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Coronavirus: nel Lazio record di ‘guariti’, ma ancora (almeno) 4.468 positivi. Frosinone e provincia: 566 casi totali

Per comprendere la potenziale portata del contagio da Covid-19, al di là dei bollettini ministeriali e regionali e in attesa più dell'auspicato vaccino che dell'App Immuni, assume notevole importanza l'ormai prossima indagine epidemiologica regionale

In provincia di Frosinone due settimane senza decessi con o per Coronavirus separate da quattro giorni scanditi, purtroppo, da ben 6 morti. Questo il bilancio della seconda parte del mese di aprile, a ridosso di quella Fase 2 che sarà all’insegna della convivenza con il Covid-19, non dell’estrema libertà che tutti vorrebbero. Nel Lazio, l’indice R0 – il numero medio di infezioni secondarie prodotte da ciascun individuo infetto – non supera per ora 0.5 e, per scongiurare un altro lockdown ferreo, non deve avvicinarsi minimamente a 1. In tal caso sventurato, infatti, i contagi potrebbero raddoppiare.

Articolo aggiornato alle 19:00

D’Amato (Regione Lazio): “Per ora R0 inferiore a 0.5. Se torna a 1, sarà un problema”

Per completare un quadro che induce ancora alla massima prudenza, i pazienti vengono dimessi o escono dall’isolamento domiciliare dopo due tamponi negativi – come già sottolineato da tempo anche dai medici dello Snami, “la risoluzione infettivologica non rappresenta la guarigione clinica” – e i positivi asintomatici stanno favorendo la diffusione del virus perlopiù nelle case e nei luoghi di lavoro.

Snami Frosinone: "Pazienti dimessi dallo Spaziani dopo due tamponi negativi"

In attesa più dell’auspicato vaccino che della ventura App Immuni, per il tracciamento delle persone entrate in contatto con i malati, assume notevole importanza l’indagine epidemiologica che si svolgerà nel Lazio nei primi 20 giorni di maggio. Interesserà, da un lato, 300.000 “eroi” in prima linea (agenti delle forze dell’ordine e personale sanitario) e, dall’altro, i cittadini che si rivolgeranno ai 70 centri privati che selezionerà la Regione Lazio. Solo così si comprenderà la potenziale portata del contagio a livello regionale e locale. Al di là dei consueti bollettini regionali e ministeriali, che tra l’altro continuano notoriamente a confliggere tra loro in relazione alla provincia di Frosinone.    

Continua la “guerra” dei numeri

Se il Sistema Sanitario Regionale (“Salute Lazio”) ha parlato oggi, giovedì 30 aprile, di due nuovi casi per un totale di 645, il Ministero della Salute ne ha validati sinora 566. Una differenza di ben 79 positività, anche se il Dicastero competente sta verificando ancora 89 unità a livello regionale. Visto che il dato complessivo laziale è lo stesso per entrambi gli enti, va da sé che la redazione di FrosinoneToday.it privilegi ormai da tempo i numeri ministeriali.   

D’Amato (Regione Lazio): “Dato record dei guariti, trend all’1% e 10 decessi”

“Oggi - ha commentato l’Assessore regionale alla Sanità Alessio D’Amato dopo la videoconferenza con i Direttori Generali delle Aziende Sanitarie e Ospedaliere del Lazio - registriamo per il secondo giorno consecutivo un dato record per i guariti che sono stati 128 nelle ultime 24h maggiore rispetto ai nuovi casi positivi che sono stati 71 nelle ultime 24h con un trend al 1%. Proseguono i controlli sulle RSA e le strutture socio-assistenziali private accreditate. Sono ad oggi 619 le strutture per anziani ispezionate su tutto il territorio. I guariti nelle ultime 24h sono 128 per un totale di 1.707 - evidenzia in conclusione - Sono stati 10 i decessi, mentre i tamponi totali sono circa 138 mila”.

Il quadro regionale aggiornato ad oggi

Il totale dei casi esaminati nel Lazio è ora pari a 6.616, di cui 4.468 ancora positivi (2.936 in isolamento domiciliare, 1.417 ricoverati con sintomi e 115 in Terapia Intensiva), 1.707 dichiarati clinicamente guariti e 441 deceduti. Rispetto a ieri, tra ingressi e uscite, risulta un incremento dei ricoverati in degenza Covid (+272) e degli isolati (+24), mentre sono 15 in meno i posti letto occupati in Rianimazione.

App Immuni: tutto quello che c'è da sapere

Anche in provincia di Frosinone sono molti gli interrogativi che ancora si accompagnano al prossimo utilizzo volontario dell’App Immuni, l’ormai nota e controversa applicazione che servirà a tracciare le persone che sono entrate in contatto con i positivi al Coronavirus. Dal Consiglio dei ministri, come riportato da Today.it, è arrivato intanto il via libera al Decreto Bonafede, che contiene norme per garantire la riservatezza: chi la scaricherà riceverà informazioni "dettagliate e trasparenti", non ci sarà alcuna geolocalizzazione e i dati saranno cancellati a fine emergenza. Per chi deciderà di non usarla, ovviamente, non ci sarà “alcuna limitazione o conseguenza in ordine all’esercizio dei diritti fondamentali dei soggetti interessati”.  La bozza del Decreto Aprile anti Covid-19, in ogni caso, già contiene diverse informazioni relative alla stessa App Immuni.

L'App Immuni sarà anonima

"Il trattamento effettuato per il tracciamento dei contatti sia basato sui dati di prossimità dei dispositivi, resi anonimi oppure ove ciò non sia possibile pseudonimizzati ed è esclusa in ogni caso la geolocalizzazione dei singoli utenti". È previsto che "gli utenti ricevano, prima dell’attivazione dell’applicazione, informazioni chiare e trasparenti al fine di raggiungere una piena consapevolezza, in particolare, sulle finalità e sulle operazioni di trattamento, sulle tecniche di pseudonimizzazione utilizzate e sui tempi di conservazione dei dati".

L'App Immuni non sarà obbligatoria

Un altro punto affrontato nella bozza del decreto è quello sull'obbligo di scaricare l'app. Secondo il testo, ancora provvisorio, ''il mancato utilizzo dell’applicazione di cui al comma 1 non comporta alcuna limitazione o conseguenza in ordine all’esercizio dei diritti fondamentali dei soggetti interessati ed è assicurato il rispetto del principio di parità di trattamento".

I dati raccolti verranno cancellati

I dati utilizzati dalla app Immuni verranno cancellati a fine emergenza Covid-19 o, al massimo, entro il 31 dicembre 2020. "L’utilizzo dell’applicazione e della piattaforma, nonché ogni trattamento di dati personali effettuato ai sensi al presente articolo - si legge nell'articolo 6, che si occupa proprio dell'app per il tracciamento - sono interrotti alla data di cessazione dello stato di emergenza disposto con delibera del Consiglio dei Ministri del 31 gennaio 2020, e comunque non oltre il 31 dicembre 2020, ed entro la medesima data tutti i dati personali trattati devono essere cancellati o resi definitivamente anonimi".

Alert dopo contatto stretto di 15 minuti

L'applicazione Immuni, che non è ancora disponibile sugli app store, dovrebbe entrare in funzione nel mese di maggio e “poggiare” su un server italiano, avvalendosi della tecnologia bluetooth. Quando scatta la modifica? La questione è stata chiarita nei giorni scorsi dal commissario Arcuri: "L'app farà scattare l'alert quando ad esempio il signor Rossi avrà avuto un contatto stretto per più di 15 minuti con una persona positiva. Al momento l'alert arriverà alla persona e non al Servizio Sanitario nazionale, sarà quindi l'utente a diventare protagonista del percorso sanitario".

Le funzioni dell'App Immuni

L’app dovrebbe essere composta da due distinte sezioni e funzioni. La prima è un sistema di tracciamento dei contatti che permetterà - con l'ausilio della tecnologia bluetooth - di rilevare la vicinanza tra due smartphone e ripercorrere a ritroso tutti gli incontri di una persona risultata positiva al Covid-19, così da poter rintracciare e isolare i potenziali contagiati. Coronavirus, l'app Immuni sarà anonima: i dati verranno cancellati. Nell'app ci sarà inoltre una sorta di diario clinico con tutte le informazioni più rilevanti del singolo utente (sesso, età, malattie pregresse, assunzione di farmaci) che dovrebbe essere aggiornato tutti i giorni con eventuali sintomi e cambiamenti sullo stato di salute”.

L'App Immuni potrebbe essere inutile

Oltre al tema dei dati personali, un'altra problematica sollevata nelle ultime settimane riguarda l'effettiva utilità dell'applicazione. Infatti, secondo il biologo Enrico Bucci, professore alla Temple University di Philadelphia negli Stati Uniti, questo dipenderà da quante persone scaricheranno l'app: "Solo se utilizzata da almeno il 70% degli smartphone l'App Immuni è utile. Per essere davvero utile nel tracciare i contagi l'app dovrebbe essere utilizzata da ogni fascia d'età della popolazione e in ogni zona del Paese. Ma soltanto il 66% degli italiani ha uno smartphone e quindi il traguardo è irraggiungibile, a meno che lo Stato non distribuisca telefonini a chi non ne possiede".

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