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Medici di Famiglia per l’Ambiente, studio sull’incidenza degli eventi ischemici acuti in rapporto alle polveri sottili: casi aumentati del 67% in un anno

Nell’anno 2020, gli eventi acuti hanno interessato prevalentemente la parte bassa della città: 50% nel 2019, 70% nel 2020

L’inquinamento atmosferico è stato, da tempo, indagato quale fattore di rischio per l’insorgenza di malattie neoplastiche, dell’apparato respiratorio e cardiovascolare. Ad oggi, sempre maggiori evidenze emergono sulla correlazione tra inquinamento atmosferico e malattie dell’apparato cardiocircolatorio, tanto da indurre l’American Heart Association a pubblicare, nel 2004, un’ampia messa a punto del problema nella quale veniva identificato come un significativo fattore emergente di rischio cardiovascolare. A partire dalla fine degli anni 90, sono stati condotti studi che hanno dimostrato l’associazione tra incremento delle polveri sottili (PM10 e PM2,5) e incremento delle patologie cardiovascolari.

Lo studio dell'Associazione Medici di Famiglia per l'Ambiente di Frosinone e Provincia

“La città di Frosinone – si legge su Associazione Medici di Famiglia per l’Ambiente di Frosinone e Provincia - è nota da anni per le concentrazioni di particolato superiori ai limiti di legge, raggiungendo nei periodi invernali, anche valori giornalieri 5 volte più alti rispetto a quelli consentiti dai limiti di legge (PM10: 50 μg/m³ stato italiano – 25 μg/m³ OMS; PM2,5: 25 μg/m³ stato italiano – 10 μg/m³ OMS). Oltretutto, lo stesso capoluogo, è collocato nella Valle del Sacco, ossia quel territorio che si estende tra la provincia di Roma e Frosinone, dichiarato SIN (Sito di Interesse Nazionale) a rappresentare, alla stregua della Terra dei Fuochi o di Taranto, zona fortemente pericolosa per la salute. Ad aggravare la già compromessa situazione dell’inquinamento aereo, inoltre, la caratteristica oreogeografica di “conca” che non permette dispersione degli inquinanti presenti nell’aria favorendone, altresì, il ristagno.

Medici di Famiglia per l’Ambiente di Frosinone e Provincia, ha studiato, grazie a Cristina Volponi (cardiologo) e Teresa Petricca (pneumologo), l’incidenza degli eventi ischemici acuti nella città di Frosinone, in rapporto ai valori medi giornalieri di concentrazione delle polveri sottili PM2,5, rilevate dalle centraline ANCLER locate nelle zone corrispondenti a quelle degli eventi patologici. E sono stati analizzati due periodi: 1 Ottobre 2019 – 30 Novembre 2019 e 1 Ottobre 2020 – 30 Novembre 2020. La patologia ischemica acuta studiata ha riguardato l’ IMA (Infarto Miocardico Acuto, stemi e n-stemi) e l’Angina instabile (sindrome coronarica intermedia).

Casi aumentati in un anno

“Frosinone – continua l’Associazione -  è stata suddivisa idealmente in 11 zone di osservazione (numero delle centraline ANCLER presenti sul territorio) di cui 6 appartenenti alla zona bassa e 5 alla zona alta della città. Nel periodo di osservazione 1 Ottobre – 30 Novembre 2020, gli eventi di cardiopatia ischemica acuta sono aumentati del 67% rispetto ad analogo periodo riferito all’anno 2019. L’anno 2020 ha registrato un abbassamento dell’età media di insorgenza degli eventi ischemici acuti rispetto all’anno 2019 passando da 70 anni a 63 anni. Nell’anno 2020, gli eventi acuti hanno interessato prevalentemente la parte bassa della città: 50% nel 2019, 70% nel 2020”.

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