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Elezioni COA, Galassi tira le somme e traccia una nuova rotta

"Nei due anni di pandemia abbiamo fatto la differenza, puntiamo a dare ancora più lustro e dignità alla categoria", afferma il presidente uscente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Frosinone

"Non soltanto abbiamo rispettato tutti gli impegni presi da quando, nel 2019, siamo stati eletti al Consiglio dell'Ordine degli Avvocati, abbiamo fatto molto di più perché gran parte del nostro mandato ha coinciso con la drammatica fase dell'emergenza pandemica: ebbene, con soddisfazione, posso dire che siamo stati l'unico Foro del Lazio che ha funzionato durante il periodo nero del Covid, grazie a una serie di azioni, meccanismi e strumenti che abbiamo messo in campo e che, ancora oggi, hanno contribuito a migliorare il lavoro di tutti i colleghi. Credo che questo, su tutti, sia il risultato che ci rende più orgogliosi e fieri di appartenere alla categoria".

Così il presidente uscente del Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Frosinone, l'avvocato Vincenzo Galassi, sull'operato della sua squadra, che concorre in questi giorni alle elezioni per il rinnovo del Consiglio, desiderosa di continuare il lavoro portato avanti in questi quattro anni di consiliatura. La lista Galassi è composta, oltre che dal presidente, dagli avvocati Cristiana Loreti (consigliere segretario uscente), Fabrizio Zoli (consigliere tesoriere uscente), Maria Pia Coreno, Angelo Galassi, Giulia Giacinti, Monia Marsinano, Lucia Pereno, Chiara Scarpino Schietroma, Angelo Testa e Massimiliano Vincenzi. Si vota il 25, 26 e 27 gennaio, dalle 8.30 alle 14.30.

Presidente Galassi, un bilancio del mandato appena concluso. Tra le cose fatte nella vostra agenda cosa mette al primo posto?

Con soddisfazione e una punta d'orgoglio, che condivido con tutti i colleghi del Consiglio, posso dire che abbiamo onorato tutti gli impegni presi quattro anni fa. Ma allora non sapevamo ancora che il vero banco di prova per il Consiglio sarebbe stata – come per tutto il resto del Paese, d'altronde – la gestione del tribunale e del lavoro di tutti noi in un'emergenza senza precedenti, come quella del Covid. Il tribunale di Frosinone, grazie anche alla fitta interlocuzione con il presidente del tribunale, il presidente della Sezione Penale e il Procuratore della Repubblica,  è stato l'unico del Lazio che ha funzionato senza necessità per i colleghi di prendere appuntamenti per accedere alle cancellerie e senza mai dimostrare i motivi dell'ingresso. Abbiamo attivato strumenti per garantire il lavoro nel modo più agevole possibile e continuato a tenere le riunioni del Consiglio e gli eventi formativi, attraverso piattaforme digitali, chat di WhatsApp e una pagina Facebook. Ma la lista di cose fatte è molto lunga.

Tra i risultati importanti anche un bilancio chiuso in attivo e tanta formazione per i colleghi.

Il bilancio del nostro Ordine è stato chiuso in attivo, utilizzando le risorse economiche del Consiglio solo per eventi istituzionali e per l'accoglienza dei relatori, partecipando personalmente alle spese. A tal proposito, segnalo che fin dal nostro insediamento abbiamo chiesto al Presidente del Tribunale la nomina di un Revisore dei Conti, figura prima non presente. E tutti i nostri bilanci sono stati redatti e approvati col parere favorevole del Revisore. E poi le giornate formative: abbiamo organizzato oltre 50 tra convegni ed eventi, completamente gratuiti per gli iscritti, con il riconoscimento di oltre 150 crediti formativi e, soprattutto in questi ultimi mesi, abbiamo fatto un grande lavoro informativo e di supporto alla categoria sulla riforma dei processi. Tutti appuntamenti che hanno riscosso grande consenso e apprezzamento.

Il suo Consiglio vanta un altro primato: aver reso il tribunale anche un luogo di cultura con uno spettacolo inedito sulla strage di via D'Amelio.

Ci è sembrato non solo doveroso ricordare uno degli avvenimenti che ha scosso e segnato un  momento drammatico per il nostro Paese, ma anche un modo per aprire il tribunale alla città e alla comunità, attraverso interpretazioni artistiche straordinarie e parole che ancora oggi squarciano le coscienze. Un evento che ha avuto notevole risonanza e che non resterà isolato. Mi permetto di aggiungere, su tutte, altre due iniziative che hanno dato lustro e dignità alla nostra categoria: l'attivazione della Scuola Forense dedicata all'avvocato Piermaria De Cesaris e la firma del protocollo interistituzionale – con Procura, Prefettura, Asl e Provincia – per l'attivazione di una rete antiviolenza. E poi la cerimonia della Toga d'Onore: un premio per i più giovani avvocati iscritti all'Albo.

Presidente, a proposito di giovani, come si fa ad avvicinarli a una professione che è già profondamente cambiata?

Incuriosendoli, prima di tutto. La nostra è una professione straordinaria perché il suo obiettivo primario e inderogabile è quello di affermare la giustizia e far emergere la verità. I cambiamenti e i tempi rapidi che la società sta affrontando incidono anche sulla nostra categoria: per questo, tra i punti del programma, abbiamo inserito anche misure come l'istituzione di un tavolo permanente di lavoro tra il Consiglio dell'Ordine e le Associazioni forensi locali per individuare soluzioni migliorative dell'attività professionale; la vigilanza sull'attuazione completa dell'equo compenso; la creazione sul sito web di un'area dedicata alla domanda/offerta tra studi e collaboratori; lo sviluppo dell'Organismo di composizione della crisi creato dall'Ordine, pubblicizzandone la diffusione e la conoscenza proprio per offrire ai giovani nuove opportunità e favorire quel ricambio generazionale di cui anche la nostra categoria ha bisogno.

Squadra che vince non si cambia. Merito soprattutto dell'allenatore?

L'allenatore funziona se i giocatori applicano lo schema e anche per noi è così: la tattica vincente è sempre quella di fare squadra. Mi consenta di ringraziare i Consiglieri per l’impegno di questi anni. 

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