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Contratti interinali non rinnovati ed esuberi: lavoratori della Omron in sciopero

I provvedimenti, secondo l'azienda di Frosinone attiva nell'automotive, si rendono necessari per via dell'impatto dell'emergenza Coronavirus. Dipendenti e sindacati, però, non sono d'accordo e vogliono un piano industriale alternativo

Per l’intera giornata di oggi, martedì 23 giugno, i sindacati Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm e Ugl Metalmeccanici hanno indetto uno sciopero contro il piano anti-Coronavirus della Omron di Frosinone: mancato rinnovo dei contratti interinali scaduti il 30 aprile a discapito di oltre 30 persone che lavorano presso l’azienda attiva nell’automotive da più di quattro anni; dichiarazione di mancata conferma di ulteriori 20 contratti di somministrazione; un esubero strutturale tra il 35 e il 40% dei 147 lavoratori a libro matricola; infine, per l’intero personale, la disdetta unilaterale di tutti gli accordi che derivano dalla contrattazione integrativa e che cubano in media 2.500 euro di salario pro capite annuo.

Provvedimenti che, secondo l’azienda frusinate, sono inevitabile al fine di contenere le perdite previste per via dell’impatto economico del Covid sulle produzioni interne, nonché per dare un riscontro oggettivo alla casa madre che ha da poco disposto una rilevante immissione di liquidità per rifinanziare il debito. I sindacati, però, non sono d’accordo e sono pronti a “un confronto serio, puntuale, responsabile e serrato con lo scopo di salvaguardare sia i livelli occupazionali sia quelli salariali”.

Vogliono, pertanto, discutere un piano industriale alternativo perché “da quando è stato aperto il confronto, iniziato il 07/01/2020 - comunicano le stesse sigle sindacali - sui temi inerenti l’organizzazione del lavoro e sul salario accessorio, da subito sono state rimarcate le deficienze delle scelte fatte negli ultimi anni dal Management locale, scelte che hanno avuto e infine prodotto i risultati che oggi ci sono stati rappresentati con estrema crudezza, scelte sulle quali le responsabilità delle maestranze sono irrisorie, scelte che invece oggi vogliono essere fatte pagare proprio a quei lavoratori e a quelle lavoratrici che sono senza alcun dubbio l’anello più debole dell’Azienda”.

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