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Maturità 2020, conto alla rovescia per oltre 4.700 studenti ciociari. Com'è stata la preparazione al maxi-colloquio?

Tra didattica a distanza e preparazione per l'unica prova degli esami: il racconto di Martina Chirico, studentessa dell'Istituto San Bernardo di Casamari

Meno di 24 ore all'inizio dei rivoluzionari esami di maturità 2020. Per la prima volta non verranno sostenute le prove scritte, ma si svolgerà un'unica prova orale di circa un'ora. Un maxi colloquio che ovviamente riguarderà anche i 4.716 maturandi ciociari. Sarà diviso in 5 momenti: si partirà con un elaborato sulle discipline di indirizzo, quelle della seconda prova, per poi toccare tutti gli argomenti. L'argomento dell'elaborato è scelto dalla Commissione. Seguiranno la discussione di un breve testo di lingua e letteratura italiana studiato nel corso del quinto anno; l'analisi, da parte del candidato, del materiale scelto dalla commissione. Una parte dell'orale sarà dedicata all'esposizione delle esperienze svolte nell'ambito del PCTO (percorsi perle competenze trasversali e per l'orientamento, ex alternanza scuola-lavoro), attraverso una breve relazione ovvero un elaborato multimediale.

All’ansia del dover sostenere gli esami che restano un ricordo indelebile nella memoria di tutti, si sono aggiunte paure ed incertezze per le novità dovute all’emergenza Coronavirus. Dai mesi, interminabili, di didattica a distanza alle modalità di svolgimento di cui si ha avuto certezza solo nell’ultimo mese, com'è stato vissuto il periodo del lockdown? Com'è stata la preparazione del maxi colloquio? Ma soprattutto, cosa ricorderanno gli studenti di questa esperienza? Lo abbiamo chiesto a Martina Chirico, studentessa dell'Istituto San Bernardo di Casamari che ci ha illustrato un vero e proprio spaccato generazionale che probabilmente solo i suoi coetanei potranno comprendere.

Iniziamo parlando della'ormai nota dad (didattica a distanza), quali sono stati i pro ed i contro?

“La didattica a distanza ha rappresentato una novità per tutti, sia per noi studenti che per i nostri docenti. Da un momento all’altro siamo stati catapultati in un mondo digitale, abbiamo dovuto trasferire la nostra attività di studio su una piattaforma. Non eravamo abituati ad utilizzare le mail, non avevamo dimestichezza con l’utilizzo della posta elettronica, ora invece è diventato parte integrante del nostro quotidiano. Potremmo dire che la dad ci ha digitalizzato e questo può essere considerato un aspetto senza dubbio positivo. Di contro mi sento dire che non è un metodo adatto alla nostra formazione e alla nostra crescita. La scuola non è solamente un luogo dove apprendere nozioni. Rappresenta un luogo per socializzare, dove si forma l’individuo, dove si delineano i ruoli, dove fare esperienze e questi sono tutti aspetti che negli ultimi mesi sono venuti meno. Quindi mi auguro che ci si allontani dall’idea di proseguire con la dad anche per il futuro soprattutto se lo si fa ragionando in un’ottica di riduzione dei consumi e di risparmio economico”.

In questi mesi di lockdown cosa ti è mancato di più?

"Mi è mancato vivere la quotidianità della scuola e non aver potuto provato le esperienze che fanno parte dell’ultimo anno di Liceo: le gite all’estero, avevamo programmato una visita a Vienna, i famosi 100 giorni vissuti nell’attesa della maturità, l’ultimo giorno dell’ultimo anno di scuola. Siamo stati tagliati fuori da tutto questo. Con i miei compagni stiamo pensando, se sarà possibile, di organizzare i 100 giorni post maturità, ma sicuramente non avranno lo stesso sapore. Credo di poter dire che il mio vero ultimo giorno di scuola sia stato il 4 marzo, vissuto nella totale inconsapevolezza di quello che sarebbe accaduto dopo. Non avremmo mai potuto immaginare come sarebbero stati mesi successivi privi di contatto umano, seduti davanti ad uno schermo, senza poter trascorrere le giornate insieme”.

Come vi siete preparati alla grande prova che avrà inizio da domani?

"Abbiamo vissuto in una grande incertezza fino a poche settimane fa. Per mesi abbiamo creduto di doverci preparare per una prova scritta ed una orale. Un'incognita che si è protratta per troppo tempo. Nemmeno i nostri docenti potevano darci informazioni a riguardo. Questo non ha influito sulla nostra preparazione perché i programmi sono stati portati a termine, ma la quantità di ansia con la quale abbiamo affrontato il momento è stata tanta".

Grazie a Martina per averci dedicato il suo tempo a poche ore dal suo esame e le facciamo un grandissimo in bocca al lupo esteso a tutti i suoi compagni.

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