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Fondo antiusura in tempi di Covid, ecco le associazioni e fondazioni ciociare a cui rivolgersi

In provincia di Frosinone, per accedere all’indennizzo regionale, le vittime di usura possono presentare istanza presso Confidi Pmi o Co.fi.le del Capoluogo, “Terra di lavoro per la legalità” di Cassino e “Associazione Frosinone Antiusura” di Sora

Nella mattinata di oggi, venerdì 11 dicembre, il governatore del Lazio Nicola Zingaretti ha presentato il fondo unico da 4.4 milioni di euro per il contrasto all’usura e per il sostegno alle vittime. In provincia di Frosinone, per accedere a tale indennizzo, le vittime possono rivolgersi alle associazioni e fondazioni ciociare iscritte all’apposito albo regionale.  

Sono quattro: due nel Capoluogo, ovvero Confidi Pmi e Co.fi.le ; le altre a Cassino e Sora, rispettivamente “Terra di lavoro per la legalità” e “Associazione Frosinone Antiusura”. Le stesse, ricevuta l'istanza, provvedono a trasmettere alla struttura regionale competente il progetto e il prospetto di utilizzo delle somme da erogare. In caso di accoglimento della richiesta il relativo importo è assegnato all’associazione/fondazione che ne cura l’utilizzo a favore del beneficiario. 

Si tratta di un nuovo finanziamento, dopo quello già messo a disposizione nella prima parte della pandemia (di quasi mezzo milione di euro), un intervento diretto sul territorio che si è reso necessario a causa della crisi economica e sociale generata dal Covid. 

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La conferenza stampa di presentazione 

Vi hanno preso parte, oltre al governatore Zingaretti, Gianpiero Cioffredi e Rodolfo Lena. Il primo presidente dell’Osservatorio per la sicurezza e la legalità della Regione Lazio. L’altro a capo della Commissione Antimafia del Consiglio regionale. “Questi fondi hanno due caratteristiche: efficacia e tempestività - ha sottolineato Zingaretti – L'obiettivo è quello di non lasciare soli i cittadini in questo momento di particolare fragilità economica”.  

“L'usura - si è aggaciato Cioffredi - è diventata un elemento fondamentale della strategia criminale che ci indica un processo in atto di un gigantesco reinvestimento di denaro delle mafie nel sistema produttivo romano. Facciamo un appello accorato alle vittime di liberarsi dalla morsa drammatica dell’usura e denunciare i loro aguzzini. Troveranno al loro fianco la Regione e tutti gli Organi dello Stato”. 

L’usura ai tempi del Covid: +50% di ascolti 

La rete regionale delle associazioni e delle fondazioni antiusura in questi mesi ha visto un aumento del 50% di ascolti: il Lazio è la regione italiana che ha visto crescere di più l’usura con un aumento, tra marzo e luglio, del numero degli usurai arrestati che sono stati 63 rispetto ai 42 dell’anno precedente. Segnale questo della poderosa attività delle Forze di Polizia e della Magistratura. 

L’usura continua a essere uno dei fenomeni criminali tipici, e perciò più diffusi, nella Capitale e nel Lazio. Accanto ai soggetti che autonomamente si dedicano ai prestiti a tassi usurari (i c.d. “cravattari” di quartiere), opera la criminalità organizzata, che anche attraverso questo canale acquisisce, in forma occulta, il controllo di attività commerciali, già nella titolarità di soggetti stritolati dai debiti. In particolare nel periodo del lockdown il binomio mafia-usura si é consolidato, approfittando della mancanza di liquidità delle piccole aziende.  

Prevale l’omertà: poche denunce di usura 

L’usura, a maggior ragione quella ‘mafiosa’, è un reato che non si denuncia: si basa principalmente sull’omertà e sul rapporto vittima-usuraio mafioso con conseguente dipendenza psicologica e fisica. La crisi economica, generata dalla pandemia, si è trasformata per la criminalità organizzata in una grande opportunità di reinvestire i capitali ‘sporchi’ nell’economia legale. L’usuraio prima presta il denaro, poi si impossessa dell’attività economica trasformandola in una vera e propria lavanderia di riciclaggio. I rischi di questa operazione sono pressoché vicini allo zero, perché l’usura, in particolar modo quella mafiosa, è un reato che si denuncia poco.  

I settori colpiti sono principalmente le piccole e medie imprese del comparto turistico, dalla ristorazione agli alberghi. Tra le condizioni che favoriscono l’inserimento nel circuito dell’usura può annoverarsi il “sovraindebitamento” che comporta la contrazione delle entrate o l’aumento delle spese e per quanto riguarda le famiglie un drammatico impoverimento della loro condizioni. L’usura rappresenta uno dei “reati spia antimafia” quale indicatore significativo dell’operatività dei gruppi criminali e del controllo mafioso sul territorio. Si tratta di un allarme che a Roma è già percepito dalla società civile e dalle istituzioni.  
 

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