deceduti.

Seresmi: la mappa provinciale del contagio

Dei 580 casi totali sinora validati dal Ministero della Salute in provincia di Frosinone, il Seresmi (Servizio Regionale Sorveglianza Malattie Infettive) ne ha ripartiti 571 tra i Comuni (grafico in basso). Le città più colpite dal Covid-19, stando ai dati aggiornati al 14 maggio e riportati sulla mappa del contagio disegnata dal Dipartimento regionale di Epidemiologia, sono Veroli (69), Frosinone (64), Alatri (48), Cassino (44), Sora (38), Fiuggi (31), Ferentino (20, Ceccano (19), Cervaro (16), Ceprano (15), Anagni e Boville Ernica (13), Arce e Trivigliano (12), e Pontecorvo (10).

Ad aver avuto un tasso medio-alto di incidenza cumulativa, ossia il rapporto tra positività e popolazione, sono state – visto che si includono, ovviamente, negativizzati e deceduti – le già citate Veroli (69 casi su 20.424 abitanti) e Trivigliano (12 su 1.665), ma anche Terelle (3 su 353). Si ricorda che i dati in possesso di vari Sindaci del territorio – molti dei quali, tra l'altro, non prendono in considerazione i casi connessi alle strutture socio-sanitarie – differiscono da quelli notificati al Seresmi. 
  Coronavirus - Casi totali notificati al SERESMI (Aggiornamento 14-05-2020)-2

Coronavirus in Consiglio regionale, D’Amato: "Il virus non è finito, è una battaglia lunga"

In conclusione dell’ultima e lunghissima seduta del Consiglio regionale del Lazio di ieri, giovedì 14 maggio, sull'emergenza Coronavirus – aperta alle 11.26 e chiusa alle 18.57 dal Presidente ciociaro Mauro Buschini – l’Assessore alla Sanità Alessio D’Amato ha ribadito un concetto – “Quando parliamo di riaperture, dobbiamo sempre aggiungere ‘in sicurezza’. Solo quando ci sarà il vaccino avremo sconfitto il virus” – per poi puntare a un cambio di paradigma “che ha visto la sanità come un costo - ha lamentato - Investire in sanità vuol dire investire in sicurezza. Il virus non è finito, è una battaglia lunga - ha attestato - Non dobbiamo mollare e io sarò sempre in prima linea”.

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Un intervento quello dello stesso D'Amato scattato tra la relazione iniziale e la replica finale del Governatore del Lazio Nicola Zingaretti, che ha annunciato un piano da due miliardi per il rilancio dell'economia tra scontati plausi della maggioranza e attacchi dell'opposizione, specie sul caso delle "Mascherine fantasma". 

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L’intervento dell’Assessore regionale alla Sanità

"Centosessantamila morti a livello europeo, otto volte quelli dello sbarco in Normandia - ha premesso lo stesso D’Amato alla Pisana - Basta questo dato per avere una dimensione dell’emergenza che stiamo affrontando". Secondo il delegato, pertanto, “non può calare l’attenzione - ha aggiunto poi - In una pandemia il termine ‘sorte’ non esiste, esistono invece l’organizzazione e il lavoro”.

“La nostra Regione - così, a ruota, sui punti di forza - ha il più basso tasso di eccesso di mortalità a livello nazionale, rispetto ai dati del 2019. Il tasso di letalità è stato molto basso perché abbiamo avuto la possibilità di ricoverare di più. Perché avevamo posti a disposizione e una classe medica in grado di affrontare la situazione. Il personale contagiato è inferiore all’1 per cento”.

“Questo vuol dire che le azioni messe in campo sono state efficaci - ha rivendicato - e che l’esperienza del nostro personale è stata all’altezza. Mi è dispiaciuto ascoltare parole pesanti nei confronti dei vertici dello Spallanzani, una eccellenza assoluta di livello internazionale. Non abbiamo avuto un solo decesso fra i medici di medicina generale".

In merito all’indagine epidemiologica regionale

"Ora si apre una fase che deve essere caratterizzata dall’integrazione fra i test sierologici e i tamponi - ha detto a riguardo l'Assessore D’Amato - Per questo abbiamo deciso di dare vita alla più grande indagine sierologica a livello nazionale, con una metodologia riconosciuta, non il test sul dito ma un prelievo venoso, rivolto al personale sanitario, a tutti gli operatori delle forze dell’ordine, alle Rsa, agli istituti penitenziari”.

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“Molto importante - ha concluso - è anche aver dato un quadro di regole certe e una tariffa di riferimento per i cittadini che vogliono fare il test. Sarà importante applicare tutti i protocolli di sicurezza. Dal 25 ripartiranno le attività di specialistica ambulatoriale. Gli hub Covid dovranno rimanere ben saldi, abbiamo più di 1.200 persone ancora ricoverate in queste strutture, va ricordato. Sono ricoveri complessi e lunghi. Non abbiamo mai smesso di dare assistenza a tutti gli altri malati: in questi mesi sono stati effettuati 44 trapianti nel Lazio”.

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